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Piero Liatti: Un grandissimo pilota ricordato troppo poco

A Biella, il  7/05/1962, nacque Piero Liatti, l’ultimo italiano a vincere un rally del Mondiale (Montecarlo 1997).
Una persona semplice, timida ma allo stesso tempo molto coraggiosa e con una grande umiltà, e con tanta voglia di vincere, presupposti che lo fanno debuttare nel 1981 in pista, ma dopo poco tempo capisce che il suo ambiente è quello dei rally.

Nel 1985 decide di partecipare al Rally della Lana, a bordo di una Fiat Uno 70 privata nell’ omonimo trofeo, e mostra subito le sue enormi potenzialità, con un ottimo risultato nel folto trofeo riservato alla “piccola bastarda” di Torino, concludendo al secondo posto poco dietro alla Uno del Jolly Club di Alex Fiorio.

L’86 per lui è l’ anno del vero inizio, e partecipa al trofeo Uno navigato da Curti, e insieme vincono il campionato mettendo dietro vetture gestite da team semi-ufficiali nell’ orbita FIAT (come QuattroRombi e Jolly Club) da privati.
Questo è un trampolino di lancio per Piero, che viene chiamato dalla scuderia Grifone in vista del campionato Italiano Rally 1987 con una Lancia 037, e vince già quattro gare al debutto, con il titolo sfumato solo all’ ultima gara, che portano Grifone a promuoverlo per l’ annata successiva, il 1988, nel campionato Europeo con una Lancia Delta Integrale GR.N, e stravince il titolo di categoria, con risultati di rilievo assoluto.

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Nel successivo 89 viene ancora schierato con una Lancia Delta Integrale, ma di gruppo A, in qualche gara dell’ Europeo, e coglie qualche bel podio.
Nonostante ciò, fa un passo indietro nel 1990 per andare a conquistare il titolo Italiano, che gli sfugge ancora, per colpa non totalmente sua, per pochi punti, a favore del più esperto Dario Cerrato.

Nel 1991, torna invece nella massima serie continentale, con un unico obbiettivo: VINCERE.
E per fare ciò, dopo le delusioni maturate con Grifone nel 1990, decide di cambiare scuderia, e di passare alla A.R.T Engineering dei fratelli Alessandrini, RISULTATO? Con quattro vittorie assolute e vari podi si laurea CAMPIONE EUROPEO, navigato da Luciano Tedeschini.

Nel 1992 è tempo mondiale, e dopo la vittoria del Rallye El Corte Inglès valido per l’ ERC, il Biellese decide di disputare Tour de Corse, Nuova Zelanda e Sanremo validi per il WRC, con un grandioso secondo posto nella terra dei KIWI.

Le Pleiadi fanno evasione nel cuore di Piero dal 1993, quando debutta con la Subaru Legacy 4WD A8, con ancora una volta un bel podio all’ Abruzzo Rally ERC e un ottimo QUARTO posto assoluto nel Rallye Di Sanremo, ove riuscì anche a vincere qualche prova speciale.

Nel 1994 il buon Piero cambia navigatore e auto, passando sulla più evoluta Subaru Impreza 555 A8 in compagnia del Veneto Gigi Pirollo, i quali competono una buona stagione, con vari podi nell’ ERC e una vittoria.

Il Biellese, per il 95 viene scelto dal Subaru World Rally Team come pilota ufficiale da schierare negli eventi su asfalto, e si fa subito notare, con un buon ottavo posto al Rallye di Montecarlo, un sesto al Tour de Corse ed un grandioso terzo posto al Catalogna.

Nel contempo, sempre supportato da A.R.T Engineering, vince due gare di  Campionato Europeo e 3 di quello Italiano, arrivando rispettivamente Secondo nel CIR (ancora una volta perdendo il titolo all’ ultima gara), terzo nell’ ERC e ottavo, con solo tre gare disputate, nel WRC, niente male no?

Nel 1996 arriva il primo anno da ufficiale a tutti gli effetti, disputando la totalità delle gare a bordo della Subaru Impreza 555 del Subaru World Rally Team.
I risultati sono ottimi, coglie due podi iridati, in Indonesia e in Catalogna, e convince, con una grande crescita graduale durante la stagione, concludendo alla fine quinto nella classifica WRC.

Nel 1997 arriva la svolta, e debuttano le World Rally Cars, con Piero che fin da subito prende un gran feeling con l’ auto.
Il debutto stagionale è a Montecarlo: Nel principato si respira la solita eccezionale aria di festa e di grande evento, con una grande folla distribuita anche sulle prove speciali Francesi, e tantissimi piloti pronti a darsi battaglia: Ci sono Tommi Makinen ed Uwe Nittel con rispettivamente Lancer EVO IV e III, Carlos Sainz e Armin Schwarz con le Ford Escort WRC,  c’è Freddy Loix con la Toyota Celica A8, e ci sono Colin McRae e Piero Liatti con le Subaru Impreza WRC.
Dopo un primo combattuto giorno Liatti è terzo, ma destinato ad un progressivo recupero.
Nel secondo giorno Liatti continua la sua rimonta a suon di vittorie di ps e si trova al secondo posto, staccato da un ottimo Makinen, primo con 24 secondi di vantaggio.
E’ il giorno decisivo, ed è ancora tutto da scrivere: nella ps13 Liatti si porta in testa alla gara, nella 14 è lotta aperta tra lui e Makinen, che nella PS 15 commette un errore, perde oltre 1’30 e compromette il Rally.
Da li in poi la strada è in discesa per il pilota Piemontese, che dopo le ultime quattro prove in gestione del vantaggio può finalmente festeggiare una GRANDISSIMA VITTORIA, insieme alla navigatrice Fabrizia Pons, vittoria che sarà L’ ULTIMA per un Italiano nel mondiale Rally, sperando a breve di rivedere sul tetto del mondo un nostro connazionale.

La stagione 97 per lui vedeva ancora da disputarsi ben quattro rally, e al Rally di Sanremo gli sfugge la vittoria solo per un ordine di squadra a favore del compagno Colin McRae. Il Biellese conclude comunque con un ottima seconda piazza, che ripeterà poi in Autunno nel Rally di Sanremo (nel mezzo, un secondo posto al Tour De Corse).
Finale di stagione con il Rally RAC di Bretagna, che conclude al quinto posto, in vista di un 1998 a pieno ritmo.

Nel 1998 inizia subito bene, con un quarto posto al Montecarlo, poi continua la stagione con due podi iridati in Corsica ed in Italia, concludendo settimo nel mondiale WRC.

Ma qualcosa non va con Prodrive, ci sono polemiche e Liatti decide di cambiare squadra, passando alla Seat per l’ anno successivo.
La Cordoba WRC si rivela però un vero e proprio fallimento, e tra problemi tecnici e incidenti vari e nonostante le varie evoluzioni sull’ auto continua a non andare e si ritrova appiedato per il 1999. Riesce a trovare per la stagione successiva solo per Tour De Corse e Sanremo, con un sesto posto in Francia ed un ritiro in Italia.

Nel 2001 però la Hyundai crede nel talento dell’ Italiano, e lo schiera in sei gare del mondiale, ma i problemi tecnici la fanno da padrone e la stagione si rivela un disastro.

Da li in poi solo qualche gara spot per il Piemontese, pilota dall’ immenso talento che però purtroppo grazie anche a molta sfortuna non è mai riuscito a raccogliere quanto meritato.
Rimane comunque uno dei più grandi talenti che l’ Italia abbia mai avuto, capace di fare tempi impressionanti dalla Uno Turbo, passando per 037 e Delta A8, fino alle WRC.

Quando riavremo un Italiano ai vertici del WRC?

Ecco qui in esclusiva la testimonianza del mitico navigatore Gigi Pirollo:


Piero Liatti è stato un pilota velocissimo con tutte le vetture con le quali ha corso,come sempre in tutti i piloti ha avuto anche lui degli anni positivi ed altri negativi.
Io ho avuto la fortuna di correre con lui nel 1994 e abbiamo vinto il Costa Smeralda e fatto diversi altri podi, anche se nel complesso abbiamo avuto un po’ di sfortuna in quanto la macchina a volte non era al top.
Pilota molto riservato ma piacevole da correrci insieme, forse nel 1994 ha avuto un po’ di demotivazione in quanto ci eravamo accorti che la nostra vettura a volte non era performante, quindi ci sta un calo di cattiveria che a lui non è mai mancata.
Ci siamo poi un po’persi di vista ma sempre rimasti in buoni rapporti.
Secondo me poteva fare , viste le ottime qualità di guida, molti più anni come pilota ufficiale di varie squadre importanti ma Piero decise di togliersi ed abbandonare il mondo delle corse.
Per me ha fatto un grave errore in quanto era ancora velocissimo ma quando un pilota decide di smettere vuol dire che ha raggiunto una saturazione di questo mondo e quindi in automatico diventi non più veloce come prima, un pilota che poteva continuare a vincere nel WRC e che avrebbe meritato sicuramente di più

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2 Comments

  • Massimo Magnavacca
    Posted 16 Ottobre 2017 14:50 0Likes

    Buongiorno,
    la Fiat Uno del 1985 e del 1986, non era la versione Turbo, bensì la Uno 70. La versione Turbo venne introdotta in affiancamento nel 1987
    Massimo

  • Massimo Magnavacca
    Posted 16 Ottobre 2017 15:46 0Likes

    Buongiorno,
    la versione della Fiat Uno utilizzata nel 1988 e nel 1986, era l’aspirata 70.
    La versione Turbo venne introdotta, in affiancamento all’aspirata, nell’edizione del Trofeo 1987
    Massimo

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