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Il duello Darniche – Waldegard, icona del Montecarlo ’79

Ripercorriamo quella bellissima edizione della gara monegasca, vinta da Darniche su Lancia Stratos

Anno domini 1979, quell’anno il Rallye Monte-Carlo era un rally per uomini veri, 2554 chilometri di cui 600 di prove cronometrate, spalmate in 30 prove speciali. I nomi delle prove a distanza di 42 anni mettono ancora i brividi, quell’anno il menù della gara era ricco. Burzet, Sisteron, St. Michel, St. Jean en Royans e Moulinet-La Bollene da affrontarsi da ambo le direzioni.

Sono 254 gli equipaggi che si presentano al via della gara, con tutti i big dell’epoca presenti. Il team Alitalia Fiat schierava due Fiat 131 Abarth affidandole a Markku Alen e Walter Rohrl. Stessa vettura anche per Michelle Mouton e Jean-Claude Andruet che correvano con i colori di Fiat France. Ford risponde con due Ford Escort RS 1800 MKII, portate in gara da Bjorn Waldegard e Hannu Mikkola, a queste si aggiunge quella “privata” portata in gara dal nostro Antonio Carello. Le fiches in casa Opel sono tutte puntate sullo svedese Anders Kullang che porta in gara la Kadett GT/E. Tanti anche gli outsider, gli occhi dei tifosi francesi sono tutti per il vincitore a sorpresa del 1978 Jean Pierre Nicolas navigato da Jean Todt su Porsche 911 Carrera RS e sulla Lancia Stratos preparata dal team Chardonnet portata in gara da Bernard Darniche. Mentre i tifosi italiani, riponevano grandi speranze in Fulvio Bacchelli (Lancia Stratos HF).

DAY1 – LUNEDI’ 22 GENNAIO

I favori quell’anno erano per Ford infatti, porterà a casa il titolo Piloti e Costruttori. Come sappiamo al Montecarlo gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, e azzardare dei pronostici alla vigilia è come giocare alla roulette russa. Spesso le insidie del percorso, con neve e ghiaccio a farla spesso da padroni, possono rivoltare la classifica come un guanto. La gara si apre lunedì 22 gennaio con cinque prove speciali, per un totale di 132 chilometri, di cui due da disputarsi in notturna. Pronti via, la prima zampata sui 27 chilometri di Burzet la piazza Mikkola che precede di ben 22” Markku Alen. Meglio del finlandese fanno Darniche, Waldegard, Rohrl e Andruet. La gara perde subito il primo protagonista, infatti causa triplice foratura Kullang è costretto ad alzare bandiera bianca. La gara prosegue con un bel testa a testa tra i due alfieri Ford con Mikkola e Waldegard che si scambiano la prima posizione in diverse occasioni. La giornata si chiude con il finlandese primo con 10” di vantaggio sullo svedese, mentre Rohrl con la prima delle 131 Abarth paga già 1’42” di ritardo.

DAY2 – MARTEDI’ 23 GENNAIO e MERCOLEDI’ 24 GENNAIO

Ora il gioco si fa maledettamente serio, il day2 è qualcosa di massacrante. Quindici prove da disputare (una poi sarà annullata) per un totale di 314 chilometri cronometrati. Si parte da Monaco attorno alle 8 di mattina del 23 gennaio per farci ritorno solamente nel tardo pomeriggio del 24 gennaio. Piove sul Principato e sulle prove, pronti via è Darniche vince i primi due crono di una lunghissima giornata, ma è un fuoco di paglia. Mikkola piazza uno-due sui crono di Las Planas e Barcellonette, mentre Waldegard risponde vincendo a Pont du Fosse. Finalmente si fa vedere anche Markku Alen, che firma un doppio acuto sulla corta Circuit de Glace Serre Chevalier e la Pont de l’Alp. Alle prime luci dell’alba la classifica le due Ford di Mikkola e Waldegard dominano le operazioni con gli avversari attardati di oltre quattro minuti. La prima svolta avviene sulla SS19, Roquesteron, sui 18 chilometri di questa speciale, il leader Mikkola fora perdendo oltre 2′ minuti. Nè approfitta il compagno di squadra Waldegard, che passa a condure le operazioni con un vantaggio di 1’22” sul finlandese. Gli equipaggi fanno rotta verso Monaco, ma prima di arrivare al Principato, corrono l’ultimo crono del day2, che viene vinto da Darniche.

Ma i colpi di scena non finisco qui, all’arrivo a Monte-Carlo, arriva un telex che stravolge completamente le classifiche. La gendarmeria di Castellane ha segnato che due equipaggi hanno violato il regolamento di gara. Gli equipaggi coinvolti sono quelli formati da Mikkola-Hertz che si vede infliggere 5′ minuti sul groppone per violazione dell’articolo 44 par.7 del regolamento di gara. Peggio va a Warmblond-Alessandrini (Citroen CZ 2500 Diesel) che si vedono squalificati, per violazione dell’articolo 44 par.15. Le infrazioni, secondo quanto riporta la gendarmeria sono avvenute a St. Julien du Verdon, entrambi hanno effettuato dei sorpassi azzardati.

La classifica quindi né usciva completamente rivoluzionata, con Mikkola che scivola dal secondo al quinto posto, sopravanzato da Alen, Rohrl e Andruet. Sesto troviamo Darniche.

DAY3 – MERCOLEDI 24 GENNAIO e GIOVEDI’ 25 GENNAIO

Mentre in casa Ford, si corre hai ripari presentando ricorso contro la penalità di Mikkola, gli equipaggi si preparano per l’ultima notte di gara. Dieci le prove previste per un totale di 173 chilometri, con tre passaggi previsti sul mitico Turini. Nonostante testimonianze a discolpa di Mikkola, la penalità resta. Il finnico ha avuto la sfortuna di trovare sulla sua strada due vetture “assistenza”, che vedendolo arrivare dietro di loro hanno accostato per farlo passare. Un chiaro invito a passare, ma nel sorpasso oltrepassa la linea di mezzeria e questo non sfugge a un solerte gendarme, che avvisa subito tramite telex gli organizzatori. Pronti via è inizia il Darniche show. Pronti via ed il francese rosicchia 22” allo svedese, che comunque amministra la situazione forte dei 6′ di vantaggio su Darniche. Il copione non cambia, Darniche fa volare la Stratos, recuperando posizioni e svantaggio. Dopo la SS26 (la sesta della serata), occupa la terza posizione a 3’03” da Waldegard e ad appena 31” da Rohrl.

Il francese ci crede, recupera ancora secondi è mette pressione allo svedese. Ma un altro colpo di scena avviene sul penultimo crono di giornata, la tenuta Villars di 13 chilometri. Waldegard comanda ancora le operazioni con un vantaggio di circa un minuto e mezzo su Darniche e Rohrl. All’epoca al Monte-Carlo non erano previsti gli apripista, ma mai come in quell’occasione sarebbero serviti. Dopo una curva a sinistra, lo svedese vede qualcosa di anomalo sulla strada, si tratta di una grossa pietra proprio all’interno della curva. Con una manovra da acrobata riesce a evitarla, ma subito dopo, stavolta sulla destra, un’altra pietra. Nulla può fare se non impattare con questa, è lascia per strada 30” secondi che sommati a quelli che gli infligge Darniche, riducono il vantaggio ad appena 15” secondi. Il Monte è clamorosamente riaperto. Lo svedese in appena nove speciali ha perso oltre 6′ di vantaggio sul francese. Nel frattempo il tedesco Rohrl alza bandiera bianca, causa rottura del motore.

Ore 06,25 del 25 gennaio 1979. Saranno i 22 chilometri del “Turini” (La Bollene-Moulinet), a decidere le sorti di questo fantastico Monte-Carlo. Le radio dei team iniziano a gracchiare i tempi, Waldegard 20’11”, Alen 21’04”, Mikkola 20’36”… ora l’attesa è tutta per il tempo di Darniche. La Stratos blu del transalpino, divora i 22 chilometri del Turini, ferma i cronometri sul 19’50”. Il Monte-Carlo è suo…per appena 6”! L’impresa era compiuta, con una feroce rimonta Darniche e Mahe portano a casa una gara incredibile.

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