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Dakar – La storia del Tweekoppig Monster, il mostro a due teste che corse la Dakar

La nascita di uno dei veicoli più curiosi che hanno gareggiato in questa maratona

Gli anni 80 sono sicuramente stata un’epoca d’oro nel motorsport, un’epoca di innovazioni tecnologiche, potenze mostruose e, purtroppo, grandi rischi.

Se nei rally tutto questo si manifestò con le Gruppo B, nella Dakar il vero corrispettivo in quanto a velocità e pericolosità si ebbe con i camion di classe T4.

Prototipi con potenze e prestazioni tali da mettere in ombra auto del calibro della Peugeot 405 T16 Gran Raid. E già so che molti si ricorderanno il famoso sorpasso, del 1988, inflitto ai danni di Vatanen dal mostruoso DAF 95 X1 Twin Turbo sul filo dei 200km/h, seguito pochi giorni dopo da uno spaventoso incidente che decretò la messa al bando di questa categoria (altra macabra similitudine con le Gr. B). 

Vi sblocco un ricordo…

il DAF 95 X1 Twin Turbo fu l’ultima evoluzione del prototipo ideato da Jan de Rooy, imprenditore olandese nel campo dei trasporti e pilota di rally (oltre che dei suoi stessi mezzi).

De Rooy iniziò a partecipare alla Dakar nel 1982 e nel 1983 con un camion DAF praticamente di serie, riuscendo a terminare la gara ma si rese conto che la potenza a disposizione di quei mezzi non era sufficiente per vincere o sperare in un buon piazzamento.

Ma il buon Jan non era un uomo che si perdeva d’animo, e sapeva che ad ogni problema c’è una soluzione. In questo caso il problema era la mancanza di potenza? Bene, allora aggiungiamo un motore! Ma come lo aggiungiamo? Semplice: accoppiamo 2 camion!

Viene quindi preso un secondo DAF 3300, dalle immagini d’epoca direi anche abbastanza malconcio, che giaceva nel piazzale, viene tagliato e “aggiunto” all’altro, dando vita alla più stravagante creatura meccanica che abbia mai corso alla Dakar, il “Tweekoppig Monster”, il mostro a due teste.

In sostanza ogni metà camion aveva il proprio motore che muoveva le ruote dell’asse opposto (il motore anteriore era collegato con il motore posteriore e viceversa), erano presenti anche 2 cambi sincronizzati, mentre a sterzare erano solo le ruote anteriori.

Come si vede la parte posteriore non era proprio nuova di fabbrica

In totale il Tweekoppig Monster aveva una potenza complessiva di circa 800 cavalli e una coppia, giustamente, mostruosa. Tali dati sono solo una stima in quanto il banco di prova della DAF venne letteralmente fuso dai motori del Tweekoppig.

La messa in sincrono dei 2 motori richiedette, come potete immaginare, un sacco di tempo, tanto che non rimase tempo sufficiente per costruire una copertura per la parte posteriore. Prese allora il sopravvento l’idea di lasciare li la seconda cabina ed adattarla come cuccetta per l’equipaggio (e vi assicuro che era già un lusso a quei tempi avere un tetto sopra la testa!).

Altro che 5 stelle!

il Tweekoppig Monster non riuscì a vincere l’edizione del 1984 in quanto, mentre era in testa, fu fermato da un guasto e fu poi soppiantato da modelli più evoluti, a partire dalla versione successiva “The Bull”, fino al sopra citato DAF 95 X1 Twin Turbo, che tuttavia continuava a mantenere lo stesso schema con 2 motori.

Quest’anno il Tweekoppig Monster è tornato ad attirare l’attenzione di tutti alla Dakar Classic, ristrutturato dal figlio di Jan, Gerard de Rooy e non potevamo davvero che raccontarvi la bizzarra storia di questo mostro a due teste che ha, in qualche modo, dato vita alle “Gruppo B dei camion”.

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