I campioni senza corona: i fan del WRC eleggono i migliori piloti mai iridati
Un sondaggio social scatena il cuore degli appassionati: da Hirvonen a Toivonen, ecco chi avrebbe meritato un titolo mondiale

Cosa succede quando chiedi agli appassionati di rally chi sia stato il miglior pilota a non aver mai vinto un titolo WRC? Succede che in poche ore arrivano centinaia di commenti, aneddoti, ricordi e anche qualche lacrima. Perché la passione per questo sport passa anche da chi, pur non avendo mai conquistato la vetta assoluta, ha lasciato un segno indelebile.
Nel post in questione, comparso su una delle principali pagine internazionali dedicate al WRC, la domanda è semplice: “Chi è il più grande pilota a non aver mai vinto un titolo mondiale?”. La risposta? Un fiume di nomi, tutti legati da una storia fatta di talento, sfortuna, epoche sbagliate o finali amari. Ecco i grandi esclusi secondo il popolo del rally.
🇫🇮 Mikko Hirvonen: il campione morale
È lui il nome più citato dai fan. Per tanti, Mikko Hirvonen è stato il pilota più costante e corretto della sua epoca, l’unico in grado di impensierire davvero Sébastien Loeb nel suo periodo di dominio assoluto. Più volte secondo in classifica generale, ha sfiorato l’impresa in più stagioni con Ford, ma ha dovuto arrendersi a uno dei più grandi di sempre.
Non a caso, molti lo definiscono “il secondo miglior pilota del mondo per anni”, e lo ricordano con grande affetto: per lo stile di guida pulito, la dedizione assoluta, la sportività. In fondo, un titolo lo avrebbe meritato anche solo per la pazienza dimostrata a inseguire un sogno per così tanto tempo.
🔥 Jari-Matti Latvala: cuore, velocità e qualche rimpianto
Altro nome ricorrente è quello di Jari-Matti Latvala, amato per il suo stile spettacolare, la passione viscerale per i rally e quel mix unico di velocità e vulnerabilità. La sua carriera è stata un’altalena emozionante: vittorie esaltanti, errori clamorosi, momenti di gloria e momenti bui.
Molti fan sottolineano come gli sia mancata la costanza, ma nessuno mette in dubbio il talento puro. Oggi è team principal di Toyota Gazoo Racing e per qualcuno è riuscito a “vincere” da un altro punto di vista, portando alla vittoria i suoi piloti.
🕊️ Henri Toivonen: il talento spezzato
L’emozione sale ogni volta che viene nominato Henri Toivonen. Per molti, il finlandese sarebbe diventato campione del mondo, se il destino non lo avesse fermato tragicamente nel 1986 durante il Tour de Corse. Aveva 29 anni, un talento esplosivo, ed era considerato il futuro del rally.
Molti commenti parlano di “potenziale da campione multiplo” e c’è chi è certo che, con un solo anno in più, avrebbe dominato la scena. La sua morte ha cambiato il corso del WRC, segnando la fine del Gruppo B, ma il suo ricordo resta vivo nei cuori di tutti.
👑 Michèle Mouton: una regina nel regno dei re
Michèle Mouton è un nome che non ha bisogno di presentazioni. È stata — e resta — l’unica donna a vincere gare nel mondiale rally. Nel 1982, con Audi, fu vicecampionessa del mondo, battuta solo da problemi tecnici e circostanze sfortunate.
Secondo moltissimi commenti, avrebbe meritato il titolo più di tanti altri. E non solo per il valore simbolico: Michèle era davvero una pilota completa, veloce, tenace e capace di mettersi alle spalle avversari di prim’ordine. Il suo 1982 resta una delle più grandi “sliding doors” del WRC.
🧢 Gli altri nomi del cuore
Il post ha dato spazio anche a tanti altri piloti che avrebbero potuto (e forse dovuto) scrivere il proprio nome nell’albo d’oro.
Tra i più citati:
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Markku Alén, campione “per 11 giorni” nel 1978, prima della squalifica Peugeot.
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Craig Breen, ricordato con commozione per la sua umanità e il potenziale inespresso.
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Kris Meeke, spesso definito “il più veloce e incostante”.
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Markko Märtin, talento puro estone, frenato da sfortuna e scelte sbagliate.
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Dani Sordo, uno dei più amati di sempre, spesso costretto all’ombra di Loeb.
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E ancora: François Delecour, Toni Gardemeister, Gigi Galli, Robert Kubica, Elfyn Evans, Colin McRae (erroneamente menzionato dai lettori in quanto è stato campione), e persino Ken Block e Possum Bourne, per ciò che hanno rappresentato nel rally globale.
❤️ Un libro scritto dai tifosi
Scorrere i commenti è stato come leggere un’enciclopedia emotiva del WRC, scritta dai tifosi. Ognuno ha il suo nome del cuore, il suo “e se”, il suo piccolo grande rimpianto.
E se c’è una cosa che questo post ha dimostrato, è che il valore di un pilota non si misura solo nei trofei, ma nel segno che ha lasciato: nei salti impossibili, nelle derapate mozzafiato, nelle lacrime di chi lo ricorda come un campione. Anche senza corona.