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Paura di vincere

Neuville prima di battere Ogier deve affrontare i suoi fantasmi

Neuville

C’è stato un momento in questa stagione in cui tutto pareva giunto a maturazione. Thierry Neuville vince in modo straordinario Power Stage e gara del Rally Italia Sardegna, infligge un pesante colpo al morale di Sebastien Ogier e lancia al mondo intero il segnale inequivocabile di essere pronto a diventare campione del mondo.

Chi fino a quel momento lo aveva bollato come un pilota talentuoso ma incapace di reggere la tensione, ha pensato di tornare sui suoi passi e il resto della stagione pareva dovesse diventare una passerella verso un trionfo inevitabile.

E invece, fin dalla Finlandia, i fantasmi del passato sono tornati a farsi vivi. Un solo podio in Germania, tempi non all’altezza e un nervosismo sempre più tangibile nello sguardo. Sembra di essere tornati all’inizio della stagione 2017 dove erano state gettate al vento due vittorie certe, risultate poi decisivo nella corsa mondiale.

La Spagna rischia di essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso con tanti fattori che possono incidere sul lato psicologico che nel momento decisivo della stagione conta come (se non di più) di quello tecnico.

Una “paura di vincere” a cui cerchiamo di trovare le cause.

Il colpo sulle proprie sicurezze

In primis la vittoria di Loeb. Il belga è stato l’unico nel circus del WRC a non accoglierla con entusiasmo, anzi si è lasciato andare ad una velata polemica a cui ha risposto Daniel Elena.

Aldilà degli aspetti legati alla classifica, la vittoria di un pilota meno che part-time rimescola pesantemente i valori in campo (al netto che questo pilota sia sua Maestà Loeb) e mina tutte le sicurezze costruite fino a questo momento.

Il rischio è che quella prova di forza in terra sarda passi per un episodio sporadico e non il valore reale da mettere sul campo ogni weekend di gara.

Compagni di squadra inefficaci

Un altro aspetto importante è la sensazione di solitudine. Neuville oggi fatica a poter contare sui suoi compagni su Hyundai i20, proprio nel momento in cui Ogier trova al suo fianco Elfyn Evans che in Spagna ha buttato giù proprio il belga dal podio.

Mikkelsen sembra diventato la controfigura di se stesso, mentre l’alternanza Paddon – Sordo, messi sempre sul proprio fondo preferito, non ha portato i frutti sperati e solo in una occasione ha potuto innescare i meccanismi del gioco di squadra.

Le motivazioni forti di Ogier

Da non sottovalutare è l’aspetto motivazionale. Ogier, da quando ha annunciato il suo ritorno in Citroen, pare aver ritrovato quella speciale verve che lo ha portato a stravincere per anni. Vuole rivincere per salutare al meglio Wilson e buttarsi nell’ultima sfida della sua carriera.

La sensazione è che la voglia di alzare per la prima volta il titolo di campione del mondo da parte di Neuville non riesca a valere quei secondi in meno sul cronometro che oggi sta trovando il pilota M-Sport.

L’ultima occasione

Con il nome di Ott Tanak fortemente in ascesa e con Ogier che torna in Citroen per la stagione 2019, c’è il rischio che la stagione 2018 si trasformi nell’ultima grande occasione per Neuville.

La carta d’identità ancora sorride (il belga ha 30 anni) ma le condizioni tecniche ideali ci sono adesso. Con Toyota sempre più stabile, Citroen che dimostra di aver bisogno solo di un fuoriclasse al volante ed M-Sport sempre pronta a recitare un ruolo importante si potrebbe finire a rimpiangere questo treno che sta passando davanti agli occhi.

Si può ancora fare: basta vincere

Il talento di Thierry non è certamente in discussione, naturalmente. C’è da correre ancora una gara su terra, con una i20 all’altezza della situazione ed una posizione allo start che mette Ogier in lieve e apparente svantaggio. Il ruolo di Gilsoul diventa essenziale, soprattutto nella gestione del nervosismo del compagno di abitacolo.

Il resto dovrà essere lo stesso Thierry a farlo, rispolverando l’incredibile smalto dimostrato in Italia e dimostrando di valere il titolo mondiale di una delle stagione più combattute di sempre.

L’alternativa è restare nel limbo degli eterni numeri due, etichetta molto dura da scucirsi di dosso e per cui esiste una sola soluzione: vincere

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1 Commento

  • Bridda Christian
    Posted 2 Novembre 2018 17:44 0Likes

    Più che paura di vincere è SFIGA. Neuville è l’unico pilota Hyundai a portare l’auto al 110% e molte volte viene tradito dalla fragilità del mezzo. La Hyundai deve lavorare su assetto, telaio e sospensioni per essere all’altezza di Toyota e della Ford di Ogier, esatto solo la Ford di Ogier perché lui è l’unico in Ford a montare gli ultimi aggiornamenti a differenza di Hyundai che li fa montare a tutti. Non dimentichiamoci che Ogier ha anche dalla sua MOLTA FORTUNA,vedi prima i problemi di Thierry e del povero Ott Tanak e poi i suoi compagni di squadra che da inizio anno si limitano al ruolo di pagare al CO quando Ogier si trova in difficoltà dietro di loro. Andate a vedere la posizione in classifica generale di Evans e Suninen e ne avrete la conferma! Entrambi si trovano ad avere simili punteggi ai piloti part-time!! Io dico che in Australia Neuville dominerà e straccerà Ogier. FORZA NEUVILLE CAMPIONE DEL MONDO WRC 2018!!!!!

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