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Tempo

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La straordinaria normalità di Sebastien Loeb e Daniel Elena

Insieme hanno riscritto una pagina di storia ma per loro contava solo dimostrare qualcosa a loro stessi

Ok, lo ammetto: per quanto mi facesse piacere pensarci, alla vittoria di Loeb – Elena al Rally RACC Catalunya non ci credevo più di tanto. Non c’era un motivo più valido di altri. Di cose se ne sono dette tante, così come tante erano le incognite tecniche ma ero abbastanza convinto che la battaglia a tre di Spagna non avrebbe lasciato margine.

E invece, nel bel mezzo di un pranzo domenicale, la mia pelle si è come rivoltata davanti a quelle immagini che tutto il mondo ha visto con emozione: la C3 che taglia il traguardo, pilota e naviga che salgono sul tetto e quell‘abbraccio vero ed “insolito” con Ogier, che ha trovato un altrettanto insolito alleato nella pazzesca corsa al WRC 2018.

Non parlo, non dico niente. Ho i brividi e un po’ di magone per l’ennesima pagina incredibile che la storia scrive nel sacro libro dei rally. Piano piano rinsavisco ma non ho il tempo di mettermi ad osservare quei momenti.

Lo faccio verso sera, con calma. Non sia mai che mi possa perdere un video, uno scatto, un’intervista. Osservo e mi aspetto di vedere gli sguardi fieri di chi ha spostato ancora un più in là l’asticella dell’impossibile. Mi aspetto che dichiarino ebbri di gioia che erano sicuri di farcela. D’altronde hanno appena fatto qualcosa di incredibile e avrebbero tutto il diritto di volare a mezz’aria, no?

Non lo fanno. Sono felici, è chiaro e si vede, ma non leggo nessun “noi ve lo avevamo detto” nei loro volti. Nessuno spirito di rivalsa da vecchietti che hanno messo in riga i giovani scolaretti. Solo qualche sospiro di sollievo nel commentare quella rotonda in cui tutto poteva rovinarsi nel modo più assurdo. Giusto quella capriola all’indietro per rievocare quel passato fatto di dominanti successi e i soliti brindisi dei vincitori.

Vedo due amici, con un livello di complicità degno delle migliori coppie, che la vera dimostrazione l’hanno data sopratutto a loro stessi. Volevano sapere se si poteva rifare dopo tanto tempo e con una nuova generazione di vetture. Ora sanno che si può. Come si poteva fare alla Dakar e in mille altre situazioni che hanno affrontato dopo quel famoso “col WRC basta così”.

Probabilmente in questa domenica di fine ottobre, se non avessero appuntato in agenda questa vacanzina a tutta velocità tra terra e asfalto in Catalogna, si sarebbero trovati a casa di uno dei due, per sfidarsi su un qualunque mezzo a quattro ruote.

Perché questo sono Loeb ed Elena.

Una dimostrazione costante. Un equilibrio perfetto. La rappresentazione vivente della necessaria complementarietà tra pilota e navigatore. Un burlone professionista delle note, che al rientro in Service Park pensa prima ad una sigaretta e poi alla telemetria, ed un freddo marziano del volante con il piede destro più raffinato della storia. Una coppia che ha vinto e rivinto per se stessa, ancor prima che per il proprio team o per i tifosi.

Ora il mondo chiederà loro a gran voce di tornare, di farci riprovare nuovamente brividi come quelli di questo weekend almeno una volta al mese. A me sinceramente non viene di farlo. Il presente è qualcosa di talmente bello ed incredibile che non ho voglia di sprecarlo pensando al futuro. Ci sarà tempo e modo una volta che si sarà chiuso il mondiale più bello che io possa ricordare coi miei 33 anni.

Ma se proprio proprio oggi dovessi parlare a Seb e Daniel di futuro direi loro: “tornate se avete altro di straordinariamente normale da dimostrare a voi stessi e di cui noi possiamo essere spettatori. Altrimenti, fidatevi, va benissimo così”

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