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WRC – Intervista esclusiva con Pontus Tidemand leader del campionato WRC2

Il giovane svedese ci racconta della sua vittoria in Sardegna, di Monza e della sua carriera

Con una sola gara da disputare, il mondiale WRC2 è arrivato alla resa dei conti. In cima alla classifica c’è un ragazzo di Charlottenberg con il suo “bianco destriero”. Pontus Tidemand, uno degli young guns del WRC, punta quest’anno a bissare il suo successo del 2017 e con questo a rilanciare le sue chances di guidare una WRC nella prossima stagione.

Fresco della vittoria in Sardegna, gli abbiamo chiesto di raccontarsi agli appassionati italiani e lui, da buon vichingo, non si è certo tirato indietro!

Ciao Pontus, grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo in questo finale di stagione a dir poco convulso. Se non ti dispiace, vorrei partire proprio da qui: hai portato a casa una brillante vittoria in Sardegna, pur se alla tua prima partecipazione e con un plateau di concorrenti di primo piano. Ti sei trovato a tuo agio sulle strade dell’isola? Come hai bilanciato velocità e preservazione del veicolo?

 

In realtà non puoi mai trovarti completamente a tuo agio su delle strade che sono nuove per te. Puoi prepararti, prepararti e prepararti ancora, ma non puoi sapere cosa ti aspetterà finché non ti ci trovi davanti . 

Dopo qualche anno nel WRC, ho imparato che in qualche rally devi guidare non solo con il tuo piede destro ma anche con la testa e cercare di valutare la gara nel suo insieme.

Attaccare a testa bassa fin dallo start non vuol sempre dire che 3 giorni dopo sarai il vincitore, anzi, qualche volta è l’esatto contrario. Specialmente in gare come la Sardegna, che sono così dure e accidentate, devi sempre tenere in mente che la gara sarà lunga e che se fai un errore nel momento sbagliato, potresti non essere più in grado di recuperare, non solo per vincere, ma anche per andare a podio.

Spesso anzi mi piace partire un po’ più tranquillo per “sentire” il fondo stradale prima di iniziare a spingere. In questo modo so quale strategia funzionerà meglio in quella particolare occasione e questa può essere di spingere al limite oppure di guidare con attenzione.

 

C’è solo una gara tra te e il tuo secondo titolo di campione del mondo WRC2, e un margine di 18 punti tra te e il tuo avversario più vicino, Mads Østberg. Stai pensando di usare la stessa tattica, basata sulla costanza, che ti ha portato alla vittoria in Sardegna? E, a proposito del Rally di Monza, che sarà sicuramente un evento atipico per il WRC, come te la cavi con la guida in pista?

 

Il mio obiettivo, ovviamente, è di ottenere il miglior risultato possibile e certamente cercherò una vittoria anche a Monza. Quale tattica sarà la migliore per ottenere questo risultato ancora non lo so, ma quello che ti posso dire è che farò di tutto perché succeda!

Ancora una volta, si tratta di un evento completamente nuovo per me e sarà anche una grande sfida. Ho fatto qualche gara in pista e un po’ di rallycross nella mia carriera, quindi diciamo che i circuiti non mi sono del tutto nuovi e spero che questo possa aiutarmi durante le prove in autodromo. Ma la competizione sarà veramente difficile, Mads e gli altri piloti, sono rallysti di talento e velocissimi e io ho un grande rispetto per loro. Noi tutti faremo del nostro meglio, e alla fine vedremo chi sarà in cima!


Sempre sul Rally di Monza e sull’utilizzo dei circuiti come parte di un rally, quale è la tua opinione? Può essere una naturale evoluzione o è accettabile solo in casi estremi come quest’anno?


Ah, questo è veramente difficile da dire, prova a chiedermelo di nuovo dopo la gara! No, davvero, come pilota devi essere preparato e pronto per affrontare ogni tipo di sfida, e a me questo non dispiace. Io penso che i rally saranno sempre rally e saranno guidati su strade dentro le foreste o sulle montagne, su fondi e ambienti unici di quello specifico evento. Ma sarà divertente se ogni tanto ci sarà qualcosa di nuovo. 

 

Parliamo della tua eccezionale stagione 2020 nel WRC2, il tuo campionato è iniziato dal tuo evento di casa, in Svezia, con un podio, seguito da una vittoria in Messico. Era pianificato fin dall’inizio di fare tutta la stagione a parte il Monte, o l’idea è venuta fuori dopo le ottime prestazioni nelle prime due gare?

 

Il mio obiettivo era di fare tutta la stagione in WRC2, scegliendo con attenzione i rally che potevano esserci più congeniali e sono molto felice di farlo insieme al team Toksport WRT. I risultati certamente ci hanno mantenuto motivati a continuare per tutta la stagione, fino ad arrivare qui, con solo un evento dalla fine.

 

Molti fan sono incuriositi dalla livrea della tua Fabia. Devi ammettere che è abbastanza inusuale vedere nel mondiale una macchina completamente bianca, puoi dirmi qualcosa in più sulla decisione di lasciare la macchina con questo look “total white”?


Ahahah, sai che ricevo moltissime domande su questo? In realtà al Rally di Svezia la macchina aveva una livrea con i tipici colori svedesi, dopodiché la colorazione della macchina è stata una scelta del team Toksport e loro hanno deciso di lasciarla completamente bianca. Ti posso assicurare che nessuna mia auto ha ricevuto così tante attenzioni, per cui penso che sia stata una scelta divertente. Io comunque ho ancora i miei sponsor personali sul mio casco!

 

Facciamo un passo indietro fino al 2018. Dopo la vittoria del WRC2, hai avuto la possibilità di guidare una Fiesta WRC per quattro eventi, con risultati promettenti e accumulando esperienza. Noi vogliamo tutti vederti su ancora una WRC la prossima stagione, i tuoi piani vanno in quella direzione? Puoi darci qualche anticipazione in merito?

 

Mi fa piacere sentire questi complimenti, grazie! Il mio obiettivo è assolutamente quello di tornare su una WRC il prima possibile e di essere preparato al meglio in modo da poter poi dare il massimo! Ci sono un sacco di cose che stanno succedendo nel motorsport e che succederanno nei prossimi anni e ci sono molti grandi piloti che competono per gli stessi, pochi, volanti. 

Io sono pronto a continuare a combattere per questo, non c’è assolutamente niente che io voglia di più. Stiamo lavorando sui nostri piani per il 2021, ancora niente è deciso, ma spero di sapere qualcosa di più molto presto!

 

Tornando ancora più indietro nel tuo passato, ho letto che hai guidato la prima volta all’età di due anni. Sicuramente questo è impressionante e penso che la tua famiglia abbia giocato un ruolo importante nel tuo sviluppo come pilota di rally (n.d.r.: la madre Maud è una navigatrice e il marito di lei è Henning Solberg).

Puoi dirci qualcosa sugli inizi della tua carriera e magari dare qualche consiglio ai nostri lettori più giovani che aspirano a diventare piloti professionisti?

 

Io ho i motori nel sangue e la mia famiglia mi ha sempre incoraggiato a seguire la mia passione. Il motorsport è da sempre il mio interesse principale. Avevo circa 5 anni quando ho deciso che da grande sarei stato un pilota di rally. Sono stato fortunato a iniziare giovanissimo a guidare con i crosscart, anche con ottimi risultati, ma non potevo aspettare il momento in cui avrei guidato una vera macchina! Ho corso il mio primo rally a 17 anni e 2 anni dopo ho debuttato a livello nazionale. Se veramente vuoi entrare in questo sport, io penso sia importante circondarsi delle persone giuste, che vogliono supportarti e che ti aiutano e spingono a progredire. 

Per me era la mia famiglia, ma può essere anche una scuderia locale o un gruppo di amici che hanno lo stesso interesse. Se non ne avete, non esitate a mettervi in contatto con chi condivide la vostra stessa passione. Li è dove ogni cosa inizia, e il fuoco della passione continuerà ad ardere finché tu continuerete a lottare per quello che desideri. Diventare un pilota professionista richiede un sacco in termini di tempo e ancora di più in termini di duro lavoro, ma qualsiasi cosa vale la pena di essere fatta se questo ti permette di vivere il sogno della tua infanzia.

Auguriamo a Pontus di continuare a vivere il suo sogno e di continuare a regalare a noi appassionati i suoi passaggi! Noi lo aspetteremo a Monza, sperando (forse ormai solo sognando) che sia possibile assistere all’evento dal vivo.

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