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Rally Monte-Carlo 1991 | Quando Miki Biasion vide la morte in faccia

Miki e Tiziano furono protagonisti di un pauroso incidente nei test di preparazione

Quando si parla di Miki Biasion l’ultima cosa che probabilmente ricordiamo sono le sue uscite di strada. Il ragazzo di Bassano ha sempre sbagliato infatti pochissimo in carriera, e questo fin dagli inizi. Freddo, spietato analista delle situazioni che man mano gli si presentavano davanti, Miki ha fatto della regolarità la sua arma vincente.

Non fraintendiamoci però: Biasion è sempre stato uno dal piede pesantissimo. Uno che fin da quando si è affacciato alla finestra del panorama “che conta” ha sempre espresso doti velocistiche fuori dal comune. Basti pensare al suo esordio sull’Ascona 400 al Targa Florio nel 1981, senza dimenticare gli anni d’oro alla Lancia, e questo non solo nelle due annate mondiali di fine anni 80.

Tornando al punto di partenza, difficili da ricondurre a Miki sono sicuramente gli incidenti spettacolari. Quelli che lasciano un “stavolta è andata proprio bene“, quando la macchina ha finito di ruzzolare chissà dove. Ma si sa, ogni regola ha la sua eccezione.

La stagione 1991 iniziò come di consueto al Monte, con la Lancia chiamata alla riscossa dopo lo schiaffo subito l’anno precedente. La casa torinese aveva infatti ceduto il mondiale piloti dopo tre anni, anche se aveva confermato la sua supremazia in quello costruttori. Aria di rivincita anche per Miki Biasion, che come al solito, per non lasciare nulla al caso, si era impegnato in una sessione di test pre gara.

Una vigilia “da paura”

Sul Col de la Madone, non distante da Monaco, Miki aveva dato disposizione per effettuare dei test “a senso unico”, in modo da non incorrere in eventuali incomprensioni sul verso di percorrenza di ogni stint, ed evitare quindi ogni rischio di un possibile frontale con qualche mezzo. Prima dell’ultimo passaggio aveva anche dato istruzione ai ragazzi dell’assistenza di spostarsi già verso il Col de Turini, dove avrebbero continuato la rifinitura.

Fu proprio nel corso di questo ultimo passaggio che Miki e Tiziano rischiarono forse la pelle come non mai. I due erano partiti a tutta in un vero e proprio test, con la voce di Tiziano che scandiva in modo rapido e preciso le note. La strada era veloce, con rapide curve in successione a tagliare la montagna. La roccia da un parte e il precipizio dall’altra, con solo un muretto alto una decina di centimetri a separare la Delta dal burrone sottostante.

In uscita da una curva a sinistra, ormai a salita quasi ultimata, si materializzò il disastro. I due si trovarono davanti il furgone dell’assistenza che stava percorrendo il tratto in senso inverso: i meccanici avevano sbagliato strada. Miki sterzò istintivamente a destra e riuscì ad infilare la Delta tra il furgone e il muretto. L’auto prese di striscio il furgone, ma Miki non poté evitare di finire con le ruote esterne contro il muretto, che si trasformò quindi in una rampa di lancio.

La Delta volò fuori strada e capottò. A salvare i due fu il ramo di un pino che si infilò nel lunotto posteriore fermando così la corsa dell’auto, che sarebbe finita altrimenti chissà dove giù per il burrone. Miki e Tiziano uscirono incolumi usando le cinture di sicurezza per calarsi al suolo.

Era andata bene, anche se i postumi dell’accaduto si sarebbero fatti sentire: il colpo lasciò infatti Miki con forti dolori alla schiena che lo avrebbero tormentato per molti mesi. Gli esami radiografici a cui si sottopose in seguito evidenziarono infatti lo schiacciamento di due vertebre, con il dottor Benigno Bartoletti che dovette iniettargli diversi farmaci antidolorifici per permettergli di correre.

Il secondo posto finale dietro a Sainz e davanti a Delecour fu come una vittoria dopo tutto quello che era accaduto. Un buon risultato per iniziare una stagione che si sarebbe però rivelata piuttosto avara di soddisfazioni.

Credit: “Miki Biasion, Storia di un grande campione” – Miki Biasion, Beppe Donazzan
Credit foto: sconosciuto
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