Adrien Fourmaux: «Avevamo tutto per fare bene. Il futuro del WRC? Serve fiducia, non solo regole nuove»
Il francese ripercorre il suo sfortunato Rally del Portogallo e riflette sulla situazione attuale del mondiale: «Smettiamola di parlarne solo in negativo, là fuori c’è ancora tanta gente che ci segue»
Doveva essere un weekend da protagonisti, per Adrien Fourmaux. E lo è stato, almeno all’inizio. Il pilota francese della Hyundai ha infatti aperto il venerdì del Rally del Portogallo con un ottimo ritmo e sensazioni più che positive al volante della i20 Rally1. Poi, un guasto meccanico nella PS8 ha interrotto bruscamente il suo cammino, lasciando spazio a frustrazione e interrogativi. In questa intervista, Fourmaux ripercorre la gara e si sofferma su alcuni temi caldi del WRC, dal futuro tecnico al ruolo dei costruttori, passando per la gestione degli pneumatici.
«Un inizio perfetto, ma il sabato è svanito troppo presto»
«Sono stato davvero contento del nostro inizio venerdì», racconta Fourmaux. «Mi sentivo a mio agio in macchina, tutto funzionava come previsto. Il Portogallo è un rally che mi piace molto, è impegnativo ma affascinante. Dopo lo shakedown ero un po’ deluso, ma già dalla prima speciale mi sono sentito rassicurato. Avevo bisogno di conferme dopo la delusione delle Canarie, e ho voluto spingere di più.»
Durante la gara test precedente, le condizioni erano molto diverse – pioggia e fango – e questo ha influenzato l’assetto. «Nel primo loop di venerdì non abbiamo cambiato nulla, mentre nel pomeriggio abbiamo solo modificato l’altezza da terra e irrigidito la macchina per adattarci meglio al fondo.»
Il problema è arrivato inaspettato. «Eravamo sulla traiettoria, non abbiamo colpito nulla. Si è rotto un componente che era già indebolito dagli impatti, ma non era nella configurazione corretta. Ho pensato a un giunto, ma riguardando i video ho capito che era qualcos’altro. Il team ha subito intensificato i controlli per evitare che si ripeta.»
«Guidare da solo è utile, ma anche molto frustrante»
Dopo il ritiro, Fourmaux ha passato il resto del weekend aprendo la strada. «È stato inevitabilmente frustrante. Aprire tutte le speciali è faticoso, a volte sembra di guidare per niente. Ma abbiamo comunque lavorato, testando set-up diversi e cercando di sfruttare la situazione per prepararci alla Sardegna.»
«Domenica sapevamo che sarebbe stato complicato pulire la strada, ma bisognava provarci. Alcuni piloti potevano incorrere in problemi e volevamo comunque portare punti al team. Alla fine abbiamo avuto un problema di raffreddamento e abbiamo preferito preservare l’auto per la Sardegna.»
«La Hyundai migliora. E in Sardegna non si potrà sbagliare»
Sebbene condivida alcune impostazioni con i compagni di squadra, Fourmaux continua il lavoro di adattamento. «Avevo un assetto un po’ diverso, anche se meno marcato che su asfalto. I differenziali erano gli stessi, ma la geometria no.»
Guardando alla prossima sfida in Sardegna, è chiaro che servirà massima precisione. «Spesso si paragona la Sardegna al Portogallo, ma sono fondi molto diversi. La Sardegna ha un terreno più sabbioso, anche se si spazza molto. Domenica il percorso cambierà parecchio durante la giornata e ci saranno molte prove “riciclate” dagli anni passati: bisognerà stare attenti agli incroci per non sbagliare strada.»
«Le gomme Hankook sono molto simili, poco margine per la strategia»
«Le due mescole sono abbastanza vicine tra loro, meno differenziate rispetto agli anni scorsi. La soft è quasi una media e rende difficile impostare strategie, perché il distacco di performance è minimo. Forse in Sardegna la situazione cambierà.»
Durante il test, Fourmaux ha rilevato piccole anomalie sulle gomme, da verificare in gara. «Avevamo a disposizione 12 soft per tutto il Portogallo, e sarà lo stesso in Sardegna. Forse sarebbe stato meglio dare priorità alle morbide. Di solito nel secondo giro si monta la dura, ma con le Hankook questo non è avvenuto.»
«Il WRC deve smettere di raccontarsi come uno sport in crisi»
Il tema regolamenti resta caldo, soprattutto con l’incertezza sulle regole 2027. Ma per Fourmaux, il problema è anche di comunicazione.
«Tanta gente ci segue ancora, bisogna smetterla di essere sempre negativi. In Portogallo c’erano tantissimi spettatori, me ne sono accorto anche quando mi sono ritirato. Certo, in parco assistenza si può fare meglio, ma la passione c’è.»
Il francese sottolinea l’importanza di regole stabili: «È difficile attrarre costruttori se cambiamo regole ogni due anni. Dobbiamo pensare anche a marchi nuovi, magari da mercati diversi.»
«Il rally è uno sport vicino alla vita delle persone»
«Il rally somiglia alla vita di tutti i giorni: una volta fai la spesa sotto casa, un’altra vai in vacanza con la stessa macchina. Anche noi affrontiamo tappe e terreni diversi con lo stesso mezzo. È questo che rende il nostro sport unico.»
«L’ibrido è stato un’occasione persa. Ma spero in un futuro più coerente»
Il futuro personale di Fourmaux è legato a quello della disciplina: «Non sono preoccupato per me, ma mi interessa il futuro di questo sport. È stato un errore eliminare l’ibrido: avremmo potuto fare molto di più. Per esempio, attraversare i villaggi in modalità 100% elettrica, per mostrare che si può fare anche con un’auto da corsa.»
«Magari senza quella sirena fastidiosa», sorride.