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Peugeot 206 WRC: il proiettile d’argento

Riviviamo l'intera storia di una delle più iconiche World Rally Car

C’è un periodo a cavallo tra la fine degli anni novanta e l’inizio dei duemila che ricordiamo come uno dei più floridi in termini di costruttori e vetture schierate dai team ufficiali nel WRC. A quel tempo numerose case investivano in programmi sportivi, in una costante diatriba tra marchi europei ed extraeuropei (perlopiù nipponici), e la nuova ventata regolamentare del 1997 spinse anche Peugeot a voler lanciare la propria WRC.

Vigeva forte e chiara l’indicazione “derivazione dalla serie” e, dopo aver impressionato il mondo e fatto incetta di titoli nazionali con la 306 Maxi, la produzione offriva una evidente occasione con la 206 che era chiamata a sostituire l’icona 205 che tanto aveva rappresentato per il marchio. Brevilinea e con la forma affusolata a ricordare la punta di un proiettile, la 206 sembrava avere tutte le caratteristiche per poter sfondare nella massima categoria e non passò poi troppo tempo per trovare conferme.

1998 – 1999: le dimensioni inadatte e i primi passi del progetto 206 WRC

Decisa la vettura da prendere come base, Peugeot si trovò subito ad affrontare un problema piuttosto importante verso l’omologazione della nuova World rally car: la FIA indicava come misura minima i quattro metri di lunghezza e la 206, seppur di poco (3,82 metri), non li raggiungeva. Si pensò quindi ad una versione stradale più sportiva, più generosa ed abbondante in termini di paraurti ed appendici “estetiche”, che raggiungeva il parametro richiesto e permetteva di procedere con lo sviluppo della macchina da gara. Il modello stradale è ancora oggi ambito tra i collezionisti per via del numero ridotto di vetture prodotte.

A capo del progetto, proveniente dal glorioso team Toyota Castrol, Michel Nandan (ndr. che sarà a capo del progetto Hyundai i20 WRC diversi anni dopo per poi essere sostituito da Andrea Adamo) che prepara ed avvia dei segretissimi test a fine 1998..

Nel febbraio del ’99 la 206 WRC è pronta per essere presentata al pubblico, con la sua livrea bianca e blu e linee aggressive su cui riporre grandi aspettative.

Ad aprile la FIA concedere l’omologazione ufficiale e la macchina rispetta la tradizione della casa di debuttare con le vetture nuove al Tour de Corse, come la sua “antenata” 205 T16.

Due le vetture schierate, affidate a Delecour e Panizzi. Dopo due prove speciali Francois è addirittura in testa, su Bugalski, Puras con le XSara Kit Car e Sainz con la Corolla WRC. La gara verrà vinta da Bugalski, ultimo successo prima che la federazione decida di regolamentare il “fenomeno” kit car. Entrambe le 206 si ritirano: Delecour per problemi elettrici e Panizzi per noie meccaniche. Nonostante questo il team torna a casa con la consapevolezza di avere in mano una nuova arma con cui provare a fare cose importanti.

L’appuntamento successivo è l’Acropoli ed è qui che inizia la grande storia d’amore tra la 206 WRC e il pilota finlandese Marcus Gronholm. La gara finirà con un ritiro ma sarà il preludio ad uno splendido quarto posto nella gara di casa, il “Mille Laghi” Neste Oil Rally Finland.

Ma non sarà Marcus a salire per primo sul podio con la 206. Al Rally Sanremo solo uno strepitoso finale sulla SS18 Colle Langan 2 di Tommi Makinen impedirà a Gilles Panizzi di portare la prima vittoria firmata 206 in Peugeot. Sembra il preludio ad un finale di stagione da protagonisti ed invece Australia e Gran Bretagna non offriranno soddisfazioni.

Servirà attendere la stagione successiva ma ne varrà decisamente la pena.

2000 – 2002: il ritorno al titolo mondiale

Si cambia livrea e alla direzione tecnica arriva il saggio Corrado Proverà a cui viene chiesto semplicemente di riportare il titolo a casa dopo troppo tempo. L’inizio di stagione è da brivido: le tre 206 patiscono lo stesso guasto al propulsore e finiscono ammutolite.

In Svezia la svolta. Marcus Gronholm balza in testa alla corsa sulla SS2 Rammen 1 e la mantiene fino alla pedana di arrivo. Battuti Makinen e McRae ed il pilota finlandese si candida come pilota di punta del Leone.  Il proseguito della stagione sarà nel nome della costanza, con due strepitosi acuti nel cuore dell’estate: in Finlandia McRae e Rovanperä finiscono ad oltre un minuto dalla 206 argento e in Nuova Zelanda regolate le Focus RS di McRae, Sainz e Solberg.

Corsica e Sanremo sono terreno fertile per gli asfaltisti Delecour e Panizzi che stravincono ma saranno anche protagonisti di una celebre lite che a fine stagione deciderà la rottura con Francois. In Australia altro acuto di Gronholm ed in Gran Bretagna il sogno diventa realtà: Marcus Gronholm e la Peugeot 206 sono campioni del mondo.

Il titolo mancava alla casa del Leone dalla doppietta 1985-1986 (con l’amore 205 T16) e rompe il dominio giapponese che durava dal 1993.
gronholm peugeot

Il 2001 sarà una stagione a due facce. Nuovo sponsor, con Total che prende lo spazio di Esso sul cofano, e nuova line-up con Gronholm e Panizzi affiancati da Didier Auriol e Harri Rovanperä. Sporadiche apparizioni per Gardmeister con la 206 WRC affidata alla italiana Grifone.

A Montecarlo è il “tradizionale” disastro mentre in Svezia svetta su tutti Rovanperä. La 206 appare inferiore alle rivali, oltre a palesare grossi problemi di affidabilità nelle gare su terra che mettono alla prova le vetture.

Situazione che non migliora neppure con l’introduzione della 206 Evo I e che rischia di crollare definitivamente quando al Catalunya Citroen si mette a dominare con le nuove Xsara affidate a Bugalski e Puras. Solo dei guasti non completeranno l’opera e lasceranno a Peugeot una doppietta con Auriol e Panizzi che a fine stagione sarà decisiva.

A sei gare dal termine Peugeot conta 26 punti in classifica a dispetto dei 66 della leader Mitsubishi e dei 60 della Ford, seconda. Tuttavia i giochi restano sempre aperti e la scellerata scelta di Mitsubishi di lanciare la EVO 7 favorisce la rimonta che si completa con la strepitosa doppietta di fine stagione di Gronholm. Richard Burns vince il titolo con la Subaru piloti mentre il titolo costruttori resta di Peugeot.

Nel 2002 arriva Richard Burns a completare la squadra e la stagione è senza storia. Bypassato il “solito” Monte di insoddisfazioni, il resto della stagione è un autentico dominio, con il giusto mix di asfaltisti e terraioli che non lasciano neanche le briciole agli avversari. In questa stagione farà capolino tra i big l’astro nascente Sebastien Loeb.

A fine stagione Gronholm è ancora campione e Peugeot mette in bacheca il terzo sigillo consecutivo, anche grazie alla EVO II rinnovata nell’elettronica, cambio sequenziale paddle e aerodinamica posteriore rivista è migliorata.

2003: i titoli di coda nel nome di Richard Burns

Ad inizio stagione è già noto che Peugeot è al lavoro sulla nuovissima 307 WRC e si fanno sempre più forti le voci che vorrebbero la nuova vettura debuttare al Tour de Corse, come da tradizione. La livrea si tinge completamente di rosso con i colori Marlboro.

La stagione è tiratissima. Complice la precedente stagione fallimentare, Mitsubishi decide di non prendere parte al WRC, mentre Subaru e Citroen presentano macchine solide e pilori vincenti. Leggermente indietro Ford, con le scommesse Martin, Duval e Hirvonen, mentre Hyundai recita il ruolo della partecipante (nel finale di stagione rinuncerà a correre alcune gare visti gli scarsi risultati della Accent).

I titoli sono in ballo per tutta la stagione. Gronholm vince in Svezia, in Argentina ed in Nuova Zelanda mentre Panizzi vince il Catalunya e a Sanremo viene beffato da Sebastien Loeb. Sarà l’ultima edizione in Liguria per il Rally d’Italia, pronto a trasferirsi sulla terra di Sardegna dal 2004.

Ci si sta preparando per l’ultimo appuntamento della stagione che si preannuncia scoppiettante. Infatti Solberg, Loeb, Sainz e Burns al Rally di Gran Bretagna potranno giocarsi il titolo mondiale all’ultimo round.

Ma l’intero circus sarà sconvolto da una notizia terribile poco prima di avviarsi verso l’ultima gara: in seguito ad alcune condizioni di malessere e disorientamento, Richard Burns è costretto ad alcuni accertamenti che gli diagnosticano un male incurabile al cervello che gli risulterà fatale. Il campione del mondo 2001 sembrava in procinto di tornare in Subaru la stagione successiva, dopo non essere mai riuscito a brillare con la Peugeot, messo in ombra da un compagno ingombrante come Gronholm.

Il mondiale piloti andrà a Solberg per un solo punto su Loeb mentre il costruttori a Citroen. Un finale triste per una vettura gloriosa come la 206 che dalla stagione successiva comparirà solo tra i privati e nei campionati nazionali e sarà sostituita dalla più lunga 307 che non riuscirà a brillare allo stesso modo.

La scheda tecnica della Peugeot 206 WRC

Motore: anteriore trasversale, 4 cilindri in linea. Cilindrata: 1997,5 cm3, turbo raffreddato ad acqua caricato. Potenza del motore: 300 CV a 5250 giri / min. Coppia del motore: 635 Nm a 4000 giri / min. Caricabatterie turbo Garrett / Allied Signal TR30R e gestione motore Magneti-Marelli Step 9.

Trasmissione: Trazione integrale. I differenziali anteriore e centrale sono controllati elettronicamente. Cambio a 5 marce Peugeot / X-Trac non sincronizzato, sequenziale montato longitudinalmente. Frizione a tripla piastra in carbonio.

Sospensioni: Anteriore: McPherson indipendente monta il braccio trasversale inferiore, molle elicoidali e ammortizzatori a gas, barra antirollio regolabile su ghiaia, regolabile elettronicamente, effetto antirollio “attivo” su asfalto.

Posteriore: McPherson indipendente monta il braccio trasversale inferiore, molle elicoidali e ammortizzatori a gas, barra antirollio regolabile in cabina, regolabile elettronicamente, effetto antirollio “attivo” sull’asfalto.

Telaio: monoscocca in acciaio

Dimensioni: Lunghezza: 4005 mm, Larghezza : 1770 mm, 1230 kg (omologazione FIA minima)

Peugeot 206 WRC: la video storia

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