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Ogier, rivelazione (e sollievo) in Cile: “Poteva saltare tutto all’ultimo”

Ultimi otto chilometri "flat out" nonostante qualche rischio da prendersi. E ora il mondiale gli sorride.

Sébastien Ogier ha vinto il Rally del Cile, chiuso domenica, e con questo successo è balzato in testa al Mondiale WRC. Fino a questa stagione non aveva mai centrato un successo in Sud America: adesso ne ha addirittura due, perché al Cile si somma il Rally del Paraguay di fine agosto.

Quella vittoria, però, gli aveva lasciato l’amaro in bocca: la pioggia in Power Stage gli tolse la possibilità di fare bottino pieno, rinviando di fatto l’appuntamento con la vetta della classifica generale del WRC 2025.

In Cile la musica è cambiata. Ogier ha firmato il tris perfetto: successo assoluto, miglior tempo nella Power Stage e primato nella Super Sunday. Risultato: punti massimi e nuova leadership iridata, con il francese che diventa il principale favorito per il titolo.

«Meglio di due settimane fa. Anche lì avevamo vinto, ma perdere quei punti la domenica è stato frustrante: con una classifica così corta conta tutto. Oggi (ndr. domenica 14) siamo stati ricompensati con il massimo possibile: è fantastico e ne sono davvero felice».

La classifica piloti si è accesa: Ogier comanda, ma il compagno di squadra Elfyn Evans lo segue a soli due punti. La sfida interna a Toyota proseguirà a ottobre, quando al Central European Rally i due partiranno con numeri consecutivi e – con ogni probabilità – si ritroveranno ruota a ruota.

«Due punti non sono molti. Siamo pronti a giocarci tutto. Restano ancora 105 punti potenziali: la strada è lunga, ma fin qui la nostra stagione è davvero positiva».

Brivido in Power Stage: sassi in traiettoria e scelta di testa

Niente colpi di sfortuna come in Paraguay, ma un momento di tensione c’è stato ancora nella Power. Partendo per ultimo, Ogier ha trovato la prova “sporcata” dalle vetture precedenti: sassi trascinati sulla linea ideale che potevano bucare una gomma o danneggiare la vettura.

«Erano solo otto chilometri, sappiamo che si decide sui decimi e non volevo rivivere la frustrazione di Asunción. A metà speciale ho visto dei sassi in traiettoria: ho alzato il piede e ho perso un attimo, ma era la scelta giusta».

Una volta evitato il rischio, il capitolo finale è stato scritto a pedale giù.

«Nel tratto conclusivo ho spinto davvero al massimo per fare tutto il possibile: quando i distacchi sono così ridotti, è una gran sensazione vederli girare dalla tua parte».

Archiviato il Cile con il pieno di punti, la corsa al titolo riparte dall’Europa Centrale. E, a giudicare dall’inerzia, la battaglia in casa Toyota promette scintille.

Foto: Luca Barsali
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