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WRC- La triste storia del pilota svedese Lars-Erik Torph

Ricordiamo questo grande e sfortunato pilota scomparso nel 1989 sulle strade del Montecarlo

Oggi vi raccontiamo la storia di Lars-Erik Torph, pilota svedese di cui si diceva un gran bene, scomparso nel 1989 in circostanze tragiche sulle strade del Montecarlo. Lars-Erik nasce l’11 gennaio 1961 a Säffle, piccolo comune svedese che ha dato i natali anche a Daniel Carlsson e ad Tina Thörner (ex naviga di Colin nell’avventura della Dakar).

Fin da piccolo mostra interesse per i motori e per tutto quello che riguardava la velocità, basti pensare che dall’età di quindici anni si mise a “riparare” auto di amici e conoscenti destinate allo sfascio, rimettendole in sesto e usandole nelle foreste svedesi fin tanto che camminavano. Questo percorso poi continuò, con il giungere della maggiore età e ne diventò una professione, assieme al lavoro, arrivò anche il debutto nei rally, nel ruolo di navigatore dettando le note al fratello Kjell-Arne nel 1976.

Il debutto al volante arrivò tre anni dopo, nel 1979, mentre nel 1980 debuttò nel WRC, gareggiando con una Volvo 142 in Svezia e Finlandia, gare purtroppo finite con un doppio ritiro. Gli anni successivi sono difficili, le gare disputate sono poche e i risultati non sembrano mai arrivare.

Una prima svolta arriva nel 1983 al South Swedish Rally gara che all’epoca valeva per il Campionato Europeo. I primi punti iridati arrivano nel 1984 nella gara di casa, dove chiude quinto assoluto con la Opel Ascona del team Opel Sweden e nel corso della stagione stessa arrivano anche le prime vittorie assolute, ben quattro e tutte conquistate in Patria.

Questi risultati valgono la chiamata da parte dello Swedish Junior Team, che li affida la Volkswagen Golf GTi. La stagione è da dimenticare, arrivano tanti ritiri e un nono posto in Finlandia nel round mondiale.
La vera svolta nella carriera avviene nel 1986 quando Toyota tramite il team Toyota Europe decise di affidarli la Toyota Celica Twincam Turbo in tre round del Mondiale. Le gare scelte sono il Safari, Costa D’Avorio e Olympus Rally. Gare nuove e inedite per lo svedese, che avrà il ruolo di affiancare un mito dell’epoca un certo Bjorn Waldegård, i risultati premiano la scelta dei vertici Toyota.
Infatti arrivano due secondi posti, uno al Safari e uno in Costa D’Avorio oltre al quarto posto all’Olympus. Grazie a questi risultati Torph chiude al sesto posto nel Mondiale piloti.

I risultati portano Toyota a riconfermarlo per la stagione successiva. Gli affida la Toyota Supra negli stessi tre round della passata edizione. La stagione era iniziata con il Rally di Svezia dove conclude in undicesima piazza con un’Audi 80 privata. Al Safari, prima gara stagionale, arriva un ottimo terzo posto alle spalle di Mikkola e Rohrl in gara con le Audi 200 Quattro. Sfortunate invece le trasferte all’Olympus in America dove un problema al motore costrinse lo svedese al ritiro.

Più tragica la motivazione del ritiro in Costa D’Avorio, la decisione maturò durante il secondo giorno della manifestazione (la mattina del 23 settembre 1987), quando gli equipaggi in gara da Yamoussoukro si dirigevano verso San Pedro. Ai fini di questa scelta il tragico incidente che coinvolse due componenti del TTE-Team Toyota Europe. Alle 11e14 del 23 settembre, l’aereo Cessna C340 di Air Transivoire noleggiato dal TTE-Team Toyota Europe, decollò dal piccolo aeroporto di Yamoussoukro. L’aereo era stato noleggiato per seguire e supportare gli equipaggi in gara. Subito dopo il decollo il tragico schianto che non lascia scampo ad Henry Liddon direttore sportivo della TTE e al suo assistente Nigel Harris. Con loro morirono anche il pilota e il suo secondo, le cause dell’incidente parlano di maltempo sul luogo del tragico incidente.

Il 1989 inizio in salita, con il ritiro al Rally di Svezia disputato con una Audi Coupé Quattro privata, il motore abbandono ben presto lo svedese e il suo nuovo co-equiper Bertil Rhenfeldt. La successiva gara era il mitico Rallye di Monte-Carlo, gara all’epoca durissima, per l’occasione Lars-Erik e il suo co-pilota erano impegnati nel ruolo di ricognitori per il connazionale Freddy Skokgah. In quell’edizione il clima era atipico (per l’epoca) con condizioni soleggiate e asciutte, che lasciavano poco spazio al lavoro dei ricognitori in quanto il temutissimo “verglas” era poco presente.
Approfittarono di queste condizioni per seguire alcune prove da spettatori, purtroppo per loro il destino ci mise lo zampino. Nel corso della quinta prova speciale del rally, su un piccolo dosso della strada la Lancia Delta di Alessandro Fiorio e Luigi Pirollo si alza dal terreno e nel successivo atterraggio il pilota perde il controllo della vettura che in quel tratto viaggiava ad oltre 120 km/h.
Secondo le testimonianze dell’epoca, la macchina ha sbandato sulla destra toccando un masso, poi si è spostata sulla sinistra rovesciandosi nella scarpata per una trentina di metri. Un primo gruppo di spettatori è stato falciato sul lato sinistro della strada mentre un secondo gruppo che stava camminando in un sentiero sottostante è stato parzialmente investito durante il pauroso volo della Lancia.
Molti spettatori si sono salvati grazie alla prontezza di riflessi, purtroppo così non è stato per Lars e Freddy che morirono nel terribile incidente. Scioccati, ma fortunatamente incolumi, invece Fiorio e Pirollo.

Lars-Erik muore all’età di 28 anni, quando ancora aveva molto da dare a questo sport. In patria (e non solo) era descritto come uno dei migliori talenti, ma sfortunatamente non aveva mai avuto il giusto “treno” per dimostrare il suo immenso talento in tutto il Mondiale.
I fondatori della Lars-Erik Thorp Memorial Fund ogni anno, da quel maledetto 1989 assegnano una borsa di studio alle giovani promesse svedesi, tra i vincitori ricordiamo PG Andersson, Emil Bergqvist, Pontus Tidemand e tanti altri.

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