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Senza apparente via d’uscita

Hayden Paddon ed il suo calvario nel 2019. Nessuna gara su Wrc ed un futuro assai incerto

La ruota gira per tutti, o almeno cosi’ dicono. E’ cosi in molti ambiti, quello sportivo in modo particolare. E sotto questa voce non fa certo caso la disciplina rallystica. Ora, proviamo a immaginare la situazione dei migliori piloti del mondo, in attività e in cerca – o quasi in procinto – di tornarci. Già, bastano solo queste ultime parole per capire che stiamo parlando del “kiwi” ex Hyundai Motorsport e “quasi” assunto in M-Sport.

Un caso molto particolare quello di Hayden Paddon, riconducibile ad una data ben precisa. 20 gennaio 2017. Era l’inizio del mondiale dell’era Plus, le nuove Gruppo B come venivano chiamate amichevolmente allora, tra l’euforia generale di un contesto iridato rimescolato da nuove carte rispettivamente riconducibili alle nuove vetture e a cambi di casacca di spessore. Tutto pronto per un inizio scoppiettante, con le prove speciali notturne a far da scenario ideale ad un momento da ricordare nella storia recente del Wrc. Che poi fu reso tale per ragioni extra-sportive e drammaticamente di cronaca è tutto assimilabile a quella i20 numero 4 cappottata sul fianco a bordo strada. Lì vicino il povero spettatore rimasto mortalmente coinvolto nell’uscita di strada. L’inizio della fine.

Per quello che era partito come uno dei potenziali protagonisti di spessore della nuova stagione è un contraccolpo psicologico da cui ancora è complicato trovare una via d’uscita. Tutta quella stagione visse nell’anonimato, culminata con il ritiro in Sardegna quando era in testa ed in lotta per la vittoria. Il solo secondo posto della Polonia ed il terzo della Australia non bastarono per confermare il suo sedile per l’intera stagione 2018. Programma a metà dunque, ma anche qui i risultati stentano ad arrivare. Il migliore è un secondo posto sempre in Australia, ma con i due contendenti al mondiale Neuville e Tanak out ed i giochi ormai chiusi.

Hayden è uomo immagine Hyundai in Nuova Zelanda, si diceva, difficilmente perderà il sedile. E invece, via Nandan, dentro Adamo e soprattutto Sebastien Loeb. Per Paddon l’equazione è presto fatta. Ci sarà da attendere il mese di agosto con l’infortunio di Evans in M-Sport per vedere uno spiraglio di luce illusoria, prontamente sbiadita da un maledetto sasso nei test pre gara. Macchina distrutta, gara saltata e prima occasione gettata al vento. Arriva l’R5 In Galles ma non è la stessa cosa, ormai la stagione è quasi al termine ma con ancora la gara di casa in calendario e la porta dello zio Malcolm ancora aperta. In Australia il buon Wilson vuole schierare tre Fiesta e la scelta opzionale ricade una seconda volta sul kiwi.

Il resto della faccenda lo sappiamo tutti, con l’ultimo round stagionale ufficialmente cancellato con insieme ad essa un’altra opportunità per Paddon di tornare nel giro che conta. Episodi, sfortuna, testa: c’è di tutto nella travagliata avventura del kiwi in questi anni tribolati. E, ora che un’altra stagione è andata senza praticamente mettere insieme una gara iridata con una vettura ufficiale e con il cerchio ancora più stretto per via dell’abbandono di Citroen, diventa naturale pensare ad un futuro tutt’altro che roseo per il kiwi neozelandese. E, soprattutto, farsi venire il magone per una buona dose di talento finora sprecata per il classico “quello che poteva essere ma non è stato”.

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