Skip to content Skip to sidebar Skip to footer
Tempo

4 MIN

I nuovi regolamenti WRC invoglieranno nuovi costruttori a partecipare al campionato?

Robert Reid ritiene che l'esempio di Ford Performance possa essere incoraggiante, ma noi non ne siamo troppo convinti

Robert Reid, vicepresidente sportivo della FIA, crede molto nella possibilità che un nuovo produttore possa partecipare, dal prossimo anno o da quelli futuri, al campionato WRC. I nuovi regolamenti riguardanti l’utilizzo del sistema ibrido hanno rinnovato l’impegno di Ford in questa stagione. Ciò lo spinge a pensare che in futuro nuovi produttori possano essere incuriositi ed attratti dal campionato. Anche Yves Matton, ex direttore della FIA, aveva confermato, nel nostro articolo del giugno scorso, che altri produttori si stavano interessando ai nuovi regolamenti, ritenendo che la tecnologia ibrida possa essere un ottimo strumento di marketing.

Ricordiamoci che la pandemia Covid-19 ha ridotto M-Sport ad una difficoltà economica non indifferente. Senza l’aiuto di Ford, è stata costretta a portare solo due vetture nel WRC la scorsa stagione, per poter contenere i costi. Ma, grazie all’introduzione dell’ibrido, Ford Performance ha deciso di aumentare il suo supporto nella progettazione e nello sviluppo della nuova Puma Rally1, vettura che ha vinto la sua prima tappa in assoluto con Sébastien Loeb al Rally di Monte-Carlo.

E’ stato l’esempio di Ford a dare a Reid il motivo di credere che queste nuove regole introdotte nel WRC possano incoraggiare nuovi produttori. Alla domanda “c’è la possibilità che un quarto costruttore possa entrare a far parte del campionato con i regolamenti attuali?”, Reid ha risposto:

Non posso dire di non riuscire a vederlo. Ford è un buon esempio; i regolamenti per quest’anno hanno effettivamente incoraggiato Ford ad essere più coinvolta. So che molte persone parlano di due produttori e mezzo, ma probabilmente è più [come] 2.7 o 2.8 ora rispetto a prima. È molto incoraggiante vedere tutti i produttori coinvolti cogliere l’opportunità delle nuove normative e Ford, come produttore, aumentare il suo impegno proprio per questo. Vedendo ciò potresti pensare che potrà essere interessante anche per altri costruttori.

L’ultima casa costruttrice a debuttare nel WRC è stata Toyota, nel 2017, con la Yaris WRC. Non a caso, il suo ingresso nel campionato ha coinciso con l’inizio degli ultimi regolamenti tecnici delle World Rally Car.

Noi di Rallyssimo pensiamo che…

La prima domanda che dovremmo porci è “perché un costruttore dovrebbe approcciarsi al WRC?“.

Il WRC, come tutto il motorsport, è uno strumento di marketing, un megafono per amplificare un messaggio. Per fare un esempio, Toyota aveva bisogno di lanciare il brand GR e di togliersi di dosso l’immagine di essere “quella della Prius”, e il WRC è perfetto per questo. Per fare un parallelo, Audi ha scelto la Dakar per dimostrare di poter costruire auto elettriche che non solo sono veloci, sono anche pronte a tutto.

In questo ambito l’ibrido, secondo noi, è però perfettamente inutile. Lo sdoganamento dell’ibrido nel motorsport è già avvenuto tempo fa, nel World Endurance Championship e con l’introduzione del KERS della Formula 1. Per cui, con la sua introduzione nel WRC, non c’è stato nessun effetto “wow” ma solo critiche.

Il sistema ibrido è stato criticato da quasi tutti, sin da quando è stato annunciato nei regolamenti WRC, non solo da spettatori, giornalisti, ecc…, ma anche da piloti di calibro mondiale, come Thierry Neuville, che ha definito le Rally1 delle “Formula E stradali“, e l’otto volte campione del mondo, Sébastien Ogier, che ha definito il sistema ibrido “per niente ecologico“.

Nella nostra redazione, il primo a scrivere pubblicamente il proprio punto di vista è stato Vittorio Caneva, che si è domandato “che senso ha tutto questo?“.

Costi troppo elevati per cosa in cambio?

I costi troppo alti uniti al basso ritorno economico, dato che stiamo parlando principalmente di un ritorno di immagine, potrebbero essere motivi del tutto validi per convincere i costruttori a non partecipare al campionato WRC.

Ci vuole minimo un anno solo per progettare e costruire un’auto già del tutto competitiva, oltre a questo la vettura va sviluppata e testata. Dato che la stagione 2022 è già iniziata e dati i tempi specificati sopra, potremo vedere una nuova casa costruttrice nel WRC non prima del 2024. Considerando gli elevati costi, non solo dei componenti della vettura, ma di tutte le fasi descritte sopra, avrebbe senso costruire un’auto solo per buttarla via dopo un anno, quando non sappiamo se nel 2025 saranno presentati nuovi regolamenti?

E’ vero, è già stato fatto prima anche da Hyundai, quando, nel 2016, ha lanciato la NG i20 WRC, sapendo benissimo che l’anno successivo sarebbero cambiate le regole ed avrebbero dovuto costruire una nuova vettura. Ma oggi ci troviamo reduci di due anni di pandemia, che hanno messo in ginocchio l’intero sistema economico, anche in ambito automobilistico. Come detto precedentemente, anche M-Sport aveva presentato solo due vetture nel WRC 2021 per ridurre i costi. Oltre a questo, un altro motivo per cui le case automobilistiche si stanno trovando attualmente in difficoltà è dovuto alla crisi dei microchip, ma anche delle materie prime come alluminio e magnesio, molto importanti nella produzione di una vettura.

Il gioco, oltre ad essere troppo costoso, alla fine non vale la candela! Se si riesce poi ad ottenere una candela…perché alla fine potresti anche non vincere nulla. Non conviene, quindi, investire così tanto per ottenere quasi esclusivamente un ritorno di immagine, dato che i premi economici non riusciranno mai a coprire i costi di tutto ciò che è stato elencato precedentemente, e non è detto che si riesca poi ad arrivare alla vittoria.

Un esempio si può vedere nel World Endurance Championship che, dal 2012, ha adottato la tecnologia ibrida, ma dei costruttori presenti allora è rimasta praticamente solo Toyota. Anche in Formula 1, da quando è stato introdotto il sistema ibrido nel 2014, non ci sono stati nuovi team e costruttori, anzi, molti sono stati passati di mano in mano o sono stati comprati da milionari per poter permettere ai figli di correre.

Non è detto, quindi, che la tecnologia ibrida sia l’unica soluzione, e non è detto che riesca ad invogliare altri costruttori a partecipare alle prossime edizioni del WRC con i regolamenti in corso.

E voi come la pensate? Scrivetecelo nei commenti.

Foto: Luca Barsali
Credit: DirtFish.com
Mostra commentiChiudi commenti

Lascia un commento

0.0/5

Rallyssimo.it – TESTATA GIORNALISTICA
Iscrizione autorizzata al Registro Stampa del
Tribunale di Rimini N° 6 del 19/11/2019

Iscriviti alla Newsletter

RALLYSSIMO © 2022 – The SpaceWeb Agency The Space