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Tanak “scarica” Moncet e detta le condizioni per la Hyundai Motosport del prossimo futuro

L'estone non crede che il francese sia l'uomo giusto per fare il team principal

Tanto tuonò che piovve

Si può riassumere così quanto oggi è scoppiato in pancia a Hyundai Motorsport e che era nell’aria da tempo. Dopo un weekend vittorioso, in cui non sono mancate le situazioni ambigue ed i veleni tra i piloti di punta, è arrivata l’ennesima bordata attraverso i media da parte di Ott Tanak. Questa volta in modo deciso e palesemente per arrivare ad una svolta.

Cosa è successo?

Attraverso la classica intervista post gara con dirtfish.com, il pilota estone vincitore di tre gare in stagione prende parole ed entra nel merito della mancanza di un team principal all’interno del team di cui fa parte. E mentre nelle settimane scorse Julien Moncet aveva reclamato per se stesso quel ruolo, il fuoriclasse di Kärla si è mostrato tutt’altro che favorevole:

No, quell’uomo non è Julien Moncet. Voglio dire, è un ottimo professionista per lo sviluppo del motore. É sempre stato il suo ruolo e Hyundai ha un ottimo motore, quindi è quello che dovrebbe fare secondo me.

Lo stesso Moncet si è detto d’accordo con Tanak che sia necessaria una presa di posizione da parte del team. Dal Monte-Carlo è passato molto tempo e se si vuol proseguire nel processo di crescita della i20 e di tutto il team, serve dare una stabilità anche dal punto di vista delle gerarchie. Anche perché gli effetti di questa “anarchia” iniziano a farsi sempre più evidenti e, anche se gli ultimi risultati sono incoraggianti, rischiano di essere dannosi sul lungo periodo.

Tanak si è messo nella posizione di poter dettare le condizioni

Non ne fa una questione personale, almeno pubblicamente, anche se non è difficile pensare che a Tanak l’idea di una guida francofona non vada troppo a genio. E ora i risultati dicono che Tanak può dettare le condizioni.

É forte di un altro anno di contratto e di aver dimostrato di essere il solo a poter contrastare lo strapotere Toyota, e non solo. Dopo aver “accettato” la sconfitta in casa propria, è andato a vincere in Finlandia su Rovanpera e lo stesso ha fatto in Belgio nonostante l’arrembaggio di Neuville. Nel primo caso tirando fuori tutto il suo talento e guidando sopra i limiti della macchina, nel secondo mettendo in gara tutta la sua forza mentale e pressione psicologica che hanno fatto cadere in errore il compagno di squadra.

In un certo senso, mettendo alla luce la sua personale idea di gerarchia in casa Hyundai. Le dichiarazioni pubbliche sempre molto “piccate e velenose” lasciano pensare che Ott stia mettendo in campo la strategia del “dentro o fuori”, per nulla impaurito dall’ipotesi di dover cambiare colori a fine stagione. Lo stesso non si può dire di Neuville che si è sempre mostrato più mite ed aziendalista, anche nelle difficoltà tecniche più palesi.

Colin Clark ha cercato di togliere di bocca il nome del team principal che Ott vorrebbe in Hyundai ma, ovviamente, l’estone non si è sbilanciato. Difficile pensare che non abbia almeno un nome in testa ma, per poterlo dire il team lo deve investire di quel ruolo di “punta di diamante” che oggi Tanak sente di dover avere.

Ora la palla passa a Hyundai che deve decidere se assecondare il solo pilota che oggi produce risultati oppure proseguire in questo strano limbo dove ognuno cerca di tirare l’acqua al suo mulino.

 

 

 

 

 

Foto: Alberto Caldani
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