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Andrea Adamo sui cambi nel WRC dal 2025: “Direzione giusta. Serve coraggio nelle decisioni.”

L'ingegnere torinese torna a parlare di WRC in una bella intervista disponibile su Youtube

A qualche giorno dalla notizia dei cambi regolamentari del WRC a partire dal 2025, sono stati tanti i pareri condivisi da voci più o meno autorevoli del mondo dei rally.

Tra le voci sicuramente più importanti c’è quella di Andrea Adamo che, ai microfoni del sempre ottimo Giacomo Rauli di Motorsport.com Italia, ha detto la sua rispetto a questa “rivoluzione” regolamentare.

Abbiamo ascoltato attentamente l’interessante intervista e vi riportiamo i passaggi più importanti sulle novità che Adamo approva, sostenendo che certe esigenze di marketing che avevano portato a metà 2019 ad inserire l’ibrido nei rally erano viste solo dalla FIA e da Citroen, che aveva fatto pressione per poi ritirarsi lo stesso.

Focus sulle macchine che correranno nel 2025

La prossima stagione sarà una stagione che possiamo definire di transizione e, per l’ingegnere torinese, la soluzione che porta a vetture più leggere è la direzione giusta per cercare di aumentare il numero di partecipanti.

Tutto si base sull’idea di avvicinare le prestazioni delle vetture finora disponibili: Rally1 ridotte in termini di aerodinamica e Rally2 “potenziate”.

Giustamente ci si chiede: “Come possono essere equiparate in termini di prestazioni?” ed Adamo spiega che il vero progresso è per chi oggi detiene una Rally2 che può essere ampiamente sviluppata. Citroen e Skoda le più papabili mentre chi ha la Rally1 ha tutta la convenienza a restare com’è. Vengono citate Toyota e Hyundai che hanno già una Rally1, così come M-Sport che non ha vetture “a tiro Rally2” nel parco Ford. Cinque costruttori che partecipano (potenzialmente) al mondiale.

Ma chi può effettivamente esserci?

Per Andrea resta il dubbio su chi possa spendere soldi per fare tutte le gare del campionato del mondo ed è questo il vero nodo della faccenda. Servono budget molto diversi e l’ideale sarebbe non obbligare a partecipare a tutte le gare, dando spazio quindi a diversi marchi di adeguare i propri programmi ai budget.

Sicuramente una prospettiva interessante, con un mix di fattori che potrebbero aumentare l’imprevedibilità delle gare con l’inserimento di qualche equipaggio “imprevisto” a giocarsi punti importanti.

Dal 2026 in la soluzione è più a lungo termine.

Anche qui c’è l’approvazione di Andrea verso l’adozione di telai tubolari sui quali verranno montate carrozzerie “personalizzate”, in modo da farle somigliare alle macchine in commercio ed incontrare quello che la gente può poi andare a comprare in concessionaria. La Rally2 sta sparendo dal mercato e quindi è necessario andare verso quella strada bisogna andare.

Una volta c’erano i costruttori, che partecipavano al mondiale rally, oggi il mercato dell’automobile è fondamentalmente costituito da gruppi e sono pochi. É proprio diversa la disponibilità di marchi. Inoltre i motori oggi finora in produzione stanno andando via via sparendo ed è quindi necessario trovare una nuova via di motorizzazione per rilanciare il motorsport. Ed il WEC (abbastanza citato nell’intervista) ha mostrato che c’è un percorso fattibile.

Resta da capire come si possono inserire le vetture elettriche in tutto questo contesto, menzionate nelle nuove direttive. E qui il parere è abbastanza semplice e diretto.

Tecnologie diverse che si sfidano, ritrovando la natura dei rally.

 E che ne sarà delle gare?

É evidente che l’attuale formula “sprint” delle gare, con l’aggiunta di un discutibile sistema di punti, abbia creato qualche difficoltà all’appeal del mondiale rally. Parte di contenuto più blanda e meno chiara del comunicato diramato dalla FIA, dove la sensazione era più quella di chi nutre speranze piuttosto che avere idee chiare.

Andrea non è d’accordo con le mezze misure. Serve coraggio sulle decisioni e scelte tecniche, per cambiare veramente strada aprendo a qualsiasi tipo di motorizzazione per invogliare i costruttori.

Tutto deve crescere in proporzione. Prezzo accettabile per le vetture e le gare, unito ad una gestione che va diramata a livello di campionati nazionali, in modo da diffondere sui vari mercati interni per creare un sistema che sostiene una direzione unica ed universale.

Piloti del futuro

Chiusura con una leggera divagazione dalla questione nuovo regolamento. Rauli analizza le difficoltà dei piloti attuali nel salto tra Rally1 e Rally2 e qui Adamo è serafico:

Se il pilota è bravo va forte, se non è bravo non va forte. Ma va ammesso che non c’è stata così tanta possibilità di fare troppi investimenti su qualche giovane con così pochi chilometri di test a disposizione.

Idee chiare senza tanti fronzoli che potete ascoltare voi stessi nell’intervista integrale disponibile sul canale Youtube di Motorsport.com Italia

 

 

Fonte: Canale Youtube Motorsport.com Italia https://www.youtube.com/@MotorsportcomItalia
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