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Dalla fotografia ai rally: Lorenzo Martincich ci racconta la sua avventura al RallyLegend 2023

Ci siamo fatti raccontare com'è stato, per una volta non solo con le immagini.

Con Lorenzo ci conosciamo ormai da diversi anni e non abbiamo mai nascosto la stima reciproca. Insieme abbiamo approcciato diversi ambiti dei rally, con la comune voglia di provare a fare sempre qualcosa di diverso e di cercare sempre nuovi stimoli.

Quando qualche mese fa mi ha chiamato per sapere se ci sarebbe piaciuto supportare la sua “discesa in campo” nel contesto del RallyLegend è stato subito sì, senza pensarci un secondo e senza voler troppi dettagli. Lo abbiamo seguito, ascoltato e supportato durante la settimana a San Marino e oggi, con il progetto finalmente concluso nel migliore dei modi, ci siamo fatti raccontare com’è andata.

Dalla fotografia ai rally: raccontaci.

Ciao a tutti, molti mi conoscono come “Pro One Media”, ma questa volta sarò semplicemente “Lorenzo”. Se segui il mondo dei rally nel 99% dei casi sogni prima o dopo di farne uno, e così e stato per me sin dagli inizi. Dopo anni dietro all’obbiettivo della mia fotocamera, la scorsa settimana ho finalmente coronato questo sogno.

Perché tra tutte le gare possibili e i vari campionati hai scelto di affrontare la cornice del RallyLegend?

Il Legend non è un rally qualsiasi. Se fai “male” resta parte di uno show, e ci sta. Non ho avuto le pressioni (o almeno non pensavo di averle prima di partire) di ottenere un buon risultato, ma solo l’idea di divertirmi e portare a casa una bella esperienza, specialmente essendo la prima gara.

Sicuramente il Legend anche perché, in quei pochi chilometri di prove, è racchiuso tutto il calore di un pubblico internazionale che solo una gara di WRC ti può dare, e forse nemmeno quella essendo sviluppata in molti più chilometri, quindi possiamo dire che a livello emozionale ti regala davvero tanto; Infine, perché sicuramente a livello mediatico è una vetrina perfetta per noi in primis e per tutti coloro che hanno deciso di supportare questa avventura.

Come si approccia una gara così particolare?

Forse abbiamo voluto fare le cose in grande (nel nostro piccolo), ma abbiamo voluto puntare tutto su questo evento. Forse perché le possibilità non sono alte in qualcosa di continuativo, forse semplicemente perché ci teniamo in ciò che facciamo. Ciò che conta e aver dato il massimo nel mettere in piedi tutto un contesto che sia funzionale sia all’immagine che al risultato finale.

Abbiamo vinto (fortunatamente) e lo abbiamo fatto parallelamente ad un circolo di comunicazione studiato da mesi e nei minimi dettagli. Sicuramente ci sono stati degli intoppi, come normale che sia, però fa parte del gioco. Sapevamo che, ad esempio, anche creando una livrea di questo tipo, che segue le linee ufficiali ma rimanendo fedeli ai miei colori, ovvero gli stessi che portiamo avanti da anni con Pro One Media, avrebbe funzionato anche a livello visivo, nonostante nel contesto dell’evento stavamo partecipando con “una piccolina” se ci commisuriamo con il tipo di macchine presenti, e questa è solo una delle cose che abbiamo pensato per questa 21sima edizione del Rallylegend.

Quindi l’obiettivo o gli obiettivi, erano molteplici. Cosa pensi di aver raggiunto e cosa avresti forse potuto fare meglio?

L’obbiettivo come già ribadito era quello di divertirci e di fare qualcosa di funzionale. Ovviamente, cercare una possibile prestazione vaga sempre nella testa, sin da quando correvo in kart o nelle cronoscalate dove magari partecipavamo in un vero e proprio campionato, ma questa volta ho cercato di insistere nel concentrarmi sull’arrivare in fondo senza far danni, senza commettere troppi errori e portando a casa una bella esperienza.

I rally sono qualcosa di diverso, anche un piccolo errore può costare caro e passare da un “bravo, sei arrivato in fondo” a un “sei solo un esaltato che dopo un paio di prove è finito fuori” è un attimo, e così oltre che un danno economico per me e gli sponsor stessi, si andrebbe a rovinare quello che è stato un sogno per troppo tempo.

Non è stato facile all’inizio, ovvero...a dire la verità è stato più facile nella fase iniziale parlando della vettura, ma nel contesto generale ci sono stati diversi intoppi, a partire dalle tempistiche legate alla livrea, dove per una settimana ho corso avanti ed indietro con la macchina sul carrello per la realizzazione della livrea, ai test rimandati di settimana in settimana fino alla prova “ufficiale” che abbiamo fatto la settimana stessa del Legend, ai problemi di tipo “meccanico”, quando ad esempio la macchina per le ricognizioni non si è più accesa prima di iniziarle (pompa della benzina guasta) ed il semiasse della 106 rotto dopo pochi metri nella prima prova del giovedì sera, costringendoci a saltare una parte dello shakedown, dato che il nuovo semiasse è partito da Trento la mattina stessa.

Quando dico che è stato più facile all’inizio, intendo che mi sono subito trovato a mio agio sulla 106, ma ahimè stavo provando su una pista, la quale si è rivelata totalmente diversa dalle strade sanmarinesi. Tuttavia è stato davvero utile ed importante salire a bordo della Peugeot per capire i meccanismi prima di partire, ed anche se abbiamo fatto si e no due turni e mezzo per una 15ina di km in totale, partire per la prima prova non è stato affatto “faticoso” a livello mentale.

Veniamo alla macchina: 106. Una scelta particolare e veramente iconica. Come ti sei trovato?

Come ho detto inizialmente non ho avuto grosse problematiche ad adattarmi alla nuova macchina, o meglio, pensavo sarebbe stato molto più complicato. La vera difficoltà è stata poi portarla su un tipo di strada totalmente dissestata, dove ogni buca ti strappava la macchina dalle mani e dove ogni dosso o minimo avvallamento la faceva saltellare con il posteriore a destra e sinistra.

Chi corre sa che a prescindere il Kit non è un mezzo semplice da portare rispetto alle macchine di oggi (per chi è allenato ovviamente), il tutto però è accentuato dal fatto che per me è stata la prima volta sia con questa tipologia di vettura, sia in un contesto rally, dunque con esperienza 0 alle mie spalle, se non quella delle gare in salita o dei slalom.

Per questo motivo, grazie anche a Denis (il mio navigatore, fondamentale la sua presenza), abbiamo cercato di portare a termine una gara nel modo più pulito possibile e, dove necessario, rinunciare ad un po’ di spettacolo o mollare dove si poteva tranquillamente tenere giù, ma penso che questo faccia parte anche in linea generale nelle gare con un livello di competitività più alto. Alla fine spesso i rally si vincono prima ancora con la costanza e l’attenzione più che solo ed unicamente il piede pesante ed il cervello scollegato.

Veniamo ora all’aspetto forse più importante ed interessante di tutto il progetto: le emozioni. Cosa si prova a fare il salto da bordo strada al centro della strada, diventando tu stesso l’attore di quello show che cerchi sempre di raccontarci con le tue immagini?

Le emozioni provate sono indescrivibili, specialmente per uno come me che, già quando era a bordo strada e vedeva queste macchine passare magari con i fari in notturna si emozionava.

Penso che i due momenti più speciali siano stati la notte dei “Laghi”, dove siamo passati tra una folla di gente con fumogeni e fuochi d’artificio disposti su gran parte della prova, ed alla fine del rally, dove sapevamo di avere la prima posizione in tasca (una volta che il nostro diretto avversario – purtroppo per lui – si era ritirato) dove una volta giunti al fine prova sono svanite le ansie di eventuali rotture meccaniche o qualche errore mio.

Questi sono stati due momenti davvero speciali che penso resteranno con me per parecchio tempo e che mi emozionano ogni volta che torno ad immaginarli.

C’è qualcosa che vorresti ringraziare e a cui vorresti dedicare il risultato e le sensazioni di questa esperienza per te così importante?

Lo avevo già detto più volte nei giorni scorsi e continuo a ripeterlo: partecipare ad un rally era un sogno, partecipare al Legend con una Kit Car sembrava impossibile, terminare la gara e vincerla…va beh, lasciamo stare…

Posso solo dire che sono davvero felice e che questo è uno dei più bei regali degli ultimi tempi, soprattutto sapendo l’impegno da parte di tutte le persone che sono state coinvolte in questo progetto (che abbiamo intitolato “From Photography To Rallylegend”) e che hanno vinto insieme a noi, come una vera squadra.

Voglio ringraziare in primis i miei sponsor per aver creduto in me e nel mio progetto, senza i quali tutto questo non sarebbe stato possibile, quindi ringrazio di cuore Cristian e la NCA WEB, la Belletti Group ed MCS S.p.a dell’amico e pilota Max Locatelli.

Grazie a Denis Piceno che è stato al mio fianco e che si è dimostrato un navigatore davvero preparato e professionale, direi quasi
fondamentale per questo esordio.

Ringrazio tutti coloro che si sono fatti sentire e mi hanno supportato durante tutto l’arco della gara, molti dei quali hanno contribuito a tutto ciò, chi prestandomi parti dell’abbigliamento e chi una macchina con un carrello per portare in giro la 106
per prepararla in vista dell’evento.

Infine, ma non meno importante, grazie alla mia “Chica” che (anche se nessuno lo sa) è stata al mio fianco già dall’inizio dell’anno, motivandomi e credendo in me, quando tutto era ancora un progetto con mille punti di domanda, mille pensieri ma soprattutto
tante emozioni.

Grazie ancora a tutti, è stato unico!

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