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Intervista esclusiva ad Alex Fiorio: “Il Safari è unico!”

Abbiamo fatto qualche domanda ad una leggenda vivente dei rally Italiani, sentite cosa ci ha dichiarato.

Abbiamo sentito in una bellissima intervista uno dei più grandi campioni del rallysmo Italiano, Alessandro “Alex” Fiorio, classe 1965, Campione del Mondo GR.N 1987 e autore di ben 10 podi nel Mondiale Rally, leggete cosa ci ha confidato:

Chi è Alessandro Fiorio?

Alessandro “Alex” Fiorio per prima cosa è stato uno sciatore, lì sono stati gli anni più belli della mia vita, anche se purtroppo a causa di un infortunio ho dovuto chiudere anzitempo la mia carriera nonostante un titolo Italiano e la presenza nella squadra B di slalom gigante. Tutt’ora sono maestro di sci ritengo che ci siano molte somiglianze tra il rally e lo sci, più di quanto si possa credere.
Ed è stato proprio lo sci che mi ha aiutato molto nella mia carriera di pilota, infatti le due discipline hanno molte parti in comune, ad esempio il come affrontare una curva, il dove guardare…, infatti tutti gli sciatori che poi hanno corso in macchina sono andati sempre forte, tra i vari Alphand, Biasion, Andreucci, Roux etc…
In seguito ho iniziato a correre in macchina, con tutti i successi che poi sono saltati fuori…

Com’è nata la tua passione per i rally?

In quel periodo lì mio padre era capo della Lancia, e mi ha trasmesso questa passione, e, dopo il ritiro dallo sci, l’ auto ha preso il sopravvento. Mio padre inizialmente non voleva, ma, dopo un successo al Sestriere con un auto stradale in una gara neve-ghiaccio, Cesare si è ricreduto, nonostante un iniziale perplessità alla mia idea di diventare pilota.
In seguito infatti, con la Fiat Uno nell’ omonimo trofeo, iniziò questa carriera…

Parlaci della tua carriera.

Ho iniziato nel 1985, col Trofeo UNO, vincendolo subito al debutto, affiancato da Mario Ferfoglia.
Il premio del Trofeo era quello, nella stagione successiva, il 1986, di alcune gare del Campionato del Mondo sempre su Fiat Uno Turbo A7, anche se non tutto andò come preventivato, e tra incidenti e ritiri per noie meccaniche, oltre che all’ annullamento del Tour De Corse a causa del fatale incidente di Toivonen, riuscimmo a centrare il risultato solo all’ ultimo rally della stagione, il Sanremo, ove arrivammo settimi assoluti stando davanti, a parità di auto, anche a vari ufficiali…
Nell’ anno successivo, il 1987, partecipammo al Mondiale Gruppo N, su Lancia Delta Integrale Totip, e riuscimmo a vincere il campionato in Finlandia, battendo proprio il grande Tommi Makinen nella giornata finale, con una soddisfazione indescrivibile, che solo a Jvaskyla possono dare…
In seguito abbiamo fatto il Mondiale 1988, stando in testa al Mondiale per le prime gare e raccogliendo innumerevoli podi, nel 1989 e nel 1990 invece, sempre supportati dal Jolly Club, abbiamo fatto numerosi podi, senza mai arrivare purtroppo al successo, che mi manca davvero tanto…
In seguito passammo in Ford, ma lo spirito non era lo stesso e la macchina non riusciva ad essere competitiva… in seguito poi raccogliemmo anche molti altri risultati di spessore in altri campionati, fino ad arrivare al 2005, anno in cui ho smesso con la carriera agonistica, nonostante qualche apparizione spot qua e là…

Una carriera ricca di successi, ci puoi illustrare il tuo palmarès? Qual è stato il migliore momento della tua carriera? E il peggiore?

Il migliore momento della mia carriera è stato la vittoria nel mondiale GR.N del 1987, poi nella splendida cornice della Finlandia… il peggiore per me invece è stato l’ incidente al Montecarlo 1989…
A livello di palmarès abbiamo vinto nel 1985 il trofeo UNO, nel 1987 il Mondiale GR.N, nel 1988 abbiamo fatto terzi nel mondiale, nel 1989 secondi ed in seguito altri successi…

Quali rally preferisci di quelli che hai disputato nella tua carriera? Quale gara ti è più rimasta nel cuore?

Sicuramente la gara che più mi è rimasta nel cuore è stato il Rally Safari, davvero leggendario, peccato che nell’ anno in cui eravamo in testa al momento giusto con la macchina perfetta…poi purtroppo si è rotto un bullone di biella ed abbiamo rotto il motore.
Sono ritornato anche in seguito, con Delta e Lancer Evo GR.N, perché il Safari per me rimane una gara UNICA.

Hai corso molto con Delta A8, Ford Sierra Cosworth 4×4 A8 e Ford Escort Cosworth A8: si può fare un confronto secondo te tra queste tre vetture? Cosa cambiava dalla macchina Torinese a quella Americana?

Diciamo che sicuramente le Ford erano più performanti, ma in squadra mancava quella capacità di risolvere problemi che avevamo in Lancia, e finimmo spesso per avere problemi…

Sei nato anche tu dai trofei promozionali Fiat per i giovani, cosa che assolutamente manca in Italia e che fa perdere moltissimo a tutto il movimento, cosa ne pensi?

Penso che sicuramente manca una casa Italiana nel WRC, e con essa dei trofei promozionali adatti ai giovani che vogliono emergere.

Cosa ti è rimasto dalla fantastica vittoria nel mondiale GR.N del 1987? A 31 anni da quel momento, ti si accende ancora la miccia nel cuore ripensando a quei momenti?

Diciamo che ripensando a quella vittoria mi si riempie ancora il cuore, sia per la bellissima stagione che abbiamo fatto, sia per la vittoria che è arrivata in Finlandia, la patria del Rallysmo, con un pubblico davvero senza eguali ed una passione impressionante…

In questi momenti si è acceso il delirio per la questione 124 Abarth, che ne pensi? Secondo te, che sei anche tester, dove può arrivare come macchina? Sono previsti step evolutivi della RGT anche su terra?

Secondo me ognuno fa delle scelte, e loro hanno scelto l’ RGT, e vedremo, perché ancora non sappiamo se tra uno-due anni ci sarà una svolta nella categoria… Devo dire che, per quel poco che abbiamo potuto testare, hanno fatto un grossissimo lavoro, infatti con gli ultimi aggiornamenti la macchina è cambiata davvero tanto, e ha dimostrato anche che, se guidata da un “piede pesante” può comunque far uscire buoni tempi, perché è vero che ha solo due ruote motrici, ma è vero anche che ha l’ elettronica…
Comunque adesso abbiamo ancora un piano di sviluppo, per farla andare meglio, e faremo anche qualche test su fondo sterrato…

Sei stato navigato per parecchio tempo dall’ illustre Gigi Pirollo, com’era il tuo rapporto con esso?

Con Gigi devo dire che abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, anche tutt’ora, e dovete anche pensare che col navigatore una volta ci passavi davvero gran parte del tuo tempo, essendo 330 giorni all’ anno in macchina.

Nella tua carriera hai vinto anche con la BMW 318 IS a trazione posteriore, come ti sei trovato con l’ auto della casa dell’ Elica?

Diciamo che quegli anni con la Bmw 318 IS sono stati davvero belli, un progetto voluto ed ideato da diversi Ingegneri che, sfruttando l’ elettronica e le caratteristiche della macchina sono riusciti a tirar fuori un prodotto competitivo, con il quale mi sono trovato bene ed ho ottenuto vari successi.

Tuo padre è stato in qualche modo fondatore dell’ impero Lancia nei rally, quanto pensi che manchi un marchio Italiano nel WRC?

Devo dire innanzi tutto che mio padre ora sta guarendo da un brutto incidente, e tornando al discorso Italiani devo dire che si sente davvero tanto la mancanza di una casa Italiana nel WRC.

Terra o asfalto?

Terra tutta la vita! Molto più divertente rispetto al resto, semplicemente chi terra, gode!

Quali sono le vetture che più ti hanno divertito e soddisfatto in carriera?

 Devo dire che alla fine TUTTE le auto su cui sono salito sono state davvero soddisfacenti e divertenti, poi con l’ evoluzione tecnologica ogni volta che provi un auto “nuova” ed evoluta devo dire che rimani stupito, e tutto ciò è incredibile, succede ogni volta!

 Descrivi i “rally” in cinque parole.

Emozionante, tecnico, pazzo, polveroso, completo.

Inizialmente dovevi correre al Montecarlo ma sei stato inserito nella entry list solo a livello figurativo, quanto ti piacerebbe essere di nuovo al via di una gara del Mondiale?

Devo dire che correre di nuovo nel Mondiale non mi piacerebbe, anche se sono sicuro che mi toglierei ancora tante soddisfazioni, nonostante la fame di vincere non ci sia quasi più.

 Secondo te qual è la causa dell’ assenza degli italiani nel WRC sulle “Plus”? Chi vedi tra i giovani più promettenti del panorama Rallystico Italiano?

Secondo me perché non c’è più una casa Italiana e perché c’è una grossa mancanza di fondi e di sponsorizzazioni, e anche se ci fossero ottimi talenti non potrebbero emergere al top…

Sei andato vicino alla vittoria nel WRC per più di una volta: a distanza di anni hai ancora il rammarico di quelle gare perse per un inezia?

Devo dire che si, sicuramente si, una gara mi sarebbe davvero piaciuto vincerla, ma così è, in ogni caso sono davvero contento della mia carriera piena di successi.

 Abbiamo appena passato il weekend del Rally di Montecarlo, gara nella quale tu hai raccolto anche un secondo posto, qual è il tuo rapporto con le strade Francesi?

Bruttissimo, sia per l’ incidente del 1989, sia perché come gara non mi è mai piaciuta, perché devi fidarti troppo dei ricognitori, fanno forse troppo la differenza. Devo dire anche che curiosamente quasi tutti i miei incidenti sono stati purtroppo al Montecarlo.

Hai corso in passato per parecchio tempo sia su Subaru Impreza che su Mitsubishi Lancer: Quali sono le maggiori differenze che hai riscontrato tra le due giapponesi?

Devo dire che il Subaru è molto più facile da guidare, con la coppia fin dal basso, anche se ho sempre preferito Lancer, che aveva la coppia molto più in alto e che è molto più difficile da portare al limite

Grazie mille per la disponibilità, a presto!

Grazie a te e a tutta la redazione di Rallyssimo.it, ciao a tutti!

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