Skip to content Skip to sidebar Skip to footer
Tempo

6 MIN

Rachele Somaschini si racconta, tra passione e solidarietà

“Quando il rally è donna” diventa per un giorno “Quando il rally è solidarietà e forza”. Ai nostri microfoni abbiamo avuto  l’onore di avere Rachele Somaschini che, insieme ad Alessandra Benedetti, ha trasformato il Monza Show in una grande occasione di sensibilizzazione su un argomento poco conosciuto: la fibrosi cistica.

Chi è Rachele Somaschini?

È sempre difficile descrivere se stessi, ma credo di essere semplicemente una ragazza con una grande passione per i motori e la fortuna di poterla vivere a 360 gradi. Ho 23 anni e vivo a Cusano Milanino e, dalla nascita, combatto contro la fibrosi cistica, la più comune tra le malattie genetiche gravi. Le mie giornate sono scandite da quelle che sono le azioni che tutte le ragazze della mia età fanno, ma intervallate da diverse ore dedicate alle cure per la mia malattia. La mia “fortuna”, rispetto ad altri miei coetanei affetti da fibrosi cistica, è che la forma che mi ha colpito è stata mitigata dalla mutazione di uno dei miei genitori, quindi a 23 anni ho ancora una realtà abbastanza vicina alla vita dei miei coetanei. Ma la realtà della fibrosi cisitica non è questa, altri ragazzi della mia età sono costretti in una stanza di ospedale per le terapie antibiotiche e, addirittura, qualcuno ha già dovuto sostenere un trapianto bipolmonare. Per questo motivo ho deciso di combattere, al fianco dalla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – Onlus per portare in pista, nei paddock, sulle strade un messaggio positivo cercando di sensibilizzare più persone possibili su questa malattia e sulle attività della Fondazione per cercare una cura che possa finalmente cambiare la vita di tante persone.

Com’è nata la tua passione?

È una passione che mi è stata tramandata direttamente da mio papà. Anche lui ha corso diversi anni e già da piccola, alle bambole preferivo le macchinine. Nonostante non abbia mai perso la mia femminilità sono sempre stata un po’ un “maschiaccio”. Non vedevo l’ora dei miei 18 anni per poter prendere la patente, anche se fino a quel momento ho “ripiegato” sulle moto. Non era difficile vedermi in strada su un motard o su una moto da enduro dai 14 ai 18 anni. Poi, una volta arrivata la patente, ho subito ottenuto la licenza e, proprio assieme a mio papà, ho affrontato la mia prima gara con una Giulietta Sprint all’interno della Coppa Intereuropa sul tracciato di Monza. Da quel momento ho continuato a correre, prima in salita, nelle cronoscalate che mi hanno dato grandissime soddisfazioni, poi anche in pista nel MINI Challenge e successivamente nei rally.

Ti abbiamo vista impegnata in varie gare, sia in pista ma anche nei rally. Raccontaci le tue sensazioni e differenze tra le due tipologie. (Quale ti piace di più?)

Credo che un pilota, soprattutto se giovane, debba provare diverse specialità per capire dove può arrivare e soprattutto penso che affrontare le diverse tipologie di gare serva a migliorare nel proprio stile di guida. Nelle cronoscalate mi sono sempre trovata benissimo, anche perché il tutto è concentrato in un breve periodo di tempo e questo, anche a causa della mia malattia, soprattutto quando fa molto caldo, è un dato da non sottovalutare. Ho sempre visto i rally come un qualcosa di affascinante, come un punto di arrivo. In pista, una volta che hai mentalizzato il tracciato e hai capito dove puoi guadagnare diventa ripetitivo e devi essere bravo a non perdere mai la concentrazione, mentre nei rally devi studiare ogni minimo dettaglio e devi affidarti al tuo navigatore. Credo che sia quello più completo e che possa regalarti grandi soddisfazioni, oltretutto devi essere in grado di gestire tutto da solo: in pista se sei vittima di una foratura torni ai box e te la cambiano, in montagna arrivi al traguardo, nei rally devi scendere e cambiarla. Non credo di poter fare una classifica su ciò che mi piace di più. Mi piace stare in macchina e guidare, questa è la verità.

Hai appena partecipato al Monza Rally Show a bordo di Peugeot 207 S2000, navigata da Alessandra Benedetti. Non essendo la tua auto abituale come ti sei trovata? (Ti aspettavi di più?)

Quella del Monza Rally Show è stata, prima di tutto, una vetrina importante per farsi conoscere e per sensibilizzare sulla fibrosi cistica in un contesto che attira migliaia di persone. Per quanto riguarda la gara sono più che soddisfatta del risultato. Era la prima volta su una vettura molto difficile come la Peugeot 207 e, anche fisicamente, è stata una bella impresa. Grazie al supporto di Hankook abbiamo potuto provare diverse tipologie di pneumatici e sfruttare l’occasione come test in vista del 2018. Penso che, al cospetto di avversari ben più abituati di me a quel tipo di vettura, non abbiamo certamente sfigurato e ciò mi da molta fiducia per la prossima stagione.

Come ti prepari ad una gara? Hai degli allenamenti specifici?

Dallo scorso anno ho iniziato ad allenarmi con Enrico Bruscia che ha studiato un programma di allenamento Funzionale (allenatore FTS: Functional Training School) che mi ha consentito di migliorare nettamente le mie prestazioni nel corso di questa stagione. Avendo dei problemi legati alla mia malattia e non avendo un fisico così possente non era semplice portare a termine le gare, soprattutto in pista e soprattutto quando le temperature erano molto elevate. Grazie all’allenamento sono riuscita a superare molti ostacoli e ad ottenere risultati che mai avrei pensato di poter raggiungere.

Qualche giorno fa abbiamo visto l’asta per la tua tuta indossata al Monza su CharityStars, come è nata quest’idea e quali risultati ha ottenuto?

Nel corso della stagione assieme a tutto il team pensiamo sempre a nuove iniziative per raccogliere fondi a sostegno della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica. Avendo in programma la partecipazione al Monza Rally Show abbiamo pensato che le tute autografate dai campioni delle due e delle quattro ruote potessero essere oggetti molto ambiti e, sinceramente, non ci siamo sbagliati. Un grazie va sicuramente ad OMP che ci ha donato le tute per metterle all’asta e all’Autodromo di Monza che ci ha consentito anche di avere uno spazio per sostenere la Fondazione all’interno del paddock. Ma il grazie più grande va ai piloti che hanno messo la propria firma sulle nostre tute.

Programmi per questo 2018 alle porte?

I programmi non sono ancora del tutto definiti, ma posso anticipare che il mondo dei rally sarà abbastanza centrale nella prossima stagione. Oltre al ruolo di pilota, la prossima, sarà una stagione fondamentale come team manager di RS Team, infatti dal 2018 saremo impegnati su più fronti con la squadra che abbiamo creato nel corso di quest’anno. Saremo a disposizione dei piloti per offrire i migliori servizi e, ovviamente, rimarrà al centro di tutti i programmi che andremo a sviluppare il sostegno alla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – Onlus.

Rachele grazie mille di averci dedicato il tuo tempo. E’ stato un piacere. Tutto la staff di rallyssimo ti fa un grande in bocca al lupo per la stagione a venire e visto il periodo ti facciamo tanti auguri di Buon Natale e Buone feste. Alla prossima…

 

Mostra commentiChiudi commenti

Lascia un commento

0.0/5

Rallyssimo.it – TESTATA GIORNALISTICA
Iscrizione autorizzata al Registro Stampa del
Tribunale di Rimini N° 6 del 19/11/2019

Iscriviti alla Newsletter

RALLYSSIMO © 2022 – The SpaceWeb Agency The Space