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Dakar 2020 – Chi sarà il re del deserto saudita?

Andiamo a vedere quali sono i favoriti e gli "underdog" della maratona automobilistica per eccellenza

Mancano solo 3 giorni alla partenza, tutti i team hanno raggiunto ormai Jeddah ed è il momento di presentare quei piloti che, con ogni probabilità, si giocheranno la gara.

Quest’anno il rooster è decisamente interessante, sia per in merito agli equipaggi che alle auto in gara.

Per quanto riguarda queste ultime non ci sono in realtà novità tecniche di rilievo ma, con il cambio di continente, sarà da vedere quale configurazione si adatterà meglio alle nuove piste.

Per chi è digiuno di rally raid, facciamo un brevissimo sunto: la categoria regina tra le auto è la T1. Questa a sua volta viene declinata in 4 sotto categorie:

T1.1: prototipi 4×4 a benzina, come il Toyota Hilux della Gazoo Racing. 

T1.2: prototipi 4×4 a gasolio, come la Pajero del nostro Andrea Schiumarini.

T1.3: prototipi 4×2 a benzina, come il Century CR6 Buggy.

T1.4: prototipi 4×2 a gasolio, come la Mini John Cooper Works Buggy della X-raid.

Messa così, senza ulteriori specifiche, sarebbe facile pensare che i T1.1 siano favoriti, voglio dire, fondi scivolosi, 4 ruote motrici, perfetto.

In realtà non è così semplice perché, se la trazione è sicuramente importante, lo è altrettanto il peso e il regolamento in questo senso premia di gran lunga i buggy a 2 ruote motrici.

Per esempio: un prototipo 4×4 che abbia un motore 3000, avrà un peso minimo di circa 600kg superiore rispetto ad un buggy 4×2 con la medesima motorizzazione.

Questa differenza di peso, considerevole, rende i buggy capaci di “galleggiare” sui terreni particolarmente soffici, con un notevole vantaggio a livello prestazionale. Sui terreni, invece, particolarmente accidentati, i 4×4 risultano più efficaci in quanto naturalmente più stabili e bilanciati.

Ovviamente ci sono poi altre molteplici differenze che, nel loro complesso, rendono impossibile dire a priori quale sarà la categoria favorita (per dire, nel 2019 ha vinto un T1.1 mentre nel 2018 un T1.4).

Entrando nell’argomento piloti, il favorito numero 1 non può che essere Stephane Peterhansel. Il francese, con le sue 13 Dakar vinte (6 in moto e 7 in macchina), è la leggenda vivente della gara. La sua conoscenza di tutte le insidie che il percorso può presentare, unita con la sua indiscussa velocità ne fanno il favorito d’obbligo in una Dakar tutta nuova come questa. L’anno scorso non è riuscito a vedere l’arrivo ma ha vinto 2 prove e ha battagliato fino al ritiro. Nell’incertezza di una edizione così diversa dalla precedente, lui è una sicurezza! La sua auto è una Mini Buggy, categoria T1.4.

Al contrario di Rallyssimo, i bookmaker danno come favorito il campione uscente Nasser Al-Attiyah. Toyota GR conta di bissare il successo dell’anno scorso e il qatariano, già vincitore anche nel 2015, potrebbe essere il pilota giusto per questo compito. L’unico problema, in una regione scottante come la penisola Araba, è che i rapporti tra Qatar e Arabia Saudita sono veramente pessimi e una vittoria di Al-Attiyah potrebbe essere presa non benissimo dai regnanti sauditi. Sarà alla guida di un Hilux T1.1.

Secondo alfiere Gazoo Racing e sempre su Hilux T1.1, il sudafricano Giniel de Villiers è quotatissimo per la vittoria finale per la sua proverbiale “consistency” che gli ha permesso di vincere l’edizione del 2009 e di conquistare altri 8 podi. Se la gara si dovesse giocare sulla resistenza e la costanza, lui sarà della partita. Se invece il discriminante dovesse essere la velocità, potrebbe essere in difficoltà.

In questo ultimo caso, potrebbe essere Carlos Sainz a trovarsi in cima alla classifica assoluta. Velocità ed esperienza non mancano certo al Matador ma, pur avendo già fatto sua questa gara nel 2010 e nel 2018, è spesso incappato in ritiri e rovinosi incidenti come quello, spaventoso, del 2017. Inoltre l’età anagrafica potrebbe condizionare l’inossidabile spagnolo che, a 57 anni, non sembra intenzionato ad abbassare le braccia! Come Peterhansel, anche Sainz corre con una Mini Buggy T1.4.

Se questi quattro piloti sono considerati da tutti i favoriti, gli outsider i più quotati sono senz’altro Nani Roma, secondo l’anno scorso e vincitore nel 2014 e Jakub Przygoński, pilota con grandi qualità che anno dopo anno continua a migliorare le sue performance in maniera incredibile. Lo spagnolo Roma dovrà tirare fuori il massimo dal prototipo Borgward BX7 Evo (T1.1) per confermarsi sul podio, mentre “Kuba” Przygoński, punta anche quest’anno sulla Mini JCW 4×4 (T1.2) per migliorare il quarto posto dell’anno scorso e consacrarsi tra i top driver dell’evento.

Da non dimenticare assolutamente il più forte dei piloti di casa: Yazeed Al-Rajhi. Il saudita conosce sicuramente meglio di chiunque altro tutti i segreti delle piste che saranno affrontate dagli equipaggi tra pochissimi giorni. Il fattore conoscenza del percorso, in una gara in cui il roadbook verrà consegnato 30 minuti prima della partenza della prima prova, è fondamentale e può veramente fare la differenza. Questo vantaggio indiscutibile, il supporto di un’intera nazione e una vettura come quella che ha vinto lo scorso anno (Hilux Overdrive T1.1), fanno di Yazeed un candidato d’obbligo per il podio.

Ultimo ma non ultimo, il rookie di lusso della gara, Fernando Alonso. Non credo ci sia bisogno di presentare il palmares del pilota di Oviedo, che però, pare, non sia ai nastri di partenza solo per un’operazione di marketing. Sembra infatti che sia stato proprio Fernando a chiedere ai vertici Toyota, con cui ha corso nel WEC, la possibilità di correre nella Dakar. Dopo un primo test e un periodo di 5 mesi di allenamento, l’asturiano è pronto per il debutto sulle insidiose sabbie saudite. Al suo fianco un navigatore d’eccezione: Marc Coma, 5 volte vincitore della Dakar tra le moto e alla sua prima Dakar da navigatore. Si tratta di un equipaggio tutto nuovo, ma che possiede al suo interno delle capacità incredibili, per cui il loro risultato è veramente imprevedibile! Staremo a vedere.

Il resto degli equipaggi partenti lo potete trovare qui. Noi seguiremo la gara tappa per tappa per raccontarvi giornalmente tutto quello che succede: la Dakar 2020 in italiano è su Rallyssimo!

 

  

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