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Campionato Italiano Assoluto Rally – Tutti i dubbi di un titolo dimezzato che piace a pochi

Il nuovo campionato maggiore tutto su asfalto al momento sembra scontentare un po' tutti

Tra meno di un mese parte il CIAR (Campionato Italiano Assoluto Rally) con il Ciocco e, al momento, l’unico elemento veramente “assoluto” di questo campionato è il silenzio, il vuoto intorno ad esso.

Sì, oggi è stato confermato ufficialmente il montepremi, ma fa veramente impressione la completa mancanza di promozione e il fatto che nessuno dei piloti “teste di serie” del nostro campionato si sia ancora fatto avanti, dichiarandosi pronto a contendere (o a difendere) il titolo di Campione Italiano Rally.

I motivi sono molti, a partire, come accennato, dalla cronica scarsa visibilità e promozione del nostro sport, fino ad arrivare alla proliferazione dei campionati, molto spesso inseriti uno dentro l’altro, tipo matrioska.

A peggiorare le cose, il grottesco balletto di sigle che quest’anno ha accompagnato tutti i campionati maggiori (CIAR CIRP CIRT CIRA… per saperne di più cliccate qui).

Colpo di grazia, l’insensata eliminazione delle gare su terra dal CIAR che, orbo della superficie più nobile per i rally, ha perso in definitiva il suo blasone, con il rischio di incoronare un “campione dimezzato”.

E ancora, al di là del titolo formale, chi sarà il “vero” campione italiano? Colui che si aggiudica il CIAR, solo asfalto, o chi si aggiudica il CIRT, solo terra? Entrambi saranno campioni, ma di questo futuro distopico ne faremmo volentieri a meno!

Normale che in questa situazione gli stessi piloti siano un po’ spiazzati e indecisi sul da farsi. C’è chi si dedicherà completamente alle gare all’estero e chi al momento tiene un po’ i piedi in due staffe in attesa di completare il budget. C’è chi ha ormai deciso di accasarsi al CIAR, ma ancora non scopre le carte perché, comunque ha capito che non sarà un titolo come gli anni scorsi.

Quelli che abbiamo sentito, comunque, non sono contenti dell’eliminazione della terra dal campionato. Nemmeno i più accaniti asfaltisti perché, come detto, una eventuale vittoria rischia di non essere valorizzata al 100%.

Questa decisione, tra l’altro, peggiora la già complessa impresa di mettere insieme un budget che possa garantire una partecipazione costante e di alto livello, che sappiamo essere un problema comune a molti interpreti del nostro campionato, anche ai più forti.

A questo punto ci chiediamo: ma c’era veramente bisogno di questi cambiamenti? Davvero questo è quello che il movimento stava chiedendo alla Federazione? Se la risposta a quest’ultima domanda è sì, allora non so davvero cosa pensare.

Photo Credit: Giandomenico Basso FB Page
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