Il WRC è al paradosso: chi vince raccoglie meno di chi viene battuto?
Il nuovo sistema di punteggio nel WRC inizia già a far discutere. E siamo soltanto alla seconda gara della stagione! Molti i dubbi sulla validità e sull’equità del nuovo sistema: ma per quanto durerà?
Tantissimi dubbi erano sorti sin dall’annuncio del nuovo sistema di distribuzione dei punti nel WRC, solo poche settimane fa, tante voci contrarie soprattutto dagli stessi piloti, i diretti interessati.
Se dopo la prima stagionale, il Rally di Monte-Carlo, non si erano alzate molte lamentele, vuoi soprattutto per il dominio di Thierry Neuville, nel fine settimana appena trascorso, con il Rally di Svezia, sono arrivate maggiori certezze su quanto era stato prospettato: il nuovo sistema di punteggio del Mondiale Rally “fa acqua da tutte le parti”.
Evans, secondo al termine del rally, ha conquistato ben 24 punti contro i 19 assegnati al vincitore, Esapekka Lappi. Inoltre Kalle Rovanpera, ritiratosi nelle fasi iniziali e rientrato solo grazie al Super Rally, ha guadagnato 11 punti, nonostante il ritiro, contro i 18 conquistati da Neuville, quarto alla fine dopo aver cercato di contrastare i problemi della sua Hyundai per tutto il Rally di Svezia.
La FIA e i promotori del WRC erano alla ricerca di un sistema per rendere più avvincenti le ormai noiose domeniche di gara, quando ormai, a risultato quasi acquisito, i piloti preferivano risparmiare gomme e vetture in attesa della Power Stage dove poi, e solo in quella prova, spingevano al massimo per ottenere i punti bonus in palio. Una situazione di certo da modificare ma anche una condotta dei piloti legittima: chi avrebbe rischiato di commettere errori e finire fuori a pochi chilometri dal traguardo? Per tentare di risolvere il problema è stato pensato il nuovo metodo di distribuzione dei punti.
Un sistema che ha esordito solo nell’ultimo Rally di Monte-Carlo, in cui, come detto, il dominio di Thierry Neuville e Martijn Wydaeghe aveva momentaneamente nascosto le contraddizioni più evidenti. L’equipaggio belga era riuscito a chiudere in testa il sabato, era stato altrettanto veloce la domenica e aveva vinto la Power Stage. 30 punti, un bottino completo, e solo lo scambio di posizioni, nella classifica della domenica, tra Elfyn Evans e Sébastien Ogier aveva mostrato la prima, piccola crepa.
Ma nel fine settimana appena trascorso abbiamo potuto notare tutte le storture e le iniquità che potrebbero potenzialmente far affondare (vien da dire speriamo!) molto presto il sistema: Esapekka Lappi, tornato alla vittoria nel WRC, ha totalizzato 19 punti. Elfyn Evans, secondo al traguardo, ne ha fatti 24. Ecco il grande paradosso: Lappi, vincitore del Rally di Svezia, porta a casa ben 5 punti in meno di Evans, giunto secondo! Lappi ha conquistato i 18 punti, il massimo in palio, al sabato. Poi, forte del grande vantaggio sugli inseguitori, ha deciso di gestire per evitare di commettere errori e mettere a rischio il risultato. Questo lo ha portato a prendere un solo punto la domenica. Stesso discorso per la Power Stage, in cui non ha preso alcun punto, non rischiando nulla. Una tattica che, in un rally “tradizionale” o comunque fino allo scorso anno, sarebbe stata ineccepibile.
Elfyn Evans, invece, ha conquistato 13 punti grazie al terzo posto alla fine della seconda tappa di sabato. Poi, essendo in piena lotta con Adrien Fourmaux per la seconda posizione, ha spinto per tutta la domenica risultando il migliore nella classifica parziale di giornata. Così ha guadagnato altri 7 punti per la classifica domenicale e ulteriori 4 punti grazie al secondo tempo nella Power Stage.
A Lappi, di certo, rimane la soddisfazione della seconda vittoria in carriera nel WRC, ma come si può essere credibili assegnando più punti a chi arriva secondo,” il primo degli sconfitti”, e non a chi vince la gara?
Ma c’è dell’altro: Thierry Neuville è stato un altro pilota che ha potuto” sfruttare” il nuovo regolamento per ottenere 18 punti complessivi (10 al sabato, 5 alla domenica per il terzo posto di giornata e 3 nella Power Stage). 1 solo punto in meno rispetto al vincitore e compagno di squadra Lappi che ha vinto il rally, pur avendo concluso quarto assoluto!
Ora la domanda sorge spontanea. Dopo aver testato, per la prima volta (ma credo non l’ultima), le incongruenze del nuovo sistema è lecito chiedersi: quanto potrà durare questa situazione?
Incentivare i piloti a spingere anche la domenica è sicuramente una buona idea. Ma con questo sistema si va a sminuire, a svuotare completamente di importanza una vittoria. Certo la gloria, la soddisfazione e la gioia per aver vinto il rally rimangono, ma è giusto e palese che chi vince dovrebbe portare a casa il massimo dei punti, altrimenti si perde la vera anima della competizione!
Cambiare le regole in corso d’opera non è fattibile. Si andrebbe a manipolare un Campionato già iniziato con determinate regole, rischiando di falsare la stagione. Ma davvero si potrà continuare in questo modo? E’ realmente quello che i piloti e le Case vogliono? E’ davvero la soluzione giusta per ravvivare il Mondiale, renderlo più emozionante, spettacolare e combattuto?
In questa maniera credo che, oltre a sminuire il significato di una vittoria, e tutto quello che ci sta dietro, si uccida il significato stesso, il DNA, lo spirito delle corse e della competizione. E non credo, sinceramente, sia nemmeno quello che serve per generare più interesse e attaccamento verso il nostro amato sport che si chiama rally, certamente così facendo non si coinvolgono maggiormente gli appassionati e, cosa più preoccupante, non si attraggono nuovi fans. E tutto è preoccupante guardando al futuro.
L’unica cosa che viene da dire e pensare, utilizzando un vecchio adagio è: meditate gente, FIA in primis, meditate!