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Carlos Sainz e quel test sulla Seat Cordoba Wrc mai avvenuto

El Matador, rimasto senza un sedile dopo il ritiro di Toyota, fu ad un passo dal firmare per la squadra iberica

Mentre Tommi Makinen e Risto Mannisenmaki si apprestano a festeggiare il titolo mondiale piloti, il quarto consecutivo per l’asso di Puuppola, il World Rally Championship è costretto a salutare con il capo chino Toyota e tutto lo squadrone TTE.

Il colosso giapponese ha annunciato a sorpresa di abbandonare i rally per concentrare tutte le risorse in Formula 1, seppur in quel fantastico ed avvincente 1999 è riuscita a conquistare in maniera netta l’iride Costruttori. Artefici del trionfo? Semplicemente Carlos Sainz e Didier Auriol. Due piedi pesantissimi e con un significativo bagaglio di esperienza costretti dall’oggi al domani a cercarsi senza troppi complimenti un sedile ufficiale. Con il sipario calato definitivamente sulla pedana d’arrivo del RAC, lo spagnolo e il francese decidono di prendersi qualche settimana di riposo per esaminare al meglio le offerte che nel frattempo sono giunte.

Con Mitsubishi, Subaru, Peugeot, Skoda e Hyundai al completo, rimangono alla ricerca di un pilota soltanto Ford e Seat. L’Ovale Blu vuole affiancare una valida alternativa allo scozzese Colin Mcrae, mentre il team spagnolo cerca disperatamente una prima guida d’esperienza per permettere al progetto WRC di spiccare il volo. La Cordoba non ha certamente brillato con Harri Rovanpera, licenziato in tronco, così come nelle mani del nostro Piero Liatti dimessosi dall’incarico a causa delle molte vicissitudine venutesi a creare con i vertici. Confermato invece Toni Gardemeister, considerato un talento acerbo ma interessante e meritevole di scommeterci sù.

Dopo un lungo summit ed aver analizzato quel che ha da offrire il mercato, in Seat Sport si decide quindi di puntare tutto su Carlos Sainz.

El Matador risulta il profilo giusto. Uno spagnolo su un’auto spagnola, con ancora quella fame di vittorie e l’esperienza necessaria per sviluppare la Cordoba Wrc. Seat chiede dunque a Carlos di prendere parte ad un test, utile a fare conoscenza reciproca e a mostragli il potenziale di quella squadra giovane ma determinata. Il tutto ovviamente finalizzato alla firma sul contratto che sancisce l’accordo per la stagione 2000. Sainz sembra interessato ed addirittura entusiasta di stringere la mano ai suoi connazionali, per un connubio che porterebbe in giro per il mondo lo stendardo spagnolo.

Poi il brusco passo indietro: il test viene annullato e non se ne fa nulla.

Non vedevo davvero l’ora! Mi ha fatto davvero tanto arrabbiare non aver corso con la Seat, un Costruttore spagnolo. Per me sarebbe stata davvero la coliegina sulla torta. Ne abbiamo parlato, ma sfortunatamente non è stato possibile. Sarebbe stato molto emozionante e non aver trovato l’accordo mi rende ancora oggi triste e dispiaciuto.

Queste le parole del madrileno, affranto e deluso per non essere riuscito a vitalizzare quella che poteva essere una delle storie più dolci e rimantiche del mondo dei rally. Carlos Sainz e Luis Moya si accomoderanno perciò nell’abitacolo della Ford Focus, mentre alla corte della Seat arriveranno per uno scherzo del destino i loro vecchi colleghi Didier Auriol e Denis Giraudet.

Per lo spagnolo la stagione partirà fortissimo al leggendario Monte-Carlo, con la sua Focus che si posiziona al secondo dietro all’inossidabile Lancer Evo VI di Tommi Makinen, mentre per “Cocò” la prima uscita risulterà un disatro a causa della rottura del motore che lo costringe al ritiro.

Il resto appartiene alla storia.

Una storia che ci porteremo sempre dietro in ogni istante, con un sorriso e la voce rotta dall’emozione nel ricordare quelle annate sensazionali cariche della vera essenza dei rally.

 

 

PH CREDITS: Rallied&Raced
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