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Tempo

2 MIN

Mi chiamo Kris, mi manda Colin

Kris Meeke la storia

Devono aver riso in parecchi a sentirlo dire. O probabilmente Kris Meeke una cosa del genere non si è mai sognato di dirla a nessuno per quanto fosse vera. Troppo mite ed educato per permettersi di tirarsela.

Eppure ci han creduto in tanti a quello che diceva Colin. D’altronde se una leggenda del rally decide di scucire il suo portafoglio per spingere un giovane pilota deve averci visto qualcosa di importante, no?

C’ha creduto Richards (e come non poteva) quando decise di affidargli un progetto incompleto ma ambizioso come la Mini WRC. Poche gare, tanti ritiri e la terribile sensazione di aver perso per sempre il treno verso una gloria che per tutti sembrava scontata.

Aveva ragione Colin ma serviva più tempo. Aveva ragione ma servivano le condizioni giuste, i normali intoppi di percorso e la maturazione completa di un pilota che aveva principalmente bisogno di diventare consapevole, dato che veloce lo era sempre stato (fin dai tempi della vittoria nell’IRC).

Serviva una persona come Yves Matton e un’ipotetica scossa: “Tieni, questa è la DS3 che lascerà Loeb. Sì, il nove volte campione del mondo” deve avergli detto. Quanto cavolo era pesante quel volante. Talmente pesante da non riuscire a portare infondo la macchina diverse volte alle prime uscite. Il crocevia perfetto tra un pilota qualunque e un pilota vero.

Yves non ha mai smesso di crederci. Carota ad ogni piazzamento sempre migliore e bastone dopo ogni ritiro. Fino al 2015, fino ai 3 podi, l’infinita gioia in terra d’Argentina e la conferma che la vettura 2017 sarà Meeke a svilupparla (con tanto di benedizione dello stesso Loeb che dichiara che oltre ad essere un grande pilota è pure un ingegnere meccanico e quindi persona ideale per sviluppare una nuova vettura).

Ma una vittoria la possono raggiungere tutti, una vittoria può essere anche figlia del fato che per quel weekend ha deciso di sorriderti. E allora serviva una conferma decisa e convincente. Una conferma che ripetesse a tutti che la stella sotto la quale sei nato è la stella giusta.

E arriva. Cavolo se arriva. Doveva già arrivare a Montecarlo se non ci si fosse di mezzo quel maledetto sasso ed arriva invece dopo poche centinaia di metri da uno dei più bei salti del World Rally Championship.

C’è il Fafe che lo ha appena visto volare, c’è suo fratello ad abbracciarlo, c’è il fido navigatore Paul Nagle e ci sono quasi 60 mila persone a gridarlo: “Hai visto? Lui è Meeke. Ce lo ha mandato Colin”.

 

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