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Mondiale Rally e piloti italiani: il grande paradosso


Fabio Andolfi e WRC2; sono questi i due punti chiave alla base della nostra analisi. La ormai prossima partecipazione del pilota classe ’93 al Rally Tour de Corse valido per il Campionato del Mondo Rally ci apre uno scenario pieno di riflessioni a riguardo dei driver nostrani. Perché, se da una parte il nome di Andolfi può far ben sperare per il futuro, dall’altra è inevitabile guardare al recente (ma non più di tanto) passato riguardante le esperienze dei nostri portacolori nella rassegna iridata.

Per fare il primo step basta tornare indietro di qualche mese al Rally d’Italia Sardegna, la nostra gara di casa. Umberto Scandola si presenta sull’isola con la sua Fabia R5 gestita da Skoda Motorsport Italia per gareggiare nella categoria WRC2 nella quale militano piloti come Kopecky, Lappi e Suninen ovvero due dei principali candidati ai sedili Toyota per il prossimo anno. Ebbene, dovreste ricordarvi tutti come andò a finire. Umby è settimo assoluto alla fine della prima tappa dopo aver vinto quattro speciali su nove chiudendo con più di dieci secondi di vantaggio su Lappi. Solo un problema ad un manicotto lo ha bloccato ma ciò ha comunque fatto arrossire d’imbarazzo gli ufficiali Skoda.

Torniamo indietro al 2015. Paolo Andreucci prende parte alla medesima gara offertagli come regalo di cinquantesimo compleanno. La vettura è la Peugeot 208 R5 e le prestazioni sono sempre quelle a cui ci ha abituato in questi anni. Chiude ottavo assoluto e secondo classificato nella categoria WRC2. Fine della storia. Se pensavate di sentirvi raccontare di altre gare mondiali con i nostri eroi come protagonisti, vi sbagliate di grosso. Questa non è certo una novità dato che questa situazione si ripete da molto, troppo tempo.

E’ incredibile pensare che un pilota nove volte campione italiano non abbia mai avuto una seria possibilità di competere nel mondiale con una vettura al top. Ed è ancora più eclatante pensare che una struttura come Peugeot Sport stia pensando di direzionare i propri sforzi sul Monza Rally Show piuttosto che sulle gare che contano per davvero.

Vogliamo poi parlare dei vari Rossetti e Basso che, con un palmares da fare invidia a molti, non hanno mai avuto occasione di correre nella massima competizione rallystica? E questi sono solo alcuni di tanti esempi…

Il mondo dei rally ha dato tanto , molto ai nostri colori. E perciò fa effetto pensare che un pilota italiano non faccia parte di una scuderia ufficiale nel mondiale dai tempi di Gigi Galli. Il debutto di Andolfi nel WRC2 potrebbe rappresentare un anello di ricongiunzione con questo sport che è troppo bello per essere cosi’ sottovalutato e non considerato. Perché, è un dato di fatto che l’ ”estinzione” degli italiani dalle competizioni che contano abbia causato un inevitabile calo d’interesse tra media, pubblico ed appassionati. Qualcosa che mette i brividi in confronto ai tempi dove la Lancia dominava portando la bandiera tricolore in cima al mondo insieme a tanti piloti italiani. Per tornare ai quei livelli, bisogna almeno provarci.

Non ci resta che dare il nostro massimo supporto a Fabio e al Team ACI Italia che lo sta supportando in questa sua avventura. Dicono che non bisogna mai smettere di crederci. Speriamo sia vero.

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