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Aci Rally Monza da bordo pista: un format inedito che merita fiducia

Rally in autodromo e critiche per una volta non sono andate di pari passo, per un evento a suo modo molto interessante

Aci Rally Monza

“Alcuni credono che una gara all’interno dell’Autodromo possa essere più semplice, ma le condizioni meteo di questi  giorni potrebbero rendere invece tutto complicato. Anzi, questa gara credo che possa addirittura rivelarsi il rally più impegnativo dell’anno dato che affronteremo sezioni su terra con assetto da asfalto”

Si apriva con queste parole di Sebastien Ogier l’Aci Rally Monza 2020, scelto come ultimo ed inedito appuntamento del campionato del mondo rally. Un’opzione quasi forzata per le note conseguenze pandemiche ma assolutamente necessaria per validare il mondiale 2020 con il minimo di sette eventi previsti. E, come sappiamo bene, abbinare la parola rally con autodromo – e nelle fattispecie – quello di Monza, non è propriamente una cosa saggia. Sebbene l’ombra dello show targato Valentino sia stata ben lontana fin dagli albori dell’organizzazione di questo evento, l’opinione pubblica non si è risparmiata dallo storcere il naso di fronte alla scelta della Fia di assegnare l’atto conclusivo in Brianza. Tanto da portare persino un filo di tristezza su una conclusione di un mondiale completamente stravolto e, per certi versi, anche falsato.

E invece, alla fine, hanno avuto ragione i protagonisti in prima linea, capitanati dal neo sette volte campione del mondo. Quel mix di prove tra pista e strade di servizio nel parco si è rivelata una mossa azzeccatissima, condita dalle selettive speciali “vere” nella bergamasca. Certo, le avverse condizioni meteo ci hanno messo tanto del loro, sia in autodromo che soprattutto fuori. E, tralasciando le polemiche sull’annullamento della Costa Valle Imagna 2, la selettività di questo evento inedito è venuta fuori in modo più che evidente. Senza contare i crash di Greensmith e Veiby e l’errore di Katsuta, anche i “grandi” Neuville e Ogier sono incappati in errori e sbavature, fatali nel caso del belga.

Sarebbe bello sapere se in condizioni normali, o comunque più clementi, un format del genere risulti ugualmente spettacolare, soprattutto per quanto concerne le parti in pista, sempre sotto la lente di ingrandimento. Anche se, chi conosce bene l’autodromo, sa che certi punti sono ugualmente interessanti anche in caso di terra asciutta. E su questo è d’accordo anche Andrea Adamo, altro dei personaggi di prim’ordine che ha promosso in pieno l’Aci Rally Monza. Tanto da proporlo già nel calendario della prossima stagione, definendolo come un “tre rally in uno”. Con, perché no, una divisione equa tra speciali in strada ed in autodromo in un eventuale futuro. Senza contare il fatto che, tra bergamasco, comasco e varesotto, ci sarebbe materiale per organizzare una tappa mondiale solo in strada.

Quel che è certo è che vedere le Wrc Plus sulle strade interne dell’Autodromo ha rievocato i tempi d’oro della manifestazione brianzola, quando pioggia e fango erano all’ordine del giorno. Ed il mondiale non era nemmeno nei progetti del campionato del mondo di quei tempi. Per questo, per chi era a bordo strada e vive abitualmente l’autodromo brianzolo durante tutta la stagione agonistica, è parso davvero strano trovarsi i ricognitori in prova stile Montecarlo ed i nomi pesanti del mondiale stampati sulle entry list. Quasi come fosse una cosa da realizzare con calma, salvo poi accorgersi che il mondiale si è corso e deciso proprio nell’impianto italiano più ricco di storia.

Inutile parlare di gara falsata o “piazzalata”, perché per rendersi conto della complessità di questo inedito rally è stato necessario essere lì sul posto. E, come sempre, le cose viste dal vivo rendono molto di più che davanti ad uno schermo. Probabilmente il mondiale a Monza è stato solo un caso isolato, ma indubbiamente è stato bello vedere il tempio della velocità non al centro delle polemiche per vicende legate ad una kermesse. Dimostrando che anche un circuito come quello brianzolo organizzato ad una certa maniera, seppur dotato di parti “extra” come la sopraelevate e le strade sterrate interne, può essere ospite di un degno round iridato.

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