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Un privato trionfa contro gli ufficiali nell’ERC 1984, la magica stagione di Carlo Capone

Il pilota piemontese, navigato da Sergio Cresto, vince da privato a bordo di Lancia 037

La stagione 1984 resta forse la stagione migliore per il Campionato Europeo Rally. Grandissimi nomi con le case ufficiali tutte schierate e tanti privati di lusso, tutti a caccia di un titolo che allora valeva quasi quanto il Mondiale Rally. Tanti i pretendenti a quel titolo, ai quali si sommavano i tanti outsider (spesso di lusso), che qua e là facevano la loro comparsa nel massimo Campionato Europeo.

L’Europeo in quegli anni non era minimamente paragonabile a quello dei nostri giorni. Negli ultimi dieci anni infatti, abbiamo assistito a Campionati basati su massimo dieci eventi distribuiti in uno per nazione, ma all’epoca le gare titolate erano oltre quaranta.

Ognuna di queste aveva diversi coefficienti, si andava dalle gare con coefficiente 1 (che assegnava 20 punti al vincitore) a gare con coefficiente 4 (che davano ben 80 punti al vincitore). Le gare più “ambite” erano il Rally Internazionale di Svezia che all’epoca valeva anche per il WRC, il nostro Rally Costa Smeralda, il Rally Albena – Sliven in Bulgaria, il Rally Costa Brava in Spagna, l’Ypres Rally in Belgio, il Rally di Madeira in Portogallo, l’Halkidiki Rally in Grecia.

Protagonisti

Il primo è un giovane talentuoso pilota finlandese, Henri Toivonen. Mosse i primi passi nel 1975 correndo alcune gare su ghiaccio con una Simca Rallye, per poi passare due anni dopo alla Sunbeam Avanger. Il ragazzo ha molto talento, ma allo stesso tempo è ancora molto acerbo, nel 1978 corre gli eventi iridati di Portogallo e Grecia con la Citroen AX ma, in entrambi i casi, non termina la gara. Discorso diverso al RAC, dove chiuse in nona posizione assoluta portando in gara una Talbot Gruppo 2. L’anno successivo, disputò diverse gare in Inghilterra, alternandosi alla guida di varie vetture, tra cui una Fiat 131 Abarth ufficiale, ottenuta grazie all’ottimo rapporto che all’epoca avevano il padre e Cesare Fiorio.

Nel 1980, il team Talbot si assicurò le sue prestazioni affidandogli la vettura in diverse gare del WRC e dell’Europeo. Fiducia ripagata con le prestigiose vittorie all’Arctic Rally e al RAC. Grazie al successo in terra britannica, divenne il pilota più giovane a vincere una gara iridata. La stagione seguente proseguì il suo rapporto con la Talbot, conquistando due secondi posti al Portogallo e al Sanremo. Nel 1982 e 1983 il team Rothmans gli affidò prima una Opel Ascona 400 e successivamente una Manta 400. Furono due stagioni difficili, arrivarono poche vittorie, tanti ritiri, ma anche furiose rimonte, che comunque furono notate da Cesare Fiorio.

Arriviamo al 1984, anno di cui ci stiamo occupando. Toivonen cambia mezzo, abbandona la Manta 400 per passare alla Porsche 911 SC RS. La Porsche era una vettura maledettamente difficile da portare in gara, ma il talento del pilota finlandese la fece comunque volare. Ma allo stesso tempo, oltre a questo programma Europeo, arrivò anche la chiamata di Fiorio, che gli affidò la Lancia 037 Rally in tre eventi iridati (Portogallo, Grecia e Finlandia).

Il secondo protagonista della nostra storia è Carlo Capone. Carlo, piemontese DOC di Gassino Torinese, nasce e cresce seguendo a bordo strada le diverse competizioni piemontesi, tra cui il Rally Team 971. Nella mente e nei suoi pensieri, c’è un solo obiettivo, quello di correre e di vincere. L’esordio, così come per Toivonen, avviene nella stagione 1975 al Rally di Chieri. Qui a bordo della piccola A112 Abarth, lascia tutti a bocca aperta, prendendosi il lusso di vincere la classe al debutto assoluto nei rally. L’apprendistato continua sia nel 1975 che nel 1976 dove disputa diverse gare. La prima svolta avvenne nella stagione 1977, dove disputò il Trofeo A112 Abarth, vincendo al Rally 100.000 Trabucchi navigato da Arturo Di Noto, con cui divise l’abitacolo nella stagioni 1977 e in gran parte di quella 1978.

Carlo riuscì a chiudere i programmi solamente grazie agli immensi sforzi del padre Aldo e al prezioso contributo del Signor Marmegi, Patron della concessionaria Lancia OTMA di Torino, questa è una nota molto importante, perché affrontò il trofeo 1978 completamente da privato. Si iscrisse alla Scuderia Grifone solamente per avere maggior aiuto nelle assistenze, che in quegli anni avvenivano lungo le prove speciali. Il duello per il titolo fu una cosa a due tra lui e Fabrizio Tabaton, dopo undici gare il risultato era di parità. Entrambi chiusero il campionato con due vittorie (Capone trionfò al Ciocco e al Sanremo, mentre Fabrizio al Targa Florio e al Liburna) ma, per accordi interni alla scuderia Grifone, presieduta da Luigi Tabaton, il titolo andò al figlio Fabrizio.

Fu il primo duro colpo per Capone, da sempre poco incline a scendere a compromessi. Accettò a denti stretti ma, al contempo, si aggiudicò una stagione al volante della Fiat Ritmo 75 Abarth preparata e gestita dal team Grifone. La vettura era un gruppo 2 con trazione anteriore. Il buon Carlo stupì letteralmente tutti, si cucì perfettamente la vettura prendendosi il lusso di trionfare al Rally della Lanterna 1980 navigato da Luigi Maran. Nel 1982 la Ritmo diventa Gruppo A e cambia anche il co-driver al suo fianco, infatti arriva Luigi Pirollo. Anche con la Ritmo Abarth 125 TC il feeling è da subito altissimo, vince quasi sempre la classe in tutte le gare del CIR e dell’ERC disputate in quell’annata, portando a casa il titolo di categoria.

I risultati erano ormai sotto gli occhi di tutti, infatti nel 1983 arriva la tanto attesa e meritata promozione; disputerà il CIR con la Lancia 037, preparata dal team Jolly Club, sempre navigato da Luigi Pirollo. L’inizio di Campionato è ottimo, secondi al Targa Florio, quarti al Costa Smeralda e vincitori al Rally della Lana a Biella. A metà campionato Capone e Pirollo sono in piena lotta per il titolo tricolore ma, anche in questo caso, qualcosa si rompe e la loro stagione finisce al Liburna (saltando le ultime tre gare stagionali).

In poco tempo arrivarono la rottura con il suo navigatore Luigi Pirollo e la scelta di Cesare Fiorio, che in Lancia ingaggiò Henri Toivonen offrendogli un contratto triennale a partire dalla stagione 1984. Toivonen, già sotto contratto con la Prodive che schiera le Porsche 911 SC RS nell’Europeo, si trova a correre per la Lancia in alcune gare del Mondiale, e contro la Lancia stessa nell’Europeo, quindi contro lo stesso Carlo Capone. L’entrata di Toivonen in Lancia diventa un enorme ostacolo per Capone, che puntava al Mondiale.

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Il pilota torinese prese molto male la scelta, lanciando dichiarazioni di fuoco contro la Casa Madre. Il rapporto tra i vertici della Casa Torinese e il pilota di Gassino Torinese erano ormai compromessi, la Lancia provò ad isolare il pilota, reo secondo il loro punto di vista di essere poco propenso agli ordini di scuderia e di avere un temperamento aggressivo e poco propenso al dialogo.

Nonostante tutto questo, il team Tre Gazzelle, gli affida la Lancia 037 per disputare il Campionato Europeo Rally. Ad affiancarlo in questa avventura, Sergio Cresto, co-equiper italoamericano (natio di New York), ma ligure d’adozione in quanto risiedeva ad Ospedaletti.

La Stagione Europea 1984

L’inizio di stagione di Carlo e Sergio è perfetta grazie al successo alla Boucles de Spa in Belgio. In Belgio il pilota del team West Rally Team precede l’inglese Tony Pond (Nissan 240 SR) e il padrone di casa Patrick Snijers (Porsche 911).

Il primo scontro diretto tra Carlo e Henri va in scena al Rally Costa Brava in Spagna. Ma per entrambi i contendenti è una gara da dimenticare, entrambi finiscono la gara anzi tempo. Ad Alicante, teatro del Rally RACE – Costa Blanca, arriva il secondo successo stagionale di Carlo, che approfitta anche del ritiro del finnico. Il duello si ripeterà nuovamente in Sardegna ma, prima della gara italiana, il finlandese conquista due podi che gli permettono di respirare e di portare a casa punti preziosi in classifica. Parliamo di un secondo posto al Criterium Alpine – Behra e di un terzo posto al Rally de Garrigues.

Si arriva quindi in Costa Smeralda, gara fondamentale, con coefficiente massimo di punteggio. Sulle strade sterrate della Gallura, va in scena uno spettacolo unico. Nei 600 km di prove di quel Costa Smeralda, Henri e Carlo, danno dimostrazione di fare un altro sport rispetto agli altri, alla fine la spuntò il finlandese, per soli 57”. A quel Rally Costa Smeralda, il finlandese ci arrivò infortunato, causa un incidente sui kart, avvenuto a metà aprile nell’Irlanda del Nord. Poche settimane prima della gara sarda, Toivonen per motivi legati agli sponsor dovette correre il Rothmans Circuit of Ireland, gara valida per l’ERC. Andò da subito al comando, mettendo tra lui e Colleman, il primo degli inseguitori, un distacco importante. In una delle soste del rally, nei pressi del parco chiuso, scoprì una pista di kart. Quello che doveva essere un semplice passatempo diventò una sfida vera e propria ma, purtroppo, una curva sbagliata gli costò caro. Nell’urto contro un palo si fece male alla schiena, al costato e alla caviglia. Storiche le foto che lo ritraggono salire in stampelle sulla Porsche 911 in Sardegna.

La vittoria in Sardegna riavvicinò i due in classifica generale. Al termine del Costa Smeralda, la classifica recitava Capone 160 – Toivonen 149. In Bulgaria, teatro del Rally Albena – Zlatni Piassatzi – Sliven, arriva la vittoria per Capone per soli 36” su Toivonen. Il pilota Porsche pagò però a caro prezzo un clamoroso errore del suo navigatore, il britannico Ian Grindrod, che timbrò con cinque minuti di ritardo al C.O. della prova sedici.

Dopo la Bulgaria, la classifica dice Capone 240 – Toivonen 206. In Belgio invece a far bottino pieno è Toivonen che porta a casa 80 punti, contro i 48 di Capone, che deve accontentarsi di un terzo posto. La classifica diventa sempre più corta: Capone 288 – Toivonen 286.

A Madeira, sembra arrivare per Capone un brusco stop al sogno Europeo. Toivonen domina la gara, mentre Capone è costretto al ritiro a causa di un’uscita di strada. La classifica si capovolge, Toivonen vola in testa con 369 punti, mentre Capone resta ancorato a 286 punti. Però il destino aveva in programma ben altro per lui.

Ricordate l’incidente nei kart di Toivonen in Nord Irlanda? Nonostante le infiltrazioni, la fisioterapia e i tanti trattamenti a cui regolarmente il finnico si sottoponeva, i dolori alla schiena non diminuivano, anzi…aumentavano sempre di più. Per risolvere il problema c’era una sola soluzione, una delicata operazione alla schiena. Il che voleva dire addio all’inseguimento del titolo Europeo.

Capone ne approfittò trionfando, con un largo vantaggio e con brivido finale, al Rally Halkidiki in Grecia. La classifica recitava Toivonen 369 – Capone 368, ma il finlandese era ormai fuori dai giochi. Il team decise che il prossimo evento scelto per il proseguo della stagione era il Cyprus Rally. La gara andò malissimo, sia per il ritiro di Carlo e Sergio, sia per alcune dichiarazioni del piemontese rilasciate ad Autosprint:

Per il 1985 non avrebbe accettato altro che un programma da ufficiale, senza alcun intermediario tra lui e la Casa disposta ad affidargli una vettura

In casa Lancia la dichiarazione fu presa malissimo, si cercò addirittura di lasciarlo a piedi seduta stante. Ci volle tutta la diplomazia di Giorgio Leonetti, storico team manager del team Tre Gazzelle, a far cambiare idea ai vertici Lancia. La decisione però era già stata presa, dopo la fine del Campionato sarebbe arrivato l’addio tra la casa torinese e il velocissimo pilota di Gassino Torinese.

Ad Antibes si corse in un clima strano, Carlo e Sergio vinsero la gara e di conseguenza il titolo Europeo ma, alla fine, non ci furono né strette di mano, né sorrisi e quanto meno abbracci. Sulle strade francesi si chiuse la carriera di un pilota unico nel suo genere, con un carattere schietto, sincero e fragile, forse troppo per un ambiente come quello dei rally, dove invidie, dispetti e veleni sono all’ordine del giorno.

Carlo Capone, neo campione Europeo, si ritrovò quindi senza macchina, senza scuderia e sopratutto con la nomea di pilota difficile da gestire. Restò a piedi, fu un altro durissimo colpo per Carlo ma forse, quello più duro, arrivò poco dopo. Su di lui, spese parole al miele Henri Toivonen:

Lo scorso anno ero molto forte, ma ho vinto solo il rally di Finlandia. L’Europeo assoluto lo ha vinto un pilota imprendibile, velocissimo, con una guida estremamente fine, che ha corso su un auto non ufficiale. Si chiama Carlo Capone

La sorte si scagliò ancora contro Capone, che subì una mazzata ben più lacerante: la figlia di tre mesi morì a seguito di un banale rigurgito. Un colpo durissimo per il piemontese, che entrò in un tunnel buio senza via d’uscita.

Purtroppo il destino si scagliò feroce anche contro l’altro protagonista della nostra storia. Toivonen nel 1985 passò definitivamente alla Lancia, portando in gara da prima la 037 e successivamente la S4 (1986). Proprio nell’86, al suo fianco nel ruolo di navigatore, chiamò Sergio Cresto. La loro carriera si interruppe però per sempre sulle maledette strade del Tour de Corse 1986… il destino aveva compiuto il suo tragico percorso.

Resterà nella storia l’impresa di Carlo, che da privato mandò KO il team Lancia ufficiale.

Unico ad esserci riuscito nella storia, unico come era (e lo è ancora).

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