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Cerda, il centro nevralgico della Targa Florio – Luoghi di Rally

Andiamo a rivivere uno dei mitici luoghi della gara più vecchia del mondo

Come sempre la nostra rubrica “Luoghi di Rally” vi porta a scoprire (o riscoprire) luoghi all’apparenza non troppo famosi ma che per i rally hanno un significato importante. Paesi, vicoli, curve e passaggi in cui si sono scritte pagine importanti e in cui ancora oggi talvolta si corre ma dove ogni giorno si continua a respirare rallysmo, storia e passione.

Oggi vi portiamo nella splendida Sicilia, teatro di una epica dal nome Targa Florio. Un bellissimo viaggio in provincia di Palermo e nel territorio delle Madonie, con i suoi paesini che si arrampicano sulla sua dorsale e che si allungano fino alle bianche spiagge della costa tirrenica. I luoghi simbolo sono chiaramente molteplici e tutti quanti affascinanti a modo loro, ma probabilmente il più celebre, per svariati motivi, è Cerda.

La storia

Cerda, è un comune di 5.129 abitanti, come detto in provincia di Palermo, posizionato nella zona collinare contenuta tra l’Imera Settentrionale e il Torto.

Così la racconta Wikipedia:

Cerda, paese collinare a 60 km da Palermo, si appoggia ai contrafforti madoniti degli ex feudi di “Calcusa” e “Fontanamurata”. Detto Feudo, è talvolta denominato soltanto Calcusa, Fontanamurata o Murata. Da tempo è un redditizio centro agricolo famoso soprattutto per la coltivazione del Carciofo, grazie al quale il turismo gastronomico è divenuto una realtà consolidata. A testimonianza vi è infatti l’organizzazione annuale della Sagra del Carciofo, che ricade ogni 25 aprile. Il suggestivo paese è allocato in una ridente posizione geografica  tra le valli dei fiumi Imera e Torto, nelle Madonie nord-occidentali. Il suo nome è indissolubilmente legato alla storica gara automobilistica della “Targa Florio”.

Cerda nei rally

Cerda è da sempre il cuore pulsante della Targa Florio, agli albori gara automobilistica (ai tempi infatti era chiamata Circuito Targa Florio) e poi tramutata in rally.

Punto strategico della competizione sono da sempre le Madonie, dove un agglomerato di stradine strette e alquanto tortuose fanno da suggestivo richiamo per il folto pubblico. La Targa Florio si guadagnò immediatamente uno spazio nella leggenda per via delle enormi difficoltà insite nella durezza del tracciato al punto che anche soltanto vedere la bandiera a scacchi era un motivo di orgoglio e soddisfazione.

Come la tradizione insegna, i tre circuiti storici interessavano sempre il comprensorio di Cerda. Memorabili sono le gesta degli equipaggi compiute al “Grande Circuito delle Madonie” (Km 148.82), al “Circuito delle Madonie” (Km 108) e al “Piccolo Circuito delle Madonie” (Km 72). Il Circuito delle Madonie partiva proprio da Cerda, mentre il “Piccolo Circuito delle Madonie” per la precisione aveva lo Start collocato nel luogo più gettonato: le Tribune. A partire dal 1978 la Targa Florio viene riconosciuta ufficialmente come un rally e Cerda ne diventa il quartier generale .

Il suo territorio comunale non è mai stato escluso da un’edizione, anzi sono numerose le prove speciali che ha ospitato in questo lunghissimo arco di tempo. La più nota è “Tribune”, che sarà presente anche nell’edizione 2021, ma anche “Floriopoli – Cerda” e “Cerda – Caltavulturo” sono una meta ambita da centinaia di appassionati. Sono prove cronometrate leggendare e impegnative per l’alternanza tra allunghi veloci con asfalto sporco e i tratti guidati.

Cerda raccontata da chi l’ha affrontata

Abbiamo chiesto tempo fa ad uno dei più noti piloti siciliani di sempre,  Salvatore “Totò” Riolo, vincitore del 5° Rally Targa Florio Historic e di ben tre edizioni del rally moderno, di raccontarci quali sono le sensazioni che si provano in macchina.

La Floriopoli – Cerda l’ho affrontata praticamente in tutte le salse possibili ed immaginabili fino al 2008. La prova è stata poi reintrodotta nell’anno del centenario del Targa Florio, riscuotendo grandissimo successo tra gli addetti ai lavori e i piloti del Campionato Italiano Rally. È un tratto molto veloce  con solamente tre punti più lenti che richiedono la seconda marcia, mentre il resto del percorso è un susseguirsi di marce superiori. La prova parte dalle storiche tribune di Cerda e subito troviamo una curva destra molto veloce da affrontare piena, per poi giungere ad una destra 3 molto impegnativa, seguita da una serie di sinistre quasi tutte 4. Il tutto porta al secondo punto lento della prova. Da lì si affronta un mezzo tornante destro che incanala la speciale nel tratto più veloce. Seguono quindi due rettilinei: il primo si percorre “flat out”, mentre il secondo prevede un pezzettino di discesa seguito da una destra molto impegnativa. Si arriva infine alla parte lenta della prova. Per fare il tempo occorre un’auto con molti cavalli e soprattutto con un assetto ottimale. L’esperienza indubbiamente insegna a mettere perfettamente le ruote nel punto di corda, perché l’asfalto non ha lo stesso grip. Ho avuto la fortuna di correre con diverse vetture e secondo me quelle che si adattano maggiormente sono le Mégane e 306 Maxi. Per quanto riguarda le Storiche invece la Porsche è perfetta.

Riolo Toto,Rappa Gianfrancesco Maria(Subaru legacy,CST Sport,#201), CAMPIONATO ITALIANO RALLY AUTO STORICHE

La parola va ora a Simone Campedelli, vincitore del Rally Targa Florio con la Ford Fiesta R5.

Tutta la Targa Florio in sé suscita grandi emozioni. Percorrere, anche in parte, le mitiche prove del circuito delle Madonie comporta sensazioni forti e inspiegabili. Gareggiare su prove cariche di storia è indubbiamente un grosso privilegio che non tutti si possono permettere e io personalmente mi sento fortunato. Lo stesso discorso vale ovviamente anche per luoghi come Castelbuono o Geraci, parte integrante del Lungo Circuito. Tornando alla Cerda, credo che assieme alla prova Targa sia la classicissima del rally. Negli ultimi anni il crono è stato denominato “Floriopoli” e, credetemi, solamente a parlarne mi vengono i brividi e la pelle d’oca. La stage ha lo Start allocato due curve prima delle Tribune, poi si effettua una destra veloce e una sinistra che chiude leggermente proprio sulle Tribune, che apre verso la fine dei Box. Da lì ci si lancia in un rettilineo e poi una curva a destra che si affronta in quinta piena, arrivando quasi a limitatore. La strada tendenzialmente è caratterizzata da due corsie: il primo tratto è veloce con qualche serie di curve a serpente con destre e sinistre veloci e sale per circa 5-6 chilometri, alternando tratti con curve tonde a tratti rettilinei dove si raggiunge nuovamente il limitatore, con chicane a rallentare un po’ le medie. Considerando che siamo in Sicilia gli asfalti sono scivolosi e la prova speciale di Cerda lo è in modo particolare. Lì passano molti camion diretti alle cave e quindi lasciano in superficie un leggero strato di polvere, la quale priva l’asfalto di aderenza. Impressionante è affrontare molte curve in quarta e quinta marcia in sovrasterzo! Infine si arriva propriamente a Cerda per il C.O. ove ogni volta le nostre macchine transitano in mezzo a due ali di folla. Non dimentichiamoci infine che Cerda è il paese nativo del mio amico Totò Riolo, un ulteriore tocco di magia regalato a questo splendido contesto rallistico.

Simone Campedelli, Tania Canton (Ford Fiesta ST R5 #2, Progect Team Srl), CAMPIONATO ITALIANO RALLY

Cerda oggi

La cittadina di Cerda offre un importante museo, dedicato ovviamente alla Targa Florio. La struttura è stata ideata e creata da Antonino Catanzaro, ex operaio della FIAT originario di Termini Imerese.

Allestito in un vecchio garage che fu il quartier generale della Squadra Corse Alfa Romeo, questo piccolo ma significativo museo espone un’impressionante raccolta di fotografie perlopiù in bianconero, oltre a rari cimeli, trofei, automobili, libri, tute di celebri piloti, cataloghi, registri e oggettistica legata alla celeberrima corsa isolana. Molto interessanti gli imponenti plastici realizzati da abili artigiani che riportano scene memorabili di alcune edizioni della Targa Florio, come la fatale toccata agli alti marciapiedi di Collesano che costò la vittoria a Nino Vaccarella su Ferrari P4 nell’edizione 1967. Fra i molti elementi esposti spicca la targa del 1926, l’unica ad essere stata consegnata da Vincenzo Florio ad una casa costruttrice. Proprio la Bugatti, ottenne un risultato eccezionale occupando tutti i gradini del podio.

Diamo ora la parola al motore della Porsche guidata da Salvatore Riolo: salite in macchina con lui e respirate quell’aria che sa di storia e tradizione!

 

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