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Son convinto, ci mancherà…

Andrea Adamo ha lasciato il WRC e ne sentiremo la mancanza

adamo

Prima di iniziare quello che potrebbe essere uno degli ultimi, se non l’ultimo, editoriale dell’anno è opportuno che faccia una premessa: non ho mai avuto la fortuna di conoscere Adamo di persona. Ogni mia parola nasce ed è sostenuta da quel che di Andrea ho potuto osservare dal mio punto di osservazione di giornalista ed è figlia di diversi anni passati a cercare di sviscerare ogni momento degno di riflettori nel corso di una gara.

Quando Andrea Adamo è stato presentato da Hyundai Motorsport come team principal ho esultato, un po’ come penso ogni italiano appassionato di rally. Finalmente qualcuno in cui riconoscere un pezzo d’Italia nel mondiale rally, sperando che si potesse finalmente creare una strada per qualche driver di casa nostra nei rally che contano. Eppure qualcosa non mi convinceva ed ha iniziato a stridermi fin da subito.

Quelle dichiarazioni dove sembrava “prendere le distanze” dall’Italia, in cui traspariva un certo dente avvelenato probabilmente figlio del passato, non riuscivo a capirle ed ho iniziato a fare fatica. Se poi ci aggiungiamo l’immagine nota ai più, quella di un uomo apparentemente pieno di spigoli e con pochi peli sulla lingua, con fare spavaldo e spesso borderline con la stampa, la frittata era fatta. Ricetta del tutto confermata al Rally Catalunya 2019, con una difficilissima intervista (che trovate a questo link) portata a casa con non poche difficoltà dal Service Park di Salou.

Tifare contro sicuramente mai ma, molto difficile provare simpatia.

Nel frattempo Adamo vinceva due titoli mondiali costruttori come Hyundai chiedeva. Perdeva diverse occasioni di veder alzare al cielo da uno dei suoi anche il titolo piloti. Rispolverava la strategia del “team allargato”, ruotando diversi piloti nel tentativo di correre con la miglior combinazione possibile macchina-pilota in ogni gara. Ingaggiava l’unico pilota in grado di spezzare l’egemonia francese che durava dal lontano 2004. Riportava la mitica coppia Loeb ed Elena su una WRC, catalizzando nuovamente gli occhi del mondo sui rally. Portava in numerose occasioni tutta la carovana Hyundai Motorsport in Italia, rinforzando il mercato dei clienti con numerose collaborazioni e, al contempo, innalzando il valore di diverse gare che avevano bisogno di un trampolino. Riportava in auge la carriera di Craig Breen e, ciliegina sulla torta, con Andrea Crugnola e Pietro Ometto rimetteva un italiano sul gradino più alto di una gara del mondiale, seppur trattandosi di WRC 3. E c’è stato sicuramente altro che, in questo momento in cui scrivo abbastanza di getto, non riesco a ricordare.

Il tutto assumendo un ruolo sempre più centrale nel WRC e nel “fare notizia” all’interno dello stesso campionato del mondo rally, dividendo in due parti perfettamente uguali tra chi Adamo lo ama e chi Adamo un po’ lo odia.

Fino al 9 dicembre 2021 e ad una notizia che nessuno poteva aspettarsi (anche se c’è chi ha provato a sostenere il contrario), proprio nel bel mezzo della preparazione di una nuova sfida ancora più particolare: l’ibrido nei rally.

Adamo si ferma, scende dalla macchina WRC e mi fermo ad osservare quel che succede nel nostro circo.

I piloti ed i navigatori di cui è stato capo non si risparmiamo in parole di stima ed affetto verso quel “boss” dal viso burbero, utilizzato tanto per trasmettere grinta quanto per proteggere la propria “famiglia”. Gli avversari di mille battaglie salutano con rispetto un avversario tosto ma mai sleale. E mentre i media nazionali non resistono alla tentazione di scadere in informazioni molto simili a gossip, i giornalisti più celebri dei rally ringraziano con affetto un uomo che ha gestito i rapporti col più classico dei “bastone e carote”. Segnali che poco hanno a che fare con lo sport e che tanto raccontano dei segni che può lasciare un uomo che porta tutto se stesso dentro una professione sportiva. 

E mi son chiesto e richiesto se valesse la pena di scrivere queste parole su Rallyssimo o magari di scriverle direttamente ad Andrea, per colmare quel vuoto che sento nel non aver tentato mai veramente di conoscerlo di persona e per far pace con quella simpatia che non sono riuscito a provare in tempo.

Ho fatto entrambe le cose, convinto che ci mancherà.

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