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Tempo

3 MIN

Le “lezioni” di Kalle al Rally di Finlandia 2018

L’ennesima dimostrazione che sta nascendo qualcosa di speciale

Ormai vi abbiamo riempito le tasche a furia di dimostrare ammirazione ed elogi per Kalle Rovanpera, lo so. Non abbiamo mai nascosto la simpatia per il ragazzo e nemmeno l’approvazione per “il progetto”  che gli è stato cucito attorno con un solo obiettivo: vincere il mondiale rally. Ma quel che è andato in scena fa trasparire altro, altri segni che lasciano pensare di essere di fronte a qualcosa di diverso, di cui solo il tempo potrà confermarci l’unicità.

Ma andiamo con ordine e ricostruiamo il Neste Rally Finland di Kalle e il suo navigatore Jonne Halttunen.

La fine del sogno

Dominano in lungo e in largo per 14 prove speciali, lasciando in qua e in la giusto qualche briciolina. Lo fanno con una semplicità quasi imbarazzante, come se non stessero guidando una macchina di pari categoria. 34 secondi di vantaggio sulla penultima speciale di giornata erano un margine sufficiente per affrontare il resto della gara tra due cuscini. Se non fosse che una sospensione decida di cedere e di rinviare l’appuntamento con il primo sigillo mondiale nel modo più beffardo.

Le prime informazioni, cariche di frustazione, parlano di ritiro e di impossibilità a proseguire. Una situazione che abbiamo visto un milione di volte ma che su Kalle fa un effetto diverso: ti verrebbe voglia di abbracciarlo invece di comunicare al mondo che è successo di nuovo un attimo prima di realizzare un altro grande step di un sogno.

La reazione

Ma è proprio in questo momento che tutto cambia e mantiene quest’aura di unicità che Kalle si porta attorno fin dal primo giorno. Sicuramente non sarà tutta farina del suo sacco (è ben consigliato, da sempre) ma l’idea di ripartire fermando la sospensione con una cinghia, stringendo i denti per tutta una speciale con il solo obiettivo di arrivare al service, ha il sapore di gare d’altri tempi e di piloti con una tempra di un certo tipo.

Nei cameracar faceva quasi tenerezza, iln quell’estremo tentativo di portare la Fabia R5 infondo per non rinunciare almeno alla pedana del rally più atteso, il rally di casa.

La testa

Prosegue, aggrappato al suo desiderio di uscire vincitore dalla sua Finlandia ma nel rispetto totale dei suoi avversari. Prima chiede tempo extra allo start e, quando riesce faticosamente a chiudere la prova, si preoccupa di non aver arrecato danno a suo avversari che lo hanno appena scavalcato, in prova e in classifica. Una dimostrazione grandiosa di attaccamento ai valori di questo sport.

Ma poi arriva la domenica e nella sua testa tutto si azzera. Il podio non è impossibile e ci sono quattro prove per provarci. Pietarinen, Huttunen e Greensmith tornano ad essere avversari da sbranare un chilometro alla volta. E li sbrana. Nessuna traccia di sconforto, solo tecnica e cuore.

Il grido al miracolo resta strozzato in gola sulla Power Stage, con il podio di WRC2 distante due miseri secondi. Un soffio di vento, quel tanto che manca per spiccare definitivamente il volo verso il successo.

Non sale sul podio ma esce comunque vincitore Kalle, per aver mostrato al mondo la stoffa del fuoriclasse e i requisiti base del campione: umiltà, passione, mentalità.

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