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Martin Järveoja: omaggio al navigatore campione del mondo

Navigatori e riconoscenze. Un rapporto da sempre difficile, anche nel caso del nuovo iridato Järveoja

E’ ora di pranzo di una calda domenica di fine ottobre, e la storia del mondiale rally è appena stata riscritta con un nuovo, inedito, capitolo. Ott Tanak e Martin Järveoja sono i nuovi campioni del mondo, interrompendo il dominio francese di quindici anni e diventando il primo equipaggio estone iridato della storia.

Sul tetto di quella Yaris rilevatasi imprendibile per gran parte del 2019 ci salgono proprio loro, i grandi protagonisti di questa stagione iridata. Parlare al plurale diventa semplice, ma i seguenti festeggiamenti evidenziano solo i meriti del pilota nativo di Karla. Normale, naturale per tutto quello messo in mostra dal driver estone in questo ultimo anno e mezzo. E invece no, su quella macchina ci salgono sempre in due e, come spesso accade nella fattispecie nei momenti delle celebrazioni, ce ne se dimentica.

Quella di Martin Järveoja è una storia assai strana. Diversa da quei Daniel Elena e Julien Ingrassia che lo hanno preceduto, da sempre a fianco dei rispettivi piloti nella scalata nell’olimpo dei rally. Ex judoka e figlio di un politico estone, Martin inizia il suo percorso nel mondo rallystico nel 2003, navigando suo cugino Ken in un Rally in Estonia con una Mazda 323. Successivamente corre anche insieme allo zio, alternandosi sul sedile destro anche con Karl Kruuda. Da lì iniziano i primi anni nel campionato nazionale, prima del passaggio nel mondiale junior nel 2010. Segue il passaggio nell’SWRC, condito da gare nell’Erc e, nel 2013, le prime collaborazioni con Tanak. Intanto con Kruuda è il momento del Wrc2, in cui militano dal 2014 al 2016, prima del grande salto nella classe regina.

Dopo il divorzio con Molder, Tanak cerca un nuovo coequipier ed ecco pronto il connazionale già con buona esperienza ad affiancarlo in una nuova avventura per entrambi. Il 2017 è infatti l’anno d’esordio delle Plus, Ott è pronto al riscatto con M-Sport dopo la stagione con D-Mack e Martin si presenta sul palcoscenico del mondiale come perfetto sconosciuto ai più. Da lì è storia recente, con la stagione 2017 da assoluti protagonisti, il 2018 conteso fino all’ultimo ed il recente Catalunya a coronarlo nell’olimpo dei rally.

Non un rapporto come siamo abituati a concepirlo quello tra i due estoni. Eravamo abituati a Loeb-Elena, che vederli divisi non si riesce a immaginarli, siamo abituati a Ogier-Ingrassia, insieme fin dagli esordi, a Neuville-Gilsoul e Latvala-Anttila; coppie storiche che quel rapporto di completa fiducia tra pilota e navigatore lo portano anche al di fuori dell’ambito agonistico. Non è cosi’ tra Ott e Martin, stretti da un legame più professionale che “privato” che li porta a non essere cosi’ affiatati come alcuni loro colleghi. In macchina però, dove è lì che si fanno i conti, l’accoppiata estone si è rivelata molto solida fino al sigillo di domenica che li ha definitivamente consacrati nell’olimpo dei rally. E con la ferma intenzione, con nuove sfide all’orizzonte, di restarci il più a lungo possibile.

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