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A tu per tu con Alfredo De Dominicis

Oggi abbiamo incontrato Alfredo De Dominicis in arte “Dedo”, pilota abruzzese classe 1972. Nella carriera Dedo vanta 17 gettoni nel WRC (miglior risultato 18° assoluto in Argentina 2003) e 13 nell’ERC (miglior risultato nel Rally del Salento 2000 con un’ottima 9° piazza). Tra le altre da ricordare un storico successo al Rally Maine negli Stati Uniti.

Com’è è nata la tua passione per il rally?

La mia passione per i rally è nata da mio padre, bravo pilota di gare di regolarità negli anni 70. Aveva una Fulvia che conservo gelosamente. Il passo fu breve. Poi era anche l’organizzatore di vari rally in Abruzzo. Vedere i piloti del CIR da bambino in città mi fece innamorare. Avevo 10 anni.

Torniamo indietro con la mente…stagione 2006 con la tua partecipazione al Campionato Americano, che ricordi hai?

La mia esperienza in America è stata fantastica. Gare senza ricognizioni, con un quaderno di note in inglese uguale per tutti dato alla partenza. Paesaggi mozzafiato, percorsi molto vari su cui bisognava improvvisare con auto da 400cv. Lottavamo per l’assoluta contro Ken Block e Travis Pastrana ed altri. Con tutti conservo un rapporto di stima ed amicizia. Vincemmo il Rally del Maine e fummo secondi al 100 AW dietro di poco a Ken che poi quella gara l’ha vinta altre 7volte. Correvo con un team dell’oregon su Mitsubishi Evo7 sflangiata Open Class

Sei abruzzese, quanto sarebbe bello e importante il ritorno di un rally in un territorio ferito, ma forte e tenace come pochi?

I rally in Abruzzo hanno un grande seguito ma dal 2010 non ne abbiamo in calendario neanche uno. E così la base di partecipanti è finita. E’ davvero un peccato, avremmo lo stesso meraviglioso seguito della Ciociaria con grandi ritorni economici sia per il turismo che per la manodopera locale. Nel 2010 mi impegnai molto nell’organizzazione del Rally di Teramo ma poi non ne ho avuto più la forza da solo.

Se ti dico Rally di Sardegna – Nuoro e poi Teramo? Due rally in due giorni…un record?

Nel 2008 partecipai a tutto il trofeo Terra ed ero in lotta per la vittoria assoluta. A giugno c’era il bellissimo Rally di Nuoro in programma il sabato mentre la domenica si correva il “mio” Rally di Teramo. GRazie alla Friulmotor che mi mise a disposizione 2 auto ed una deoga concessa dalla CSAI partecipai ad entrambe le manifestazioni. Una foratura mi relegò al 4°posto in Sardegna ma vinsi tutte le prove al Rally di Teramo. Fu bellissimo correre in 2 giorni su due fondi diversi con due auto gemelle. Io e il mio navigatore Massimo Daddoveri partimmo in tuta dall’aeroporto di Cagliari e riuscimmo a prendere l’aereo “al volo”. Una avventura nell’avventura!

I giovani e la terra…perché in Italia si teme lo sterrato?

I giovani non temono la terra, semplicemente in Italia si privilegia l’asfalto che ha costi più bassi di organizzazione e i giovani si adeguano. Si potrebbero incentivare maggiormente, ma qui entriamo in un discorso ben più grande e complesso. E’ chiaro che il nostro movimento rallystico non permette ai giovani di crescere ed affermarsi, nè di sperare di trasformare questa passione/sport in professione.

Nel 2017 finalmente anche la terra avrà il suo Campionato, cosa ne pensi?

Non è la titolazione che fa “grande” e seguito un Campionato. Benvenga il titolo ma da pilota che sia “Trofeo Terra” o “Campionato Italiano Terra” non mi cambiano gli stimoli. Diverso sarebbe invece fossero messi dei premi e fossero create delle auto a basso costo ma con grandi prestazioni come accade in Argentina.

Ti rivedremo in tuta e casco nel 2017?

Ormai dal 2011 partecipo solo ad 1 o 2 gare l’anno e neanche sempre. Sono molto impegnato nella gestione della mia società con cui facciamo Corsi di Guida per dipendenti aziendali ed eventi formativi. Mi piacerebbe fare 1 gara su terra in Italia e magari tornare a mettere il casco almeno una volta all’estero.

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