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Ogier, Toivonen e la vittoria dopo un incidente in trasferimento che li accomuna

Cambiano le auto e i piloti, ma non la stoffa dei campioni veri

Il Rally Croatia è terminato da poco più di ventiquattro ore con il trionfo di Sebastien Ogier agguantato proprio al fotofinish. Il francese spreme la sua Toyota e usa fino all’ultimo centimetro di asfalto disponibile nella Power Stage per mettere il suo secondo sigillo nei Balcani. Una vittoria al cardiopalma che ha mandato in visibilio tutto il pubblico presente.

Eppure non è stata un’impresa facile nemmeno per un campionissimo come lui, abituato a dominare su ogni fondo e a convivere con i riflettori accesi anche quando i motori sono a riposo nelle Factory dei team. Nella prima parte del weekend Neuville ha fatto il suo dovere, salvo lasciare poi il testimone ad Elfyn Evans e appunto allo stesso Ogier nelle prove speciali rimanenti. Ma l’elemento che certamente ha fatto più scalpore è quel tanto chiacchierato e appuntato incidente nel trasferimento accaduto con un’automobile di un malcapitato. Non vogliamo ritornarci su, ormai si è già detto tutto e ancora un po’, ma semplicemente fermarci a pensare.

La Yaris WRC viene urtata in trasferimento da un passante che incrocia la sua traiettoria e la mente viene d’un tratto avvolta da un forte senso di dèjà vu. Probabilmente il Campionato del Mondo Rally ha già visto una scena del genere, ma dove? Apriamo tutti i cassetti della memoria, fino a quando… ma certo! Monte Carlo 1986 e la vittoria di Toivonen!

Il compianto finlandese vide prima la sua Lancia Delta S4 distrutta in un clamoroso sinistro avvenuto con un’auto del pubblico lungo un trasferimento, e poi abilmente riparata in tempi record dallo squadrone della Martini Racing capitanata da Cesare Fiorio. Henri e Sergio poterono dunque riprendere il loro cammino e, con una rimonta quasi impossibile completata nel’ultima notte sul mitico Turini, beffarono la 205 T16 di Timo Salonen salendo con le prime luci dell’alba sul gradino più alto del podio.

Dinamiche e tempi diversi, ma se con un pizzico di passione unita alla nostalgia analizziamo con la lente d’ingrandimento la rimonta e la conseguente vittoria di Sebastien Ogier e Julien Ingrassia strappata con le unghie e con i denti ieri non possiamo non notare che le auto e i piloti possono e devono cambiare, ma la stoffa del campione rimane immutata in qualunque periodo storico.

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