Skip to content Skip to sidebar Skip to footer
Tempo

4 MIN

Il rally in Italia morirà, “inchiodato” alle solite storie

Gomme bucate Valli Cuneesi

Ovviamente il titolo di questo articolo è una provocazione ma il weekend appena trascorso lascia più di un pensiero per quello che sono diventati i rally nel nostro paese. Da un anno abbondante di Rallyssimo, passato a raccontarvi quanto più possibile di questo sport spesso trascurato, nasce questo articolo che trova in questi ultimi giorni la goccia che fa traboccare il vaso.

Una settimana dove si è provato come sempre ad offrire il meglio e si è ottenuto indietro il peggio, soprattutto da chi le gare le segue e dovrebbe fare di tutto perché si possa continuare. Il famoso “Popolo dei Rally” che corre sui social a sbandierare la propria diversità e i propri valori che si trasforma in un gruppo di sbraitoni imbarazzanti che finisce per diventare la bandiera nera di se stesso. Ma andiamo con ordine.

Rally d’Italia: la passione meglio vicino casa

È forse la diatriba più vecchia e anche la più noiosa attorno al mondo dei rally. Ci sono i pro Sardegna, i pro Liguria, i pro Centro Italia e i pro “Basta che sia più vicino possibile a casa”. Tutto comprensibile, tutto per certi versi giusto ma quello che sfugge a chiunque è che mentre noi trascorriamo a discutere su quale sputacchio di terra sarebbe meglio far correre la gara, ci sono nazioni che si organizzano e studiano come prendersi quel posto che finora ci è stato riservato. Parliamo di Nuova Zelanda, di Grecia o di Cina, nazioni che certe caratteristiche nostre se le sognano ma che hanno la capacità di fare quadrato su se stesse e a ragionare come Nazione nel raggiungere un obiettivo. Probabilmente quel che è nostro rimarrà nostro ma come Rallyssimo vogliamo il Rally d’Italia in Italia come unica cosa, pronti a percorrere qualche chilometro in più pur di non perdere la magia di un mondiale dentro i nostri confini nazionali. Perché ovunque sarà si chiamerà appunto Rally d’Italia.

Rally di Pico e l’equipaggio travolto

In Italia non ce la facciamo a dare la parvenza di organizzazione degna di tale nome. Piloti appassionati compiono sforzi immani per mettere insieme il budget necessario per regalarsi un sogno e una persona qualunque può essere libera di stroncarne le velleità in una frazione di secondo. Su una strada provinciale a due passi dalla Prova Speciale. Senza entrare nel merito di responsabilità e di dinamiche, viene rabbia soprattutto quando guardiamo ai paesi che fanno dei rally quasi uno sport nazionale e dove un campionato regionale smuove l’organizzazione di gare internazionali. Sì ok, l’erba del vicino è sempre la più verde ma il senso di fastidio non passa nel vedere scene che hanno dell’incredibile nel terzo millenio.

Rally Valli Cuneesi e la vergogna infinita dei chiodi

Tra i commenti della nostra p agina Facebook ne compare uno che mi fa veramente pensare:

La mia non è una giustificazione per chi commette gesti schifosi come questo ma i chiodi nei Rally ci son sempre stati, come i massi e le curve sporche non segnalate….! Ad ogni modo spero che il colpevole passi un paio di giorni sul cesso…”

Niente rende più chiaro, niente di più orribile. Prendere una simile schifezza come qualcosa di normale, di cosa che è sempre successa e che ci facciamo andare bene. Come certa sabbia finita nei serbatoi in passi fondamentali per le stagioni o come certi piloti privati fermi ad aspettare un ufficiale in cambio di una macchina per la gara successiva. L’omertà come base di una competizione sportiva.

Non vi viene da vomitare? 

Non prendiamoci in giro. Tutti sosteniamo un equipaggio più dell’altro perché il tifo è parte dello sport e la fandonia del “nei rally non si tifa, si sostengono tutti gli equipaggi” è una favoletta da gruppetto di amici che ci piace raccontarci per sentirci diversi e migliori degli altri. Non lo siamo, e dopo questo weekend lo siamo ancora meno.

Perché se non abbiamo il cervello di capire che un chiodo preso a 130 km/h non ha niente a che fare con un risultato ma a che fare con la vita, non abbiamo niente di diverso di certi ultras di calcio o di MotoGp.

Sì perché puoi uccidere due persone come te che si sono presi la briga di scucire il proprio portafoglio anche per te, per regalarti quel weekend a bordo speciale a scolare birra e a ridere con i tuoi amici. A quel punto forse piangeresti certe persone e pubblicheresti con rammarico le loro foto per dimostrare ai tuoi amici che seguono il calcio che siamo diversi.

E invece non lo siamo.

Mostra commentiChiudi commenti

Lascia un commento

0.0/5

Rallyssimo.it – TESTATA GIORNALISTICA
Iscrizione autorizzata al Registro Stampa del
Tribunale di Rimini N° 6 del 19/11/2019

Iscriviti alla Newsletter

RALLYSSIMO © 2022 – The SpaceWeb Agency The Space