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Il WRC ha ancora bisogno di Sebastien Loeb?

I motivi per un ritorno non mancano di certo. Ma anche i motivi per un non ritorno.

Va bene, non passa indifferente. Menzionare Sebastien Loeb in orbita Word Rally Championship porta un inevitabile sconvolgimento di emozioni e brividi tra gli appassionati ed è normale che sia così. A maggior ragione se poi il nome del nove volte campione del mondo rally viene associato al team M-Sport, quello che probabilmente più rappresenta la passione e lo spirito dei tifosi. Un binomio di grande fascino che può accendere ancora di più i riflettori sul 2022 e su questo nuovo regolamento che introduce l’ibrido nelle vetture del mondiale rally.

Passata l’emozione iniziale, però, viene da farsi qualche domanda su questa operazione e non mancano le perplessità che mi piacerebbe esporre ai nostri lettori sempre molto attivi ed appassionati. Ci provo.

Quale obiettivo può avere Loeb nel mondiale 2022? – L’aspetto sportivo

Ok, è tutto molto affascinante ed i valori che si azzerano con il nuovo regolamento possono far ben sperare dal punto di vista dei risultati. Essere stato fuori per lungo tempo può essere facilmente compensato con lo stesso numero di test dei rivali delle altre case. E comunque Loeb non si può dire che sia stato realmente fermo.

D’altro canto l’esperienza con Hyundai Motorsport ha detto che Loeb oggi come oggi ha qualcosina meno dei big che si giocano le gare prima ed il mondiale poi. E con un’esperienza part-time viene difficile pensare che possa starci con troppa facilità. Diverso sarebbe stato con un programma pieno in cui si poteva fare strategia e giocarsi appieno le chance di un titolo. Il tempo per le grandiose vittorie spot temo sia finito con Citroen Racing ed il rischio di un finale inglorioso potrebbe farsi alto.

Quanto c’è di “marketing” in una operazione come quella Loeb – M-Sport?

Inevitabile pensare all’operazione di marketing che fa bene un po’ a tutti. Per quanto organizzata e con un piano di investimenti intelligente, M-Sport resta un privato e come tale ha bisogno di sponsor e di ritorni d’immagine garantiti. Guardando tra i piloti liberi ci sono tante guide interessanti ma sicuramente nessuno che ha la stessa rilevanza mediatica di Loeb.

Al tempo stesso Loeb ha visto concludersi il suo accordo con PSA e resta legato alla sola Prodrive. Un rilancio all’età di 47 anni non è così facile da prevedere ma, sicuramente raccogliere la sfida di M-Sport porta un certo fascino e dona nuova linfa ad una carriera pazzesca. E sicuramente un pensierino al fatto che “l’altro Seb” sia stato l’ultimo a far trionfare Ford aggiunge un certo pepe all’idea.

E poi c’è il promoter che sposa di certo la causa perché tra avere Loeb e non avercelo fa la sua bella differenza.

Quanto giova al team la presenza di Loeb?

Guardando al team in questo momento ci sono sicuramente aspetti interessanti ed utili. Loeb sa come sviluppare una WRC (ha affrontato più di un cambio regolamentare in carriera) ed ha un bagaglio d’esperienza che nessuno degli altri uomini in orbita M-Sport può avere. Quindi dal punto di vista tecnico l’apporto è certo e, non a caso, ora che i test di fanno importanti Seb è già salito in macchina.

Per il resto è chiaro che un nome come quello di Loeb porta da un lato grande motivazione nei compagni di squadra, dall’altro cannibalizza un po’ l’attenzione rischiando di mettere in ombra qualcuno. Sicuramente Fourmaux potrebbe approfittare di un tutor di grande livello (la stessa cosa farà Sordo con Oliver Solberg) ma, occorre fare attenzione che la presenza non diventi troppo ingombrante, impattando pesantemente sulle motivazioni. Lo stesso discorso vale per Craig Breen che si trova per la prima volta in carriera a fare la prima guida e deve poter godere di tutto il supporto e la spinta del ruolo.

Personalmente ho sempre pensato che ci sia un tempo per tutto e che quello di Loeb nel WRC si sia concluso quel magico giorno in Spagna con il ritorno alla vittoria con la C3. Non perché oggi Loeb non può stare bene dentro al circus ma perché a furia di continuare a guardare indietro si rischia di smettere di andare avanti. Ed i rally hanno tantissimo bisogno di futuro.

 

 

 

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