Skip to content Skip to sidebar Skip to footer
Tempo

8 MIN

Intervista esclusiva a Sauro Farnocchia

"Pronti a dire la nostra per il Campionato Italiano Rally Asfalto"

Tra poco più di 20 giorni, con il 41° “Rally il Ciocco e Valle del Serchio” inizia il Campionato Italiano Rally 2018. Se vi sono pochi dubbi sui nomi dei protagonisti che si contenderanno fino all’ultima prova il titolo di Campione Italiano, un ruolo da “outsider” soprattutto per ciò che concerne la conquista del Campionato Italiano Rally Asfalto se lo ritaglia sicuramente l’equipaggio composto da Antonio Rusce e Sauro Farnocchia, che prenderanno parte al campionato a bordo della Ford Fiesta R5 (X-Race Sport).
Abbiamo così posto qualche domanda a Sauro Farnocchia, co-driver di fama mondiale, che non ha bisogno di presentazioni, impressioni e aspettative sulla stagione che sta per iniziare.
Sauro, sta per iniziare una nuova stagione che ti vedrà ancora protagonista a bordo di una vettura da rally.
Ti elenco alcuni numeri che ti riguardano: dal 1986 un totale di 178 “starts” con 23 presenze nel Mondiale Rally (1 vittoria e 5 podi), 31 presenze nel Campionato Europeo (4 vittorie e 14 podi) e potrei andare avanti a lungo.

La domanda spontanea è: quale spirito e quali motivazioni spingono un personaggio della tua caratura ed esperienza, a indossare tuta e casco anno dopo anno?

Indubbiamente ho un senso innato della competizione, basti pensare che ho praticamente gareggiato fin da bambino, con qualsiasi mezzo avesse ruote: dalla bici, alla moto da cross per giungere all’automobilismo, esordendo nel 1982 al Rally del Carnevale (prima edizione) con Mauro Lenci.
Nonostante abbia gareggiato ai massimi livelli (Mondiale Rally e Campionato Europeo ndr) con i “top team” degli anni ’90, ottenendo anche ottimi risultati, non è assolutamente difficile per me trovare oggi motivazioni e stimoli per sedere ancora a bordo di una vettura da rally; avere l’opportunità di competere nel Campionato Italiano Rally è già una sfida importante da accettare se si pensa che “l’Italiano” è certamente la competizione più difficile al mondo tra tutti i campionati nazionali, sia per il numero di iscritti, sia per la qualità e l’esperienza degli equipaggi, sia per l’elevato livello di competitività di tutte le vetture, basti pensare che alcuni team che partecipano al Campionato Mondiale mandano i loro piloti più giovani a fare esperienza qui (ad esempio nel 2017 Kalle Rovampera, F.P.F. Sport) specialmente per implementare e migliorare le tecniche di guida su asfalto.
L’impulso definitivo è arrivato dall’incontro con Antonio Rusce che mi ha proposto un ambizioso ed articolato progetto proprio per partecipare al Campionato Italiano.
Quando si parla di Sauro Farnocchia, anche se siamo nel 2018, chiudo gli occhi e ti vedo ancora a bordo della Lancia Delta Integrale del “Team Martini Lancia” a fianco di Andrea Aghini, con il quale peraltro hai vissuto il momento più alto della carriera, con la vittoria del Rally di Sanremo del 1992 davanti al compagno di squadra Juha Kankkunen, Campione del Mondo in carica.

Come si gestisce questa pressione?

Quando a poco più di 30 anni gareggi nel Campionato del Mondo Rally per il team ufficiale “Martini Racing”, che all’epoca equivaleva ad essere al volante di una Ferrari della “Scuderia Ferrari” nel Campionato del Mondo di Formula 1 è chiaro che hai gli occhi del mondo addosso ed è altrettanto evidente che tutti ripongono in te le più importanti aspettative, che ad essere sinceri assieme ad Andrea Aghini non abbiamo mai disatteso; basti pensare ai risultati ottenuti dapprima con la Lancia Delta del “Jolly Club” e poi con la vettura “ufficiale” del Team “Martini Racing”, toccando l’apice della carriera con la vittoria del “34° Rally di Sanremo” (11-15 Ottobre) nel 1992.
La pressione ognuno la vive a modo suo, ma sia io che Andrea eravamo prima di tutto consapevoli delle nostre capacità e sempre concentrati sul lavoro da svolgere, al quale sostanzialmente avevamo dedicato la nostra vita, una dedizione totale, riservando un’attenzione quasi maniacale per ogni dettaglio, dove mai niente veniva sottovalutato o lasciato al caso. Quando sali in macchina con queste certezze “la paura da palcoscenico” svanisce immediatamente e ti concentri immediatamente sulla prima nota da leggere, che di fatto arriva in un istante.

A proposito di pressione, un navigatore con il tuo background rappresenta sicuramente la massima espressione del ruolo a bordo di una vettura da rally e se da un lato rappresenta certamente un vantaggio per il binomio, ti sei mai chiesto se questo fatto possa rappresentare un elemento di ulteriore “stress” per il pilota?

Nella mia carriera ho corso con pochi piloti, fondamentalmente perché credo sia essenziale creare un rapporto di empatia all’interno dell’equipaggio, la persona nella sua complessità di “uomo” come “essere umano” (con la sua storia, le sue vicissitudini etc…) è più importante della figura “pilota”, come elemento a se stante.
L’univocità del binomio “uomo-pilota” è essenziale per il mio modo di vivere “l’equipaggio”.
La qualità del rapporto umano che cerco di instaurare con il pilota, come persona appunto, ha una rilevanza maggiore rispetto a quello professionale, che è una logica conseguenza se si riesce ad instaurare un rapporto di empatia.
Quest’ultimo è l’aspetto che più mi interessa quando devo valutare un nuovo progetto, una nuova collaborazione proprio perché la reciproca conoscenza ed il perseguire obiettivi comuni, fanno si che non esista alcun problema di “timore reverenziale” nei miei confronti.

Com’è iniziata la collaborazione con Antonio Rusce e che rapporto hai con lui.

Ho conosciuto Antonio (Rusce ndr) al “3° Rally di Roma Capitale” nel Settembre 2015 quando correvo con Nicola Caldani, perché mi avvicinò chiedendomi alcune impressioni e ci scambiammo alcuni pareri.
A Gennaio 2016 fui contattato da Alfonso Giacobazzi CEO di GB Motors Racing che conoscevo già, chiedendomi informazioni sui miei progetti futuri ed esprimendomi la volontà di Antonio di conoscermi.
Decidemmo cosi di iscriversi al “39° Rally il Ciocco e Valle del Serchio” (17-20 Marzo 2016) per capire se sarebbe stato possibile instaurare un fruttuoso rapporto di collaborazione professionale.
Ho così iniziato a conoscere meglio Antonio, parlando sia dei suoi trascorsi nel mondo dei rally che di alcuni aspetti importanti e segnanti che avevano caratterizzato la sua vita privata.
Mi è bastato poco per “sposare” il percorso proposto da Antonio, e di conseguenza instaurare con lui un rapporto a 360° come dicevo precedentemente, prima umano che professionale.
Il “progetto tecnico” è poi estremamente interessante, stimolante e competitivo ed è iniziato nel 2016 appunto, con un importante lavoro che ho dovuto compiere su Antonio come pilota, in quanto ha imparato nozioni e tecniche di guida principalmente da solo, partecipando ad alcuni rally della sua zona, di conseguenza non sempre adottava quelle soluzioni e quei comportanti di pilotaggio che sono propri di un pilota “professionista” (anche se Antonio non è un pilota di professione) ma che sono comunque necessari per competere a buoni livelli, in un campionato difficile ed equilibrato come quello italiano.
In questa stagione prevediamo quindi di iniziare a raccogliere i risultati di quanto “seminato” nelle due edizioni precedenti del Campionato Italiano.

Parlaci brevemente della vettura che avrete a disposizione quest’anno…

Ribadisco che abbiamo deciso di dare continuità al nostro progetto con l’obiettivo quest’anno di avere una macchina realmente “cucita addosso” alle caratteristiche di Antonio per competere ai più alti livelli; per questo abbiamo deciso di rinnovare la collaborazione con “M-Sport” di Malcom Wilson, che per questa stagione aggiornerà la nostra Ford Fiesta R5 (PX15 HZD, telaio n°130) all’ultimo “step” della “EVO2” (come le vetture che corrono nel Campionato del Mondo Rally di Teemu Suninen, WRC e Takamoto Katsuta, WRC2).
Proseguiremo anche la collaborazione con Pirelli ed i test che si svolgeranno la prossima settimana saranno incentrati sulla verifica e sul miglioramento delle performance in vista della partenza del Campionato Italiano Rally con il “41° Rally Il Ciocco e Valle del Serchio” (23-24 Marzo), dove sono presenti i migliori costruttori al mondo, sia di auto che di pneumatici.

 

Obiettivi per la stagione 2018?

Sarebbe presuntuoso dire che proveremo a correre per la vittoria del Campionato Italiano, visto che davanti a noi ci sono nomi importanti e tutti con molta esperienza in questa competizione a partire da Paolo Andreucci che è sicuramente candidato alla vittoria del titolo anche in questa stagione.
E’ anche importante sottolineare che i rally su “terra” presentano ancora alcune difficoltà per Antonio che ha una scarsa esperienza su questo tipo di fondo e per aspirare alla vittoria finale è necessario avere un’estrema continuità di risultati.
A questo punto, inutile nascondersi, il nostro obiettivo è puntare alla vittoria del Trofeo Rally Asfalto che è la competizione più popolata e conterà 6 prove.
Parafrasando una vecchia massima: “tanti avversari, tanta gloria”.

Per concludere, sapendo che sei tra i Delegati alla Sicurezza della Federazione Internazionale dell’Automobile, e sapendo che sei particolarmente sensibile agli aspetti della “safety” ti chiedo: cosa può essere ancora migliorato a garanzia della sicurezza degli equipaggi e della salvaguardia del pubblico?

Ringrazio per la domanda perché come membro della Commissione Sicurezza della Federazione Internazionale dell’Automobile questo è un aspetto che mi tocca particolarmente.
Da “addetto ai lavori” e come “co-driver” ancora in attività mi sento di affermare che i costruttori hanno raggiunto un estremo livello di sicurezza nella produzione delle loro vetture.
Di pari passo, il Campionato del Mondo Rally ed i “rally” in genere stanno acquisendo nuovamente la popolarità che avevano negli anni ’90, con una notevole affluenza di pubblico, constatandolo direttamente quando ho avuto modo di percorrere le prove dello scorso “86° Rally di Montecarlo” (22-28 Gennaio) come membro della Commissione appunto.
Se da un lato le auto sono estremamente performanti e sicure, dall’altro gli organizzatori cercano di rendere sempre più spettacolari le prove e per questo è fondamentale e necessario avere un occhio di riguardo per il pubblico e tutte le persone che ruotano attorno a questo mondo, partendo dall’implementazione delle zone di sicurezza riservate agli spettatori ed ed agli addetti ai lavori, come fotografi e commissari.
In un futuro molto prossimo credo che giungeremo ad una vera e propria distinzione delle aree riservate.
Fondamentale però anche l’opera di sensibilizzazione al tema della sicurezza che deve essere prerogativa anche delle singole federazioni nazionali.
Un esempio su tutti, a dimostrazione di quanto è stato fatto come “formazione” sui non addetti ai lavori, sono i risultati ottenuti al “Rally del Portogallo”, che negli anni ’90 quando correvo nel “Team Martini” era certamente il più pericoloso a causa dell’indisciplina del pubblico.
Confrontate un video di allora con uno attuale e vedrete che adesso lo riconoscerete come “Rally del Portogallo” solo leggendo la descrizione, mentre prima, il pubblico letteralmente impazzito era l’elemento caratterizzante.
Probabilmente un accenno al tema della sicurezza nel “motorsport” potrebbe essere anche inserito nei programmi scolastici di educazione civica dove un minimo spazio di programmazione è già destinato all’educazione stradale.

Salutiamo e ringraziamo Sauro Farnocchia per l’ospitalità e per il tempo che ci ha dedicato, con la promessa di rivederci a Forte dei Marmi il 23 Marzo per la prima SPS del rally “Il Ciocco e Valle del Serchio” che aprirà la stagione 2018 del Campionato Italiano con i nostri migliori auguri.

Ringraziamo inoltre Giovanni Scarpari e Luca Soldaini per le foto.

 

 

 

 

Mostra commentiChiudi commenti

Lascia un commento

0.0/5

Rallyssimo.it – TESTATA GIORNALISTICA
Iscrizione autorizzata al Registro Stampa del
Tribunale di Rimini N° 6 del 19/11/2019

Iscriviti alla Newsletter

RALLYSSIMO © 2022 – The SpaceWeb Agency The Space