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Tempo

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Crugnola–Ometto, stop (non addio) dal 2026: “Le nostre strade si dividono, la passione resta”

Stima reciproca intatta, porte aperte per il futuro.

Una notizia che fa rumore nel panorama del rally tricolore: Andrea Crugnola e Pietro Elia Ometto hanno comunicato che dal 2026 si prenderanno una pausa come equipaggio. Una scelta maturata con calma, spiegano, per esplorare nuove sfide personali e professionali senza cancellare quanto costruito insieme negli anni.

Un ciclo vincente che ha fatto scuola

La loro storia comune è stata sinonimo di costanza, velocità e dominio sulle prove del Campionato Italiano Assoluto Rally. Titoli, prestazioni scintillanti e una sincronia pilota–navigatore che li ha resi un riferimento per avversari e appassionati: l’equipaggio Crugnola–Ometto ha alzato l’asticella tecnica e mentale del CIAR, firmando pagine importanti del rallismo italiano contemporaneo.

Le motivazioni della scelta

Nel loro messaggio congiunto, i due sottolineano l’esigenza di intraprendere percorsi differenti, mantenendo però intatto il legame umano e sportivo che li unisce:

“Vogliamo continuare a vivere la nostra passione per il rally nel modo migliore possibile, e chissà, magari ritrovarci in futuro.”

“Le nostre strade si dividono, ma resteremo uniti dalla passione per il rally.”

Parole che fotografano il momento: una parentesi, non una frattura. L’obiettivo è ricaricare energie, aprire orizzonti e, perché no, lasciare uno spiraglio a un domani di nuovo insieme.

Ringraziamenti e orizzonte aperto

Nel comunicato non manca il ringraziamento a tifosi, partner e team che hanno accompagnato l’equipaggio lungo il percorso. L’affetto ricevuto, scrivono, è stato un valore aggiunto nelle fasi più belle e in quelle più complicate.

L’annuncio segna la fine di un capitolo ma non della storia: la traiettoria dei due resta di alto profilo e l’intero movimento sa che certi legami, nati in speciale, non si spezzano per davvero. Si trasformano, si evolvono, a volte si ricongiungono.

Cosa resta (e cosa ci aspetta)

  • Eredità sportiva: risultati, titoli e una mentalità vincente che ha alzato il livello del CIAR.
  • Identità di equipaggio: intesa rara, “tempo” in abitacolo e gestione gara da manuale.
  • Prospettiva futura: strade diverse nel 2026, con la possibilità – dichiarata – di un reunion quando i percorsi torneranno a incrociarsi.

Per ora, la parola d’ordine è rispetto: per ciò che è stato e per ciò che potrà essere. Il resto, come sempre, lo diranno le prossime prove speciali.

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