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Il dolce sapore dell’incertezza

Quando ad inverno inoltrato è arrivata la notizia che Volkswagen Motorsport abbandonava il progetto WRC ad un passo dalla rivoluzione 2017, in tanti abbiamo fatto fatica a pensare che ci fosse un “dopo” possibile. Troppo abituati a vedere ogni domenica quelle tutte blu e bianche davanti a tutti, come assuefatti da un destino già scritto. Eppure qualcuno c’era che sosteneva che, forse, la mancanza di un punto di riferimento avrebbe rimescolato le carte e i primi quattro appuntamenti del World Rally Championship ci hanno consegnato la conferma. In questo editoriale vediamo insieme le conferme avute finora

Neuville il pilota più in palla (e la Hyundai una buona macchina)

Ok, 4 vittorie di 4 piloti diversi per 4 eventi. Questo è il dato di fatto e lascia un sapore a cui non eravamo più abituati: quello dell’incertezza. Tuttavia in questi primi quattro eventi il pilotino belga ha dato l’impressione di poter essere sempre la davanti a giocarsi il piatto grosso e senza quei due stupidi errori staremmo parlando di qualcos’altro. In Corsica, inoltre, Thierry ha tentato di aggiungere quelle doti di calcolatore che servono a chi vuol vincere il mondiale. Veloce lo è sempre stato, ora anche la macchina lo supporta e, come si sa, vincere aiuta a vincere.

Citroen la macchina più performante (quando non ci si mette la sfiga)

Fa strano dirlo se si guardano i punti accumulati ma quel che si è visto il venerdì non viene cancellato dalla sfortuna. Citroen ha una buona macchina ma non ha ancora trovato la quadratura del cerchio (oltre agli errori dei piloti). Non a caso Craig Breen ha potuto giocarsi un ottimo piazzamento fino all’ultima prova speciale. Certo per provare a dire ancora qualcosa in questo mondiale occorre smetterla di inanellare zeri, anzi, è il caso di pensare che sia necessario vincerle tutte da qui alla fine.

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Toyota un’acerba sorpresa (con una sola guida)

Le prime gare avevano fatto gridare al miracolo ma la Yaris non è ancora pronta e le ultime due gare lo hanno sottolineato. Lo sforzo mostrato da Jari-Matti Latvala per riuscire a vincere la Power Stage dimostra chiaramente come sia necessario tirare fuori ogni volta il coniglio dal cilindro per stare al passo con gli altri. Jari è sicuramente capace di farlo ma ora il campionato entra nel vivo e per arrivare a giocarselo fino alla fine serve il supporto tecnico. E magari servirebbe anche una seconda guida in grado di portare a casa qualche punticino utile alla causa.

Ogier fuoriclasse assoluto (in un inedita versione “lamentina”)

Non lo scopriamo di certo noi che Ogier è l’unico pilota che aggiunge cavalli alle macchine e quanto fatto vedere sull’ultima speciale di giornata è la ennesima conferma di questo. Tanto che fa veramente strano sentirlo lamentarsi ai microfoni dei canali ufficiali al termine di ogni prova speciale. Certamente anche lui era abituato ad un’eccellenza che ora non ha più a disposizione ma forse sarebbe il caso che certe lamentele le facesse presenti prima a Wilson e poi ai microfoni. Per il bene suo, del team e di un mondiale che per li vede davanti a tutti dopo tantissimi anni.

Mikkelsen meritava altro (ma ora pensi a diventare campione del mondo WRC 2)

Tutto è già stato detto e ridetto: Andreas meriterebbe altro. Ma visto che le cose hanno girato diversamente sarebbe il caso di smetterla di piangersi addosso e continuare a fare benissimo quello che sta facendo ovvero percorrere la strada verso il suo primo titolo mondiale. Già, perché a vincere il WRC 2 ci si laurea comunque campioni del mondo e non è una cosa che si possono permettere tutti.

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