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Tempo

3 MIN

Chi è stato l’ultimo africano a vincere il Rally Safari?

Ian Duncan vinse il Safari Rally nel 1994. Da quel momento nessun africano è riuscito a primeggiare...

Nessuno è profeta in patria, o quasi. Vale un po’ per ogni ambito della vita e ancor di più vale per quella straordinariamente affascinante e complicata gara che è il Safari Rally. E quando nel 1994 il kenyota Ian Duncan riuscì ad imporsi nella gara di casa giunta all’edizione numero quarantadue, nessuno avrebbe immaginato che sarebbero passati oltre 30 anni senza che nessun altro riuscisse nella stessa impresa.

1994: la stagione del dualismo Sainz – Auriol. Tranne in Africa.

Chiunque salga a bordo di una Toyota Celica Turbo 4WD è in grado di primeggiare in quella stagione. Naturalmente facendo i conti prima con Carlos Sainz e Didier Auriol che si spartiscono le gare quasi con metodo scientifico. Dovunque e comunque, ad eccezione di quel Rally Safari che mostra al via una possibile “variabile impazzita” in Ian Duncan. Perché guida la stessa macchina e perché i 3497 km che compongono la gara sono in Kenya, casa sua.

Dall’alto dei suoi 33 anni ed una discreta esperienza nazionale ed internazionale, unitamente alla possibilità di poter salire sulla miglior macchina di quel tempo, Duncan aveva l’identikit perfetto per recitare il ruolo di underdog di quella edizione. A maggior ragione perché già nel 1993 aveva chiuso con un ottimo terzo posto la stessa gara del World Rally Championship.

Una gara ad esclusione

Dalle prime battute sembra non esserci margine: troppo forti i due contendenti per il titolo mondiale. Ma la Dea Bendata prende in grazia il pilota nato a Nairobi e gli spalanca la strada verso una vittoria a dir poco clamorosa.

Prima tocca ad Auriol: l’ammortizzatore anteriore destro cede e anche la sospensione finisce per rompersi. Il francese subisce un ritardo irrecuperabile ed è fuori dai giochi.

 Kankkunen ha un’autostrada davanti a sè. Spinge e porta il suo vantaggio ad oltre sei minuti su Duncan. Tutto sembrerebbe volgere al meglio ma, il troppo desiderio di stravincere ed una nota non corretta, compromettono la gara del pluricampione finlandese. Uscita di strada a 180 km/h, Celica distrutta e gara finita.

Resta Duncan, più contro se stesso che contro reali avversari che possano realmente impensierirlo.

La situazione sta diventando seria adesso. Basta ridere. Sento la pressione. Tutto il peso è sulle mie spalle dato che c’è una sola Toyota al comando”, ha ammesso Duncan al termine della seconda speciale.

Il brivido ad un passo dalla storia

Altri 1375 chilometri da percorrere col fiato sospeso e cercando di tenersi il più possibile lontano dai guai. Senza pensare tanto alla Mitsubishi Lancer Evo I di Kenjiro Shinozuka ormai distante ben 25 minuti e rischiando di compromettere tutto per il più africano degli imprevisti: un impala.

Un animale locale, molto simile ad una gazzella, che gli attraversa la strada a poche speciali dal termine e finisce per centrarlo. Tutto sembra poter svanire da un momento all’altro e compromettere una delle più romantiche storie dei rally di quegli anni.

Non sarà così.

Ian Duncan terminerà la gara sul gradino più alto del podio. Scrivendo sul libro dei ricordi una storia incredibile che, ancora oggi, ricorda con grande affetto ed emozione e che non ha ancora trovato nessuno in grado di imitarlo.

Vincere il Safari Rally è stato incredibile. Era qualcosa che cercavamo di fare da anni e anni. Abbiamo lavorato molto con Toyota e li ringrazio. Sono ricordi davvero belli, che non dimenticherò mai”

Riviviamo, ripescata da Youtube, un corposo riassunto del 42° Trust Bank Safari Rally 1994

A fine stagione sarà Didier Auriol il campione del mondo, con tre vittorie (Corsica, Argentina e Italia) in una strabiliante stagione che porterà sei vincitori diversi nelle dieci gare disputate complessivamente.

Di recente Ian Duncan ha rivissuto in dettaglio tutte le emozioni di quella bellissima vittoria, riportati in questa corposa intervista in lingua inglese.

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