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E adesso non diciamo che è stato per soldi

Il passaggio di Tanak in Hyundai a confronto con quello di Ogier in Citroen. Soldi o ambizione?

28 settembre 2018. Citroen Racing annuncia l’ingaggio di Sebastien Ogier per le stagioni 2019 e 2020 del mondiale rally, andando alla caccia della conquista dei titoli iridati dopo la fine dell’era Loeb. Una notizia che giunse dopo molti rumors, e che ricompose la coppia transalpina dopo sette anni.

Il sei volte campione del mondo in carica, reduce da due allori con la più privata che ufficiale M-Sport, insieme alla casa più in difficoltà e vogliosa di rivincita del lotto. Col senno di poi, è andata come andata, ma tutti ingredienti parevano buoni per rendere questo nuovo sodalizio qualcosa di affascinante ed entusiasmante; in particolar modo per gli appassionati pronti a gustarsi una nuova stagione mondiale. Ma, sarà per quell’alone di antipatia che si porta dietro chi vince sempre, quell’etichetta di “lamentino” spesso affibiata ad un pilota meritevole di ben altri giudizi, che sul nuovo affare andato in porto emerge un altro aspetto piuttosto fuorviante: i soldi dell’ingaggio.

Eppure ci sarebbe tutto per pensare a tutt’altro. La voglia di vincere con la terza casa diversa, impresa mai riuscita a nessuno nella storia del mondiale rally se non a Juha Kankkunen, nonostante la pancia piena di titoli e la non più tenera età sulle spalle. E, forse non sottolineato a dovere, il desiderio di affermarsi con la casa di Satory dopo una prima esperienza chiusa in malumore per via dei contrasti interni con Loeb. No, niente di tutto questo. Certo, un anno più tardi nulla di ciò si è realizzato, ma il nuovo sodalizio Ogier-Citroen pare abbia sempre vissuto con l’ombra del “dio denaro” sulle spalle.

A volte la vita è molto strana, la ruota gira, ed ecco un altro caso non uguale ma dai tratti simili solo dodici mesi più tardi. Il neo campione del mondo Ott Tanak si accasa, dopo l’iride conquistato con Toyota, alla corte di Hyundai e di Andrea Adamo. Anche qui ingaggio milionario, voglia di nuova sfide dopo aver scritto la storia ed un nuovo capitolo già pronto ad essere inaugurato, con la caccia all’agognato titolo piloti da parte dei coreani in primo piano. Eppure, di ragioni disaccordanti potrebbero essercene; una su tutte il “tradimento” nei confronti di Tommi Makinen, che tanto lo aveva voluto alla sua corte e con cui, dopo un percorso tutt’altro che semplice, ha conquistato la vetta del mondo rallystico. Forse mancanza di riconoscimento, ma il mondo sportivo -specialmente a questi livelli – funziona cosi’. E allora dovremmo abituarci anche al neo iridato vestito con la tuta arancio-blu della casa coreana, cosa impensabile fino a qualche mese fa. Con il pensiero ben lampante che recita: e adesso cosa diremmo di fronte a questo clamoroso cambio di casacca? Soldi? Ambizione? Voglia di sfida?

Le stesse cose che si sono dette di Ogier dodici mesi or sono, forse con l’impressione di essere stati generalmente poco generosi nei suoi confronti. Un confronto che probabilmente verrà fuori a fine carriera, quando nessuno potrà più gustare delle gesta del campione “fortunato” nel momento in cui, per molti, sarà troppo tardi.

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