Memorial Bettega: l’ultimo giorno di scuola dei rally
Dalla nascita nel 1985 al lungo stop del 2011: cos’era, come si correva e perché ha segnato un’epoca.
Dicembre 1985, Motor Show di Bologna. Per ricordare Attilio Bettega, scomparso al Tour de Corse pochi mesi prima, la Fiera allestisce l’Area 48 come una vera arena da rally: fondo misto terra–asfalto, salti ravvicinati, incroci spettacolari e tribune a ridosso del tracciato.
Come si correva: inseguimento e doppia manche
Il format era semplice e televisivo: due vetture partivano in contemporanea da lati opposti di un circuito chiuso. Nella seconda manche i piloti scambiavano la corsia, così da percorrere entrambi i lati del tracciato. A contare era la somma dei tempi. Prima i gironi, poi gli scontri diretti fino alla finale. La copertura RAI delle prime edizioni rese popolare questo linguaggio “da stadio” che avrebbe ispirato molte prove spettacolo dei rally moderni.
Gli inizi: i colossi del Gruppo B
Al debutto del 1985 Bologna diventa una piccola tappa mondiale: arrivano Toivonen (Ferrari 308 GTB), Ragnotti (Renault 5 Maxi Turbo), Biasion (Lancia 037), Blomqvist (Audi Quattro), Pond (MG Metro 6R4). La finale è un classico dell’epoca: Peugeot 205 T16 contro Lancia Delta S4. Vince Timo Salonen su Markku Alén.
1986: l’ultimo valzer del Gruppo B
L’anno successivo, a pochi mesi dalla tragica Corsica, il “catino” di Bologna ospita una delle ultime esibizioni delle siluro-bombardiere del Gruppo B. La sfida decisiva è tutta Lancia, con Alén che prevale su Biasion. In pista anche la Ford RS200 di Blomqvist e la MG Metro aspirata di Marc Duez: un addio a un’era irripetibile.
1987: cambiano le regole, l’Italia resta davanti
Con i Gruppo B in archivio, il Memorial separa due e quattro ruote motrici. Tra le integrali spuntano le nuove Lancia Delta Gruppo A (Biasion e Kankkunen), le Mazda 323 (Salonen, Sundström) e le Audi (Recalde, Ferjancz). Finale senza storia: Miki Biasion batte Juha Kankkunen e dedica il trofeo ad Attilio. Fra le 2RM vince Harald Demuth (Mercedes 190) su un giovane Carlos Sainz.
Una passerella di campioni
Negli anni il Bettega richiama iridati e fuoriclasse: Markku Alén, Miki Biasion, Juha Kankkunen, Colin McRae, Didier Auriol, Marcus Grönholm, Sébastien Ogier, Petter Solberg e tanti big italiani insieme a talenti emergenti. Un parterre che racconta quanto valesse esserci, e vincere, a Bologna.
L’arena che ha cambiato il modo di raccontare i rally
L’Area 48 era un laboratorio a cielo aperto: fondo ibrido portato in fiera, salti disegnati per la TV, curve “a vista” dalle tribune. Ritmo serrato, duelli chiari, gare brevi. Da qui arriva buona parte del DNA delle attuali super special.
Lo stop del 2011 e ciò che resta
Questioni economiche e organizzative mettono il freeze all’evento dopo la ventisettesima edizione. Rimane però l’eredità di una gara capace di unire memoria e spettacolo, trasformando il nome di Attilio Bettega in una festa popolare del rallismo. Per molti, il Memorial non era un “contorno” del Motor Show: era il motivo per andarci.
Timeline in pillole
- 1985 – Esordio: Timo Salonen (Peugeot 205 T16) batte Markku Alén (Lancia Delta S4).
- 1986 – Ultimo ballo del Gruppo B: finale tutta Lancia, Alén su Biasion.
- 1987 – Nasce la distinzione 2RM/4RM: Biasion supera Kankkunen; tra le 2RM vince Demuth su Sainz.
- 1985–2011 – Ventisette edizioni: vetrina di campioni e “super special” ante litteram.
Perché conta ancora oggi
Il Memorial Bettega ha insegnato ai rally a parlare con il grande pubblico senza perdere autenticità: i migliori faccia a faccia, immagini iconiche (fari che si incrociano, terra che vola, tribune gremite) e un racconto immediato. È così che una commemorazione è diventata cultura pop del nostro sport.
https://www.youtube.com/watch?v=94-M_emMkgc