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Marco Passaniti: “Fotografare un rally non è solo fare un click. Ai giovani consiglio di provarci!”

Intervista al fotografo professionista che ci accompagna in tante avventure e ci ha insegnato a riconoscere i veri scatti di rally!

Tutto nasce durante un rally dell’Adriatico di qualche anno fa. Una lunga passeggiata tornando da un bellissimo salto nascosto tra gli ulivi. Io volevo assolutamente vederlo e lui voleva assolutamente immortalarlo. Così ho conosciuto Marco Passaniti, fotografo PSA, ed è così che è iniziata una bella amicizia (e collaborazione) a colpi di immagini di rally. Amicizia che oggi diventa un racconto, alternato a scatti stupendi, di un lavoro tanto difficile quando affascinante: il fotografo di rally.

Chi è Marco Passaniti e come si avvicina al magico mondo dei rally? Raccontati ai nostri lettori…più o meno in breve.

Toscano di nascita e Romano di adozione, cresciuto in un paese di mare dove il paesaggio ed i colori mi hanno accompagnato e certamente condizionato il mio modo di fare fotografia, sarà per questo che adoro le linee ed i contrasti.

 

Quando non ancora maggiorenne, con il mio primo stipendio mi comprai la reflex, fu da quel momento che non ho più smesso di fare foto, sempre alla ricerca del servizio perfetto e mai soddisfatto. Da subito cercai di unire la passione della fotografia con l’altra mia grande passione, quella delle corse, fu cosi che contattai una famosa agenzia fotografica Bolognese, dove con uno dei suoi titolari Lino Vanelli ho iniziato a fotografare i Rally, e con il quale ho condiviso i primi 8 anni della mia carriera.

 

Nella tua lunga carriera hai avuto numerose esperienze legate al mondo dei rally. A quale tra quelle che hai immortalato ti senti più legato? qual è, secondo te, il tuo scatto “perfetto”?

Domanda difficile, essendo una persona che non si guarda mai indietro…. Sono tantissimi i momenti che ho vissuto e meriterebbero un cenno, ma cercherò di essere breve: Rally Safari 1997, Mamma mia quanto tempo….

 

Fu per me uno spartiacque, fui inviato per conto dell’agenzia fotografica Photo 4, ricordo ancora i numerosi rullini Diapositive che avevo con me e che era la cosa più preziosa nel mio bagaglio a mano, insieme ovviamente alle mie reflex Nikon. Avevo 26 anni e viaggiavo solo, mi incontrai con dei colleghi in Kenya e li viaggiavamo in gruppo, il fotografo con più esperienza curava la logistica (ovviamente non ero io).

 

Per me è stata un’esperienza fantastica, feci un gran lavoro e il mio servizio fotografico fu pubblicato su Autosprint e Rally Sprint, in quell’occasione Mcrae vinse il Rally e la Pirelli con una mia foto fece il poster per la loro 100^ vittoria nel mondiale Rally. Non sono più riuscito ad avere quel poster, ma la soddisfazione me la porto sempre con me.

 

Non ho una foto perfetta, o una foto a cui tengo più delle altre, per me le foto perfette sono quelle foto che lasciano un ricordo indelebile ai protagonisti e/o ai tifosi. Mi piace pensare che le foto perfette siano quelle fatte durante i festeggiamenti del podio, dove si immortala un buon risultato o meglio ancora la vittoria, per me quello è il momento della foto perfetta.

La fotografia sta subendo una grande trasformazione in termini di strumenti, tecniche e materiali. Oggi un fotografo professionista come si “difende” dall’avvento di GoPro e mille altre diavolerie che fanno sembrare il vostro ruolo più semplice e accessibile?

Usandole! L’unico rimedio al progresso tecnologico è usarlo al meglio, certamente è molto più facile scriverlo che farlo, ma secondo me è l’unico modo che si ha per restare aggiornati. Ma restando sempre attenti a non snaturare il proprio lavoro.

Da professionista esperto quali consigli daresti a chi si approccia ora al complesso mondo della fotografia sportiva? Ne vale ancora la pena?

Certo che ne vale ancora la pena! Quando si ha un sogno bisogna crederci e provarci! Oggi per i giovani è più difficile essendo il mondo del lavoro più precario e sicuramente meno retribuito.

 

Ma il consiglio che mi permetto di dargli è provaci!, possibilmente affidandosi a chi è già affermato, questo perché ti permette di apprendere e concentrarsi sul lavoro finale. In questi anni ho visto molti ragazzi arrivare senza esperienza, magari portando idee nuove ed interessanti, ma sparire perché non riescono ad avere quei risultati che si erano prefissati. Tutto e subito difficilmente funziona, per questo un’approccio più soft, magari appoggiandosi ad agenzie o fotografi affermati, può aiutare a inserirsi nel mondo del lavoro. La gavetta, questa parola ormai in disuso, secondo me funziona anche nel 2019.

Sarai coinvolto nel nostro progetto Rallyssimo Experience Rally San Marino. Per quale motivo un appassionato di fotografia sportiva dovrebbe partecipare?

Per molti motivi. Uno su tutti per vivere un’esperienza di Rally a 360°. Perché fotografare un Rally non vuol dire solo fare click o schiacciare un tasto, ( dimentico sempre che non tutte fanno click ) vuol dire viaggiare, condividere, pensare e sopratutto costruire, perché questo faremo, costruiremo un servizio fotografico. E poi per dire io c’ero! Non abbiamo inventato niente di nuovo, c’è chi fa workshop da decenni ma sicuramente per il campionato Italiano Rally Terra è una novità, quindi io ci sarò, e tu?

 

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1 Commento

  • Bergantin paolo
    Posted 13 Gennaio 2020 12:57 0Likes

    Salve Marco… mi potresti dare qualche dritta per avere un’accredito per fotografo non professionista al rally show di ADRIA IL 15/ 16 FEBBRAIO …. cosa mi consigli di fare… io sono un grande appassionato ho 51 anni mi chiamo Paolo.. ringraziandovi porgo distinti saluti

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