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Italia – Intervista con Alessandro Mattioda: “Monte 2009 gara pazzesca”

Esclusiva con l'attuale navigatore di Davide Nicelli

Continuano le nostre interviste in esclusiva con i protagonisti del rallysmo Italiano e Mondiale. Oggi è il turno di Alessandro Mattioda, navigatore che attualmente divide l’abitacolo con il giovane Davide Nicelli.

Nel corso della sua carriera Mattioda ha diviso l’abitacolo con diversi piloti, tra cui Luca Betti con cui ha disputato il prestigioso Rallye Monte-Carlo.

Chi è Alessandro e da dove nasce la tua passione per i rally?

Alessandro è un ragazzo molto semplice e riservato, di poche parole, che se può scegliere preferisce lavorare dietro le quinte. Sono appassionato di tutto il motorsport a 2 e 4 ruote (sono stato anche accreditato per la F1 e MotoGP) e sono stato alla 24 ore di Daytona. Pratico e seguo il ciclismo e lo sci alpino.

Nella vita sono un perito elettrotecnico per una società che si occupa di distribuire energia elettrica. La passione per i rally sono una cosa innata, anche se nessuno in famiglia correva ma, da che ho memoria la ho sempre avuta , vicino a casa passavano il rally della Lana ed il Valle d’Aosta, due gare all’epoca molto importanti, che per tutti i bambini erano una festa e andavano a vedere. Penso che questo abbia avuto molto peso e poi papà preferiva certamente portarmi a vedere un rally piuttosto che allo stadio: anche a lui piacciono i motori.

Prima di iniziare la nostra chiacchierata, ti chiedo come stai e come stai vivendo questo momento difficile?

Fortunatamente i miei famigliari ed amici stanno tutti bene e nel mio settore lavorativo, adottando tutte le dovute precauzioni, non ci siamo mai fermati, per cui sono riuscito a trascorrere questo periodo vivendo una pseudo normalità. Speriamo di uscirne quanto prima per il bene di tutti.

Debutti nel 1999 al 971, che ricordi hai di quell’inizio?

Come ti dicevo ho sempre avuto la passione per i rally, per cui a 14 anni sarei già stato in grado di debuttare: tutto quello che avrei dovuto sapere per debuttare lo sapevo già, mancava solo la patente.

Però questo non bastava, correre per davvero un rally mi sembrava impegnativo per diversi motivi. Poi un amico ex-pilota insistette perché io facessi almeno una gara dicendomi: “tanto tu sei capace: quindi devi provare..” mi procuró lui abbigliamento, casco e pilota.

Peró, non fu’ un debutto fortunato duro’ troppo poco, ci ritirammo dopo la ps1 per un guasto. Così decisi di farne un’altra, con un altro pilota, ed alla seconda gara portai a casa la mia prima coppetta: terzi di classe in condizioni meteo difficili: dal terzo al sesto posto c’erano 2”! Una gioia immensa e lì è scattata la scintilla.

Il mese dopo fui chiamato per correre in Liguria al rally di Torriglia: caspita, ero già a correre in trasferta, allora capii che anche per me sarebbe stato possibile correre.

Rally Altavalpolcevera 2004… primo podio in carriera… ti ricordi le mozioni di quella gara?

Il primo podio: secondi assoluti ad un decimo di secondo dal primo…
In quel periodo correvo molto in Liguria con piloti liguri il mio pilota Aldo Traversaro rientrava in gara dopo un incidente in moto, partimmo un po’ a rilento e poi rimontammo fino a sfiorare la vittoria fu comunque molto bello: quello che potevamo dare lo avevamo dato tutto, e questo e’ quello che ti fa tornare a casa soddisfatto.

Montecarlo 2009… Luca Betti… che mi dici?

Montecarlo 2009 fu una gara pazzesca, ghiaccio e neve come non capitava da 15 anni, la prima edizione IRC del Monte per cui un format che tornava volutamente all’antica: non più percorso a ‘margherita’, gomme totalmente libere, partenza e arrivo da Monaco, ultima tappa con Turini da 36km tutta in notturna.

Il mio primo Montecarlo, era talmente tutto così pazzesco che l’unica cosa da fare era dare il massimo e non pensare a niente altro. Ce ne sarebbe da raccontare per scrivere un libro intero solo per quella edizione. Una gara così è una palestra di vita, perché lo sport è vita e come nella vita anche nello sport c’è un giorno in cui vieni ripagato di tutti i sacrifici che hai fatto fino a quel momento, però solo se quel giorno continui a dare tutto, a crederci senza risparmiarti, senza arrenderti alle difficoltà e senza perdere la ragione, riesci a dare un senso a tutta la tua vita sportiva. Perchè nulla ti arriva senza sacrificio….

Quando penso da dove sono partito e poi in casa mia vedo lo stesso trofeo (perchè la coppa è identica) che vedevo alzata tra le mani del mio idolo da bambino (Ayrton Senna vincitore al GP di F1) ancora adesso questa cosa mi toglie il fiato… Ottavi assoluti e primi della classifica 2RM che al Monte è premiata come la vittoria assoluta (che fu la prima di Ogier) con tanto di serata di gala allo Sporting Club seduti al tavolo dei vincitori al centro della sala. Aver fatto qualcosa che rimane nell’albo d’oro del rally più famoso al mondo per me e’ qualcosa di incredibile.

Da metà 2018 dividi l’abitacolo con Davide Nicelli come è nato questo sodalizio?

Io e Davide non ci conoscevamo, siamo stati messi in contatto a metà stagione dal ‘Maestro’ Sandro Sottile. Davide aveva bisogno di cambiare l’approccio alle gare ed io avevo voglia di un mini programma nel CIR che si reggesse su presupposti sani. I tempi però erano ristretti, così ci siamo conosciuti direttamente per andare alla prima gara assieme Roma 2018 ed abbiamo trovato subito una bella sintonia tra di noi ed io con il team.

Davide ha veramente tanta voglia di imparare e sa che bisogna fare sacrifici per provare a crescere, questo è il mio modo di vedere lo sport che condivido con lui e gli ammiro ed è alla base del nostro equipaggio. Diversamente non avrebbe senso fare tutti i sacrifici che facciamo. Purtroppo non ho tutto il tempo che vorrei da dedicare rally, per riuscire a fare un programma nel CIR faccio i salti mortali, negli anni il formato delle gare si è concentrato molto, questo mi permette di dedicarmi al CIR, cosa che anni a dietro non mi era possibile. Appena ripartirà la stagione noi ci saremo, il nostro programma nel CIR 2RM è confermato.

Il ruolo del navigatore nel corso degli ultimi anni è cambiato, sono aumentati i corsi per le nuove leve e allo stesso tempo anche i corsi di formazione sono aumentati, come vedi questo cambiamento?

Il ruolo del navigatore è cambiato perchè sono cambiati i rally, ora sono gare sprint, bisogna essere sempre perfetti non si puó mai tralasciare nessun dettaglio, preferirei chilometraggi più lunghi almeno come le gare Francesi dove anche nei rally non titolati puoi trovare ps da 25 km e chilometri totali di 100/120km , penso che questo sia un aspetto poco considerato ma molto formativo.
È un bene che ci siano dei corsi perchè sono sicuramente molto utili, la formazione è sempre una cosa positiva ti fa crescere più velocemente, avere una figura esperta per un consiglio in più è certamente un beneficio ben vengano queste iniziative. Io non ho mai fatto corsi o avuto un mentore e certamente avrei preferito averlo.

Rally del Piemonte 2019… prima vittoria in carriera con Fabrizio Bianchi su una Skoda Fabia…per te era anche la prima volta in R5… ci racconti quel weekend?

Rally del Piemonte per me è stata una vittoria già prima della partenza: correre a fianco e sulla vettura di chi ti ha seguito come tecnico per un anno e mezzo vuol dire che qualcosa di buono deve averti visto fare…

Finalmente la possibilità di salire su una R5 e con Fabrizio Bianchi! Fabrizio ha tantissimo talento ma purtroppo deve fare principalmente il preparatore e poi arrivava da due ritiri… in più nel weekend di gara le condizioni meteo erano difficili molto variabili, tanto che dallo shake-down a fine gara abbiamo modificato barre, molle e tarature in continuazione: da farsi venire il mal di testa. Peró abbiamo imparato tantissimo sulla macchina e raccogliendo tutte quelle informazioni, siamo sempre riusciti a fare scelte corrette. È stata veramente la vittoria del lavoro e del talento del Team Bianchi e poi 10 anni dopo la vittoria a Montecarlo, mi ci voleva, mi ha dato una grande soddisfazione.

Sogno nel cassetto?

Potrei dirti di averlo giá realizzato ma non sarebbe vero, perchè non avrei mai neanche sognato di vincere un trofeo al Montecarlo. Per cui ti dico che il mio sogno nel cassetto è quello di continuare ad essere sorpreso da questa bellissima passione che ho sin da bambino per i rally e che mi ha regalato momenti di vita incredibili. Sogno che magari da qualche parte ci sia ancora qualcosa di sorprendente per me…

Grazie mille della disponibilità e del tempo dedicatoci Alessandro…alla prossima..

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