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Tempo

3 MIN

Gli spettatori sono ancora ben accetti in prova speciale?

Aree spettatori sempre più limitate e distanti dal bordo strada, con il restante percorso proibito al pubblico. E’ veramente la direzione giusta su cui puntare?

Domande che con il passare del tempo diventano sempre più pesanti ed in cui si cela un rumore sempre più assordante.

L’uscita della cartina della P.S. 16 La Bollene – Vesubie ha lasciato di stucco e sbigottiti i numerosi fan pronti ad insediare le strade francesi per assistere al primo appuntamento della stagione, il Rally Monte-Carlo.

Solamente otto le zone dedicate agli spettatori con la maggior parte di essi situate nei pressi di partenza ed arrivo e solamente due situate nella parte centrale della prova speciale nei pressi degli accessi facilmente accessibili.
Vere e proprie zone situate nelle zone maggiormente accessibili e con profonda distanza dalla strada per evitare qualsivoglia problema scaturito da una possibile uscita di una vettura sulla folla.

Il restante della prova?

Il restante della prova (n.d.r. il restante 98% della prova speciale) è totalmente coperto da un divieto totale di accesso che proibisce a qualsiasi fan o spettatore di potersi incamminare lungo la strada per trovare il punto che più preferisce e ama obbligandolo quindi a frequentare queste zone di accesso al pubblico dal dubbio gusto e completamente straripante di persone che nella maggior parte dei casi proibisce una visione chiara del passaggio delle vetture.

Una direzione presa da parte della federazione nel cercare di imitare le tribune dei vari circuiti che denota una continua ricerca nell’avere sempre meno responsabilità sullo spettatore.

Cos’è lo spettatore per la federazione?

Lo spettatore è un “peso” che deve essere gestito per evitare problemi alla sicurezza e che non va a far parte in maniera positiva, attivamente parlando, delle casse del rally, ma solamente in maniera negativa, dovendo essere controllati da parte dei commissari pagati appositamente per gestire i più scapestrati che non rispettano i limiti imposti dall’organizzatore o la federazione.

Queste sono le motivazioni che spingono la FIA ad allontanare sempre di più lo spettatore dal bordo della strada, nascondendosi dietro la maschera della sicurezza che in alcuni casi sembra essere chiaramente eccessiva.
Ciò avviene per il profitto che l’organo in materia cerca di ottenere dalla vendita dei diritti televisivi posti in primo piano, rispetto alle richieste maggiormente permissive da parte di chi del rally ne fa una vera e propria passione. Una logica chiara in ogni ambito sportivo che oggi incide in modo significativo sulla normale natura dei rally e di chi li ha sempre seguiti.

La direzione intrapresa, le logiche conseguenze e i conti che non tornano

Il continuo puntare sulla vendibilità del prodotto dal punto di vista televisivo per cercare di portare un sempre maggiore ricavo all’interno del meccanismo WRC scoraggia totalmente nuovi possibili spettatori ed i fan di vecchia data attivando un meccanismo che pur in maniera passiva va a danneggiare l’immagine del promoter.

L’assenza di pubblico sulle varie prove speciali può demoralizzare qualsiasi costruttore nell’accollarsi la spesa di dover sviluppare una vettura da corsa per cercare di vendere il più possibile la vettura stradale. Tralasciando che l’attuale regolamento ha allontanato sempre di più le vetture da quelle che poi possiamo ritrovare in concessionaria.

Senza potenziali clienti a cui vendere, i costruttori non entrano e senza costruttori i grandi sponsor non partecipano che porta ad un’inevitabile triste e dolorosa fine che porta alla totale sparizione della disciplina.

Il tempo passa ed il rapporto tra nuovi spettatori e pubblico perso si fa sempre più in rosso portando ad una sempre più vicina conclusione.

Tutto si riassume in una semplice domanda. Gli spettatori sono ancora ben accetti in prova speciale? Noi un idea ce l’abbiamo.

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