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Belle storie alla Dakar 2017. Ecco l’avventura di Gianluca Tassi

Come detto ieri, la Dakar non è solo gara, piloti dai grandi nomi mondiali, ma anche realtà nostre, realtà coi nostri colori verde bianco rosso, persone che tentano questa impresa. Se ieri abbiamo presentato la manifestazione secondo l’equipaggio Scandola, oggi siamo a presentarvi la splendida impresa del tenace Gianluca Tassi, pilota disabile che sta correndo una Dakar straordinaria a bordo della sua Ford Raptor, facendosi trovare al giro di boa tra i primi 50 piloti.

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Siamo oltre il giro di boa della Dakar 2017 e prosegue il sogno di Gianluca Tassi. Il pilota di rally disabile continua la sua sfida tra i fangosi sterrati sudamericani. A metà della gara, il campione umbro si trova fra i primi 50 classificati, più precisamente occupa il 46° tempo, che equivale ad una stupenda vittoria per Gianluca, autore di un’impresa al limite dell’impossibile, così come da tradizione dakariana. Molteplici i momenti duri sin qui, dalla polvere nella seconda tappa, all’altitudine che affligge ora tutti gli equipaggi con altitudini comprese fra i 3.500 e i 4.000 metri. Non dimentichiamo poi le dune, vero flagello per auto, piloti e navigatori, oltre la pioggia e le inondazioni, che hanno costretto gli organizzatori a cancellare tappe e ridurre il chilometraggio ad altre. La Dakar finora è stata fatale anche per grandissimi campioni titolati come Carlos Sainz, ma non Gianluca Tassi che sta compiendo un vero e proprio miracolo sportivo. Dà una gioia immensa vedere in classifica il 55enne divenuto paraplegico dopo la caduta dalla moto nel 2003.

Un chiaro esempio alla Zanardi, dove ci dona una bella lezione di vita e ci mostra che la volontà non ha limiti, come recita lo slogan sulla home page del suo sito, www.gianlucatassi.it.

Le insidie della Dakar  sono sempre dietro l’angolo, ma la marcia verso Buenos Aires di Gianluca è ripresa a pieno ritmo. Sentiamo le sue parole:

Abbiamo affrontato i primi giorni di gara con repentini cambiamenti di terreno, clima e altitudine. Al secondo giorno c’erano 47 gradi all’esterno, quindi vi lascio immaginare quanto poteva essere la temperatura all’interno dell’abitacolo. Dalla terza tappa in poi ci sono state le giornate più impegnative, soprattutto per l’altitudine e il conseguente calo di potenza del motore delle auto. Le dune le abbiamo affrontate in maniera impeccabile, nonostante la pesantezza del veicolo cui è stato fatto qualche intervento di assistenza ma nel complesso è risultato molto affidabile. La sesta tappa è stata cancellata perché sul percorso stabilito c’era oltre mezzo metro d’acqua. Si dorme poco, a volte non più di due ore a notte, soprattutto noi piloti in seconda griglia di partenza che iniziamo a gareggiare dopo e arriviamo la notte. E’ dura tenere questo tipo di trend. Fino a questo momento ci siamo riusciti, grazie ad una gestione intelligente del mezzo, alla collaborazione del mio co-pilota Massimiliano Catarsi e all’assistenza di Alessandro Brufola Casotto. Adesso c’è la seconda parte della gara. Si riparte con una tappa marathon, senza assistenza. Superate le prossime tre tappe,- conclude Gianluca Tassi – potremo gestire al meglio la parte finale della Dakar.

 

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                                                                                                                                                                                          Selfie con Evo Morales presidente boliviano
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