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WRC Rally Monte-Carlo: tra salto nel futuro e ritorno al passato

Loeb incanta, Ogier è sempre lì: a distanza di 9 anni sono ancora i due Sebastien a dominare la scena al Monte

Ci hanno ingannato. Come in un trucco di illusionismo, in cui lo spettatore viene distratto prima, trasportato sulle ali dell’immaginazione poi, e alla fine portato a vedere qualcosa che in realtà non c’è, ci hanno fatto credere di essere all’inizio di una nuova ed incredibile era del WRC.

L’ibrido, le nuove World Rally Cars sviluppate sul nuovo regolamento tecnico, addirittura le nuove regole di sicurezza per la “compagnia della spinta” in soccorso ai piloti usciti di strada. Un incredibile castello di carta costruito per mascherare quella che in realtà, guardando la classifica del venerdì sera, assume in realtà i contorni di una incredibile macchina del tempo.

Proprio così, una macchina del tempo. Non ci può essere infatti nessun’altra spiegazione per giustificare quanto visto in queste due prime giornate di gara al Monte-Carlo 2022. O meglio, forse c’è, ma anche in questo caso il rischio di sfociare nel mondo del paranormale sembra inevitabile. L’alternativa è infatti dare la colpa, o il merito, a due maghi.

Definirei infatti così i due che di nome fanno Sebastien, al secolo Loeb e Ogier: due maghi. Maghi del volante, per tornare un po’ alla realtà magari, ma sicuramente soprannaturali nel riportare tutti noi dritti dritti all’inizio della stagione 2013.

9 anni dopo è ancora Loeb contro Ogier

Che questi due avessero qualcosa di speciale non c’era certo bisogno di dimostrarlo. 17 titoli mondiali in due, un dominio schiacciante verso gli avversari, quella capacità di essere semplicemente imprendibili, di far sembrare tutto facile. Questa volta però hanno proprio esagerato. Grazie a loro infatti sembra di essere veramente tornati alla stagione 2013.

Allora fu Ogier a portare la sfida al suo ex compagno di colori e campionissimo in carica. Ora le parti sembrano quasi invertite, con l’ennesimo ritorno in scena del cannibale a gettare ombre sul campione in carica, a sua volta verso la “pensione”. Loeb – Ogier, Ogier – Loeb. I due hanno catalizzato l’attenzione di tutti fin dal giovedì sera, se non addirittura dallo shakedown. Ogier ha subito messo in chiaro le cose, confermando con un uno-due micidiale le impressioni che un po’ tutti avevano alla vigilia, ossia che Toyota, anche quest’anno, sembra essere un passo avanti a tutti.

Dopo la splendida presentazione della nuova livrea, c’era sicuramente grande attesa per capire se la Puma, oltre che bella, sarebbe stata anche veloce. Non so però in quanti si sarebbero aspettati che la conferma a questa domanda sarebbe arrivata dalla numero 19. Loeb infatti, partito per ultimo tra le Rally1, ha subito messo in chiaro a tutti, Ogier compreso, di essere ancora tra i migliori.

Anzi, la sua prestazione in queste due giornate è semplicemente di un altro livello. Fermo da quasi due anni, test a parte, dopo una Dakar conclusa al secondo posto meno di una settimana fa, l’alsaziano oggi ha fulminato tutti concludendo in testa la prima giornata completa di gara. Ogier mastica amarissimo alle dichiarazioni dell’ultimo controllo stop, ma il ragazzo di Gap è ampiamente in lotta per la vittoria e non mollerà di sicuro fino all’ultimo. Prestazione mostruosa anche da parte sua, che dimostra ancora una volta di riuscire ad unire alla perfezione velocità e controllo della situazione quando le condizioni non sono le migliori. Sarà una bella lotta, come nel 2013. Nove anni dopo, due cambi di regolamenti, e loro sono ancora lì davanti a tutti. Immensi.

Toyota e Ford sul pezzo, Hyundai più in difficoltà

Non deve essere facile per gli altri piloti guardare la classifica di fine tappa e constatare di essere già lontanissimi dai primi due. Primi due che sono tra l’altro un “ex pilota” alla soglia dei 48 anni (“ex” perchè non corre a tempo pieno da 10 anni, non certo per la sua velocità, come ci ha ricordato ampiamente) e un ormai dimissionario con contratto a part-time.

Elfyn Evans, terzo a fine giornata, conferma la bontà della nuova Yaris GR, e in ottica mondiale la prima impressione sulle forze in campo può andargli sicuramente bene. Kalle Rovanpera è apparso un po’ in difficoltà, sicuramente molto più che nel suo esordio a Monte-Carlo sulla Plus, ma l’asfalto non è sicuramente il suo ambiente ideale.

Al passo di Toyota sembra esserci M-Sport, per il grande sollievo di tutta la baracca guidata dallo Zio e, lasciatemelo dire, anche di molti appassionati. Finire una prima giornata in testa ad una gara non capitava infatti da un bel po’ di tempo, ma quanto ha inciso “Mr 9 volte campione del mondo” in questo? Sicuramente tanto, tantissimo, visto che la seconda Puma in classifica è quella di Breen, sesto, già ad un minuto dal compagno di squadra e dietro anche alle due Hyundai di Neuville e Tanak.

I buoni tempi di Fourmaux, fino al disastro, e soprattutto quelli di Gus, che firma anche la sua prima speciale in carriera, fanno ben sperare, ma togliendo Loeb dalla classifica le cose cambiano in maniera sostanziale.

Chi sembra essere più indietro di tutti è Hyundai. Neuville e Tanak hanno faticato parecchio, e anche i commenti a fine prova non sono mai stati troppo entusiasti. C’è ancora molto da lavorare da parte dei ragazzi orfani di Andrea Adamo, ma visti i tempi di giovedì sera la situazione non è forse così disastrosa. Neuville in classifica ha circa 48 secondi di ritardo da Loeb, ma il distacco da Evans è di “soli” 25 secondi, e considerati i 16 che aveva già sul groppone dopo le prime due prove, la giornata, in relazione al gallese, non è proprio da buttare via.

Il bello di tutto questo, comunque, è che siamo solo al termine della prima “vera” giornata di gara, e che in uno sport imprevedibile come questo, in teatri di gara spettacolari come questo, tutto potrebbe cambiare in un amen. Maghi permettendo, ovviamente

Foto: Luca Barsali, Fia.com, wheels.iconmagazine.it
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