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La “prova di qualificazione” dell’ERC ha bisogno di un aggiornamento

Al Liepaja equipaggi concordi sul fatto che ci sia qualcosa da rivedere nelle regole

Quello dell’ordine di partenza è il problema mai risolto dei rally, in particolar modo quando si corre su terra e trovarsi a pulire la strada per gli avversari può diventare un gap decisivo per i protagonisti di un campionato. In numerose occasioni, nel WRC e negli altri campionati che siamo abituati a seguire, abbiamo sentito invocare la necessità di inserire la “Qualifying Stage” che da diverse stagioni caratterizza l’European Rally Championship.

Una prova apposita dove i primi quindici piloti prioritari più veloci possono determinare la propria posizione di partenza della prima prova speciale in base al tempo strappato in questo primo tratto di strada.

Eppure al Rally Liepaja tutti gli equipaggi si sono dimostrati uniti nel criticare le modalità di questa prova di qualificazione. Le stesse problematiche erano emerse anche in Polonia.

Cos’è successo nella Qualifying Stage del Rally Liepaja 2021?

Il parco partenti alla gara lettone è impressionante, con nomi di altissimo livello internazionale ed un numero considerevole di vetture di categoria R5 (trenta, per la precisione) a darsi battaglia. Nelle due run di qualificazione sulla Welcome to Latvia! (Vārtaja) da 4.61 km, tolti i primi sei equipaggi che hanno girato sotto il muro dei 2:13.00 (Mikołaj Marczyk che ha fatto il miglior tempo ha chiuso in 2:12.283), ci sono ben undici vetture racchiuse in meno di un secondo. Troppo poche quindi le quindici posizioni a disposizione.

Si è fatta tanta strategia su questa prova, con chi ha provato a spingere forte per scegliere tra le prime quindici posizioni e chi (anche alcuni big) che hanno scelto di non correre rischi provando ad approfittare di una partenza arretrata. Tra questi Llarrena e Breen finiti fuori dai primi venti e che in questo momento, dopo due prove disputate e due cancellate sono rispettivamente secondo e terzo in classifica generale.

Una situazione che ha sollevato diverse “proteste” da tutti gli equipaggi, concordi nell’iniquità dell’attuale impostazione.

Ovviamente si tratta di azioni lecite e che fanno parte delle gare ma che, di fatto, invalidano il senso della prova di qualificazione. Una soluzione sempre valida ma che si dimostra non più attuale con le gare di questi tempi che possono vantare (e per fortuna, aggiungerei) di un numero importante di vetture della categoria più alta iscrivibile. Le R5 appunto.

Per questo motivo basterebbe estendere la selezione della posizione di partenza non solo ai primi quindici tempi (ma qui, forse, ci sono anche tempi televisivi e dinamiche di marketing che hanno pretese differenti)ma a tutte le R5 iscritte per riportare la Qualifying Stage ad essere efficace com’è sempre stata.

Vedremo cosa deciderà la FIA, sperando che lo faccia a breve perché di terra in questo ERC ce ne sarà ancora molta ed è bello che ci si corra nelle migliori condizioni regolamentari possibili.

 

 

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