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A Dacia non interessa il WRC 2027: smentite le voci di un interessamento

Si conferma il poco appeal del mondiale rally e la sua instabilità regolamentare

Le nuove regole del Mondiale Rally debutteranno nel 2027, con l’obiettivo dichiarato di riaccendere la concorrenza nella classe regina e convincere nuovi costruttori a unirsi al campionato. Per ora, però, solo Toyota ha ammesso apertamente di essere al lavoro su una vettura costruita secondo le specifiche WRC27. Dal 2027, in ogni caso, sarà possibile competere nella categoria principale anche con una Rally2 evoluta.

Nei giorni scorsi il sito francese Autotrends ha riportato un’indiscrezione clamorosa: addirittura nove team starebbero valutando un coinvolgimento nella nuova era del WRC. Non tutti punterebbero su un vero progetto WRC27, ma diversi costruttori avrebbero iniziato a ragionare su una Rally2 trasformata per il vertice della specialità.

Tra i nomi girati con più insistenza c’è quello di Dacia, con voci su un progetto sviluppato insieme a Prodrive. Rumor che si sono intensificati dopo il debutto vincente del marchio rumeno nei rally-raid.

Ma dalla Romania è arrivata una doccia gelata.

Il responsabile marketing del programma Dakar, François Aupierre, ha spento ogni illusione parlando al quotidiano estone Postimees.

«Qualche mese fa circolavano voci secondo cui saremmo entrati nel Mondiale Rally. Non so da dove siano uscite, ma non è vero. Non credo proprio che Dacia sarà coinvolta. E in ogni caso non sono io a prendere le decisioni.»

Aupierre non nega che la presenza di Sébastien Loeb nel team Dakar possa aver alimentato speculazioni fantasiose.

«Capisco perché se ne parli: nel nostro programma c’è un nove volte campione del mondo rally. Sarebbe uno scenario affascinante, certo. Ma Dacia non sta arrivando nel WRC. Almeno non nel prossimo futuro.»

Secondo Aupierre, il marchio non ha nemmeno una base modello ideale per il Mondiale.

Il best seller Dacia Duster è un SUV compatto e accessibile, lontanissimo da una piattaforma realmente adatta a un impegno di vertice nel rally.

«Abbiamo una delle quattro ruote motrici più economiche del mercato. Sarebbe strano pensare al WRC quando il modello più adatto sarebbe il Duster. È già il più venduto in Europa, quindi cosa ci guadagneremmo?»

Al momento, la strategia è chiarissima: puntare tutto sulla Dakar e sul Mondiale Rally-Raid (W2RC), considerati più coerenti con l’identità del marchio.

«Il rally-raid è duro, è come scalare l’Everest del motorsport. È il terreno perfetto per raccontare chi è davvero Dacia.»

Il problema, per il WRC, è un altro: il campionato ha disperatamente bisogno di nuovi costruttori. Il 2026 rischia di essere un anno di transizione, con tutte le squadre concentrate su budget e sviluppo in vista del 2027.

La stagnazione tecnica e regolamentare sta già presentando il conto: Kalle Rovanperä si prenderà una lunga pausa, mentre Ott Tänak ha annunciato l’addio al rally a tempo indeterminato.

Ad oggi, soltanto Toyota sta davvero lavorando su un prototipo WRC27. Hyundai ha confermato che svilupperà una vettura basata sulla propria Rally2, mentre il futuro di M-Sport Ford rimane un grande punto interrogativo.

Il quadro, insomma, è tutt’altro che rassicurante. E il «no grazie» di Dacia non aiuta a rasserenare l’orizzonte del Mondiale Rally.

 

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