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WRC: Elia De Guio “Il Sardegna sarà emozionante, vedere finalmente le bandiere tricolori ci darà una spinta maggiore”

Altra esclusiva con uno dei protagonisti attesi al prossimo appuntamento tricolore

Continuano le nostre interviste in esclusiva con i protagonisti al via del Rally Italia Sardegna; oggi abbiamo incontrato Elia De Guio.

Elia è un giovane co-driver veneto di 22 anni che ha mosso i primi passi nella stagione 2017. Da lì in poi il percorso di crescita non si è mai fermato; prima la vittoria al Rally Italia Talent e successivamente, grazie all’intuizione Simone Scattolin e Renato Travaglia, nasce l’equipaggio con Enrico Oldrati che ha ben figurato finora nel Junior WRC.

Ma sentiamo cosa ci ha raccontato:

Ciao Elia, grazie per la disponibilità. Ci racconti da dove nasce l’amore per il rally e per il ruolo di co-driver?

Elia è un ragazzo di 22 anni, che attualmente frequenta l’Università di Padova. L’amore per i rally nasce sin da piccolino all’età di 5 anni grazie al papà che mi portava a vedere il vecchio Rally Altopiano 7 Comuni (all’epoca trofeo terra) che passava vicino casa e grazie alle vecchie VHS di Rally Sprint, che conservo gelosamente tutt’oggi. La passione per il ruolo di navigatore invece, diciamo che si è sviluppata man mano che crescevo: mi piace l’idea di dover organizzare, dirigere e poter tenere tutto sotto controllo, ma più che altro credo sia fantastica la sensazione di sentirsi in sintonia con il driver, sentire che ad ogni tua parola corrispondono i suoi gesti.

Torniamo indietro alla stagione 2017 … Se ti dico Rally del Grifo?

Il rally del debutto, un momento che aspetti una vita, poi finalmente quel semaforo che diventa verde ed è come essere in un sogno. Ho avuto la fortuna di correre con Sascha (un ragazzo delle mie zone), anche lui al debutto, con cui ho condiviso i miei primissimi passi nel mondo del rally: dal primo corso copiloti a Bassano, alla prima gara appunto, ad Arzignano. Ricordo benissimo che eravamo primi di classe ad inizio dell’ultima prova, ma eravamo anche un po’ agitati da tutto ciò, infatti a metà prova abbiamo rischiato di “tirarla nel bosco”, come si suol dire, ma siamo comunque riusciti a portare a casa la macchina intera ed un soddisfacente terzo posto di categoria.

Come nasce l’equipaggio con Enrico, e allo stesso tempo come è stato il debutto nel WRC?

Il rapporto con Enrico è nato grazie a Renato Travaglia, nostro coach, e a Simone Scattolin che sono stati miei esaminatori e, nel caso di Renato, anche tutor nella gara premio del Rally Italia Talent 2017. Ci siamo conosciuti inizialmente nei primi mesi dell’anno scorso facendo alcune lezioni proprio con Renato, mentre in seguito mi è stata data l’opportunità di correre assieme in Finlandia in una gara regionale in preparazione al Mille Laghi di Enrico, dove purtroppo ci siamo ritirati. Poi si è arrivati alla Turchia, che ha segnato il mio debutto nel WRC: una gara durissima, con strade incredibili, dove le macchine possono cedere da un momento all’altro sotto le pietraie su cui si corre. Oserei dire una gara d’altri tempi! L’impatto con il mondiale è stato invece positivo: è impressionante la cura in ogni dettaglio, sia degli organizzatori, sia dei team in gara e niente va lasciato al caso.

Quest’anno il J-WRC prevede il Sardegna! Quanto sarà emozionante correre tra i tifosi di casa?

Sicuramente tantissimo e vedere finalmente un po’ di bandiere tricolori in prova e fuori ci darà una spinta maggiore. Premetto che purtroppo non ho mai avuto l’opportunità di essere presente alle passate edizioni del Rally Italia Sardegna, per cui sarà una gara nuova per me, mentre Enrico ha già svolto le ricognizioni nell’edizione 2018. Sicuramente puntiamo a fare bene e, perché no, a far divertire il pubblico come Enrico ha saputo fare al Liburna ed all’Adriatico, gare in preparazione proprio all’appuntamento iridato. Ma soprattutto terremo a mente il nostro obiettivo stagionale che è quello di cercare di fare più strada possibile imparando a gestire le varie situazioni e ad aumentare pian piano il ritmo, come abbiamo sempre cercato di fare, ben sapendo che i nostri avversari sono sempre un po’ più avanti di noi per quanto riguarda l’esperienza. Non sarà esattamente a livello della Turchia di cui si parlava prima, ma ci sarà da pensare anche a preservare il mezzo a differenza di Svezia e Corsica dove le sollecitazioni alle parti meccaniche della Fiesta sono inferiori rispetto alla nostra gara di casa.

Sogni nel cassetto?

Ad essere sincero già il fatto di aver corso nel mondiale e di poter partecipare al JWRC è un sogno realizzato e non sarò mai grato abbastanza a chi mi ha dato l’opportunità di esserci e a chi mi sostiene sempre: la mia famiglia e la mia ragazza. Se devo proprio tirar fuori il mio vero sogno, allora sarebbe quello di poter diventare campione del mondo, anche se la strada da fare è davvero molto lunga. Per ora penso a divertirmi, che è la cosa fondamentale che ti spinge a fare bene ogni cosa, e a cercare di apprezzare al meglio ogni singolo attimo che un’esperienza così grande ti può lasciare.

Grazie mille del tempo dedicatoci e in bocca al lupo per l’evento sardo.

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