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Senza dire una parola…

Julien Ingrassia lascia il WRC dopo 8 titoli e l'attitudine di chi ha fatto la storia consapevolmente

Siamo dunque giunti alla fine di questo ACI Rally Monza. “La gara degli addio” potremmo ribattezzarla, con una lunga sequenza di protagonisti che a Monza si son congedati dal WRC. Salutavano le WRC Plus, chiudendo un’era di rally memorabile e difficilmente replicabile. Chiudeva Ford Fiesta, con due titoli mondiali e dieci anni di onoratissima carriera. Si congedava, infine, Julien Ingrassia, storico navigatore che ha accompagnato Sebastien Ogier in ognuno degli otto titoli mondiali e che merita qualche parola in più a chiusura di una carriera straordinaria. Nato il 26 novembre 1979 ad Aix-en-Provence, Ingrassia chiude con un numeri a dir poco impressionanti la sua carriera nel mondiale rally: limitandosi alla sola categoria principale, 168 gare disputate con 54 vittorie (32,1%), 91 podi (54,2%), 632 prove speciali vinte. Numeri impressionanti, che diventano incredibili se pensiamo che sono passati poco più di dieci anni da quel Vodafone Rally de Portugal 2010 che sancì la prima vittoria nel mondiale di Julien. Numeri che impressionano ma che non raccontano come si dovrebbe quel che Julien ha dimostrato nel corso di questi anni. Sì perché mentre le statistiche verranno consegnate ad imperitura memoria, quel che non si dovrà smarrire nel tempo di Ingrassia è l’attitudine. Il modo di essere il navigatore di uno dei piloti (se non il pilota) più forti della storia dei rally moderni. Mi ha sempre colpito questa sorta di “doppia personalità”: sorridente, divertente ed espansivo nella vita, Julien ha sempre saputo trasformarsi nel professionista gelido e praticamente infallibile (ricordo un solo “errore, la famosa tabella dimentica al CO al Rally Italia Sardegna 2018) che accompagna il proprio compagno, senza mai soffrirne la grandezza. Non un amico, un compagno. Un elemento complementare di un equipaggio perfetto, quello che servirà come linea guida per generazioni e generazioni di equipaggi a venire. Un uomo che coi media non ha mai parlato troppo (abbiamo provato e riprovato ad intervistarlo senza mai riuscirci) non perché non volesse ma, semplicemente, perché non ce n’era bisogno. Un pluricampione del mondo che ha sempre saputo riconoscere i confini del suo lavoro e l’importanza del progetto di cui è stato fin da subito parte integrante e spesso determinante. Una dedizione di cui Ogier ha riconosciuto la grandezza fino all’ultimo metro, fino a quel “This guy is a legend” gridato allo stop della Serraglio 2 mentre Julien era intento a farsi abbracciare dal mondo intero dal cofano della Yaris WRC. Immagini meravigliose e vero tributo ad un campione immenso che aveva già deciso che poteva bastare così. Con l’ultimo titolo avvolto da una bandiera francese con scritto il suo nome e senza dire nemmeno una parola che non fosse una nota… Foto di copertina: Luca Barsali  
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